Copio incollo una parte di un post che ho inserito oggi in un altro forum, perchè mi sembra pregno di spunti, se vi fa piacere discuterne
Come in tutte le cose anche della responsabilità ne esiste una relativa e una assoluta, se ne prendiamo in considerazione il rapporto con l'esterno Sono responsabile di ciò che accade a tizio è un rapporto relativo, il tutto dipende da come io mi comporto con lui, da quello che lui capisce, dalla situazione in cui si trova e che perciò condiziona quello che di me vede, da ciò che vorrei dire ma non dico e magari manifesto in maniera implicita... e chissà quant'altro... ho fatto solo alcuni esempi. Se invece prendiamo in esame il rapporto con noi stessi Sono responsabile della mia intenzione è una responsabilità assoluta, sempre che io mi conosca ovviamente, se io non ho lati di me non conosciuti (che siano bianchi o neri) sono in grado di valutare che la mia responsabilità è determinata dal grado di intenzione risolutiva che io applico al problema, in soldoni se io metto tutto me stesso nell'agire correttamente non ho responsabilità, non devo colpevolizzarmi se le cose non vanno bene, non posso far altro che accettare la Volontà... però sia chiaro che devo metterci tutto il mio impegno, perchè questa "legge" ultimamente viene travisata Tanto comunque non sono io che decido tutto accade invece io ho la responsabilità del mio intento. C'è altro? Beh volendo si trova... ma se scrivo tutto io...... :C: |
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Ci ho provato... magari non ho capito niente... blink.gif però mi piace questa discussione fiori.gif |
Aspetta Shanti, stai confondendo un pò, adesso stavamo parlando solo di responsabilità, quello del avere energia per finire un lavoro è un'altra cosa.
Il discorso nell'altro forum era partito dal fatto se uno deve o se uno si sente colpevole per determinate cose che accadono. Girando la cosa da un'altro punto possiamo anche dire: Essere responsabili Sentirsi responsabili La seconda è già succeesso il fattaccio, e quindi non ci si può fare più niente nella prima invece sta avvenendo nel qui e ora... :C: |
a volte il "senso del dovere" mi fa fare cose turche....
dispendio di energia....stanchezza ...delusione.... per poi capire ....come dice shanti...che tutto sommato non valeva la pena di faticare tanto..... quando tutto fila liscio...ogni tassello s' incastra perfettamente.. le cose filano che è una meraviglia..... ci metto tutto l' impegno in entrambe le situazioni... ecco..il senso del dovere..anche nei propri confronti..... è saper mollare quando non è il caso d' insistere.... o no? :C: |
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no non ho letto il post.....
infatti...quando fila liscio...sai di aver fatto bene indipendentemente dalle aspettative....che sono brutte bestie.... la responsabilità...non parte anche dal sentirsi in dovere? sono responsabile nel mio ambiente di lavoro..... il mio dovere è far si che le cose vadano nel modo migliore... qualche volta agisco oltre il mio dovere...non dovrei... ma la ragione e forse il cuore...ti sprona a superare questo limite.... a questo punto: sono responsabile? o mi sento responsabile? il confine è confuso....almeno per quanto mi riguarda :C: |
manata.gif ...sono andata proprio fuori... mi sono persa per strada... scusate fiori.gif
Responsabilità... da tempo mi sono abituatata a collegarla alla causatività... L'essere umano è libero, consapevole(lo so che qui è da vedere... :@@ ), causativo e responsabile... Uno tu più o meno sai che "libri" leggo, e questi sono i quattro assiomi... Accettare la causatività è la parte più difficile, soprattutto perchè comporta di prendersi la responsabilità di ciò che ci accade al 100 per cento... invece di "dare la colpa" agli astri per esempio, a un Dio di qualche religione o peggio ancora a un'altra persona se le cose non filano lisce... blink.gif |
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"sentirsi in dovere" è sempre pensando ad un'episodio passato e voler far meglio sulla base di una cosa che è andata... Invece se fai senza pensarci (ma ovviamente con il massimo intento positivo), il "rischio" è di dare di più di quello che si darebbe normalmente e senza fatica :wow: perchè tutte le enrgie perse nel pensare a come far meglio vanno nel lavoro. :C: |
ma quando le circostanze impongono un continuo cambiamento del senso del dovere e i sensi di colpa la fanno da padrone pur essendo coscienti di aver dato il meglio?
Psicologo..? |
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qui stanno le mie circostanze che impongono o meglio fanno si che io lo superi o passi i limiti...e niente senso di colpa.. certo che tal volta incorro in irregolarità nonso.gif aspetto Sele :C: |
Intendo dire che quando in un dato ambiente gli imprevisti prevalgono sulla quotidianetà e le decisioni da prendere non implicano solo l'osservazione delle esperienze passate con relativa risoluzione del problema, ma impongono una sorta d'incertezza riguardo al da farsi (basata anche sull'imprevedibilità personale e caratteriale di chi sarà chiamato a giudicare sull'operato manata.gif ) l'unica cosa possibile da fare rimane l'affidarsi alla probabilità, analizzando mentalmente le casistiche simili fino a quel momento presentatesi e scegliendo nel modo che appare più appropriato... ma la scelta potrebbe rivelarsi errata qualora fosse presa in un campo di responsabilità non confacente alla propria sfera (ma sottinteso in essa) e allora... il senso di colpa si presenta sia per essere intervenuti laddove non era implicito si potesse farlo, sia nel caso in cui si è deciso di non intervenire lasciando che il problema in questione si accentui.
Alla fine mandi tutti af.....lo r: |
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----------------------------------------------------------- Ecco il passato che viene fuori Citazione:
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Essere responsabili
Sentirsi responsabili Posso provare a fare un esempio semplicistico? leggo.gif Ebbene mettiamo il caso che ci sia un mendicante sulla nostra strada e che stiamo passeggiando. Per quel che riguarda il primo caso, il minimo pensiero che ci ha accompagnato in quell'istante che si rivolge all'aiuto della persona( in qualsiasi modo) mi fa Essere responsabile ovvero opero senza tante sovrastrutture e cocretizzo ciò che intuitivamente ho " pensato " in quel momento, senza tanti problemi quindi opero affinchè no vi sia un rosso dispendio energetico e far filare liscia l'azione. Al contrario nella medesima situazione, laddove non aiuto in nessun modo la persona, potrebbe verificarsi che un determinato atteggiamento - del tipo questo che vuole, oppure vabbe ripasso dopo - puo inevitabilmente compromettere quella azione al fine successivo di farmi Sentire responsabile.à Diversa certo è l'intensità dell'azione; la medesima potrebbe essere concretizzata al solo constatare che il pensiero in quel momento chiede di essere concretizzato. L'intuito quindi puo essere il nostro giudice sia nel caso in cui si concretizza l'azione, facendoci Essere nella responsabilità o come parte di essa.....una sorta di pace interiore da no confondere col " che bello ho fatto una buona azione". Di contro, l'intuito, ci giudica facendoci Sentire nella responsabilità......di non aver attuato cio che l'Essere ci chiedeva in quel momento........ stosvegli: Unn saluto........ wub.gif |
Me la traduci? Anche con i sottotitoli va bene, l'unica cosa che ho capito è che la situazione è di fronte ad un mendicante. r: r: r:
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Ok hai ragione.......... piango.gif
Io Sono responsabile, quindi Essere responsabile, nel momento in cui agisco senza indugio; nel senso Ho pensato e lo faccio. Sentirsi responsabile invece in conseguenza dell'azione di aiuto( al mendicante) che non è stata concretizzata. Nel primo caso Essere nella responsabilità, nel secondo Sentirsi esterni alla responsabilità poichè il senso di colpa assume un ateggiamento predominante. Per quello che riguarda l'intensità di azione se abbiamo fatto tutto il possibile allora ci giudicheremo in positivo, al contrario il riproponimento di azioni simili( di aiuto ad esempio al mendicante) determineranno una sorta di prova che di volta in volta sarà da superare fin quando la "lezione" non sarà passata col massimo della valutazione..... va bene piango2.g: PS Se non è chiaro è perchè è tardi......quindi aspetto l'ispirazione domani..... scusa.gif |
Oddio Jeze nel caso del mendicante scatta anche il dubbio di sapere se ha veramente bisogno.
Se siamo sicuri che ha bisogno il tuo esempio calza bene, ovviamente per "ci giudicheremo in positivo" si intende che saremo tranquilli la cosa è fatta e non ci sono problemi. Certo cambia se non sappiamo se è reale il bisogno del mendicante... in quel caso se non si riesce a capire è importante comunque poi non colpevolizzarsi se si scopre di aver sbagliato... tanto non si poteva far diversamente... |
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da un grande potere deriva una grande responsabilità.......
ha qualcosa a che fare con il discorso? |
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Io cedo all'istinto, se mi viene lo faccio, se non mi viene posso solo pensare di giustificarmi con me stessa pensando che se non lo faccio è perchè la persona in questione smetta di appoggiarsi suglia altri. Ma chi sono io per giudicare l'operato di costui? |
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La responsabilità relativa... quando mi interfaccio con qualcuno, ci sono diverse variabili in gioco, hai detto, se decido di dare qualcosa ad una persona, con intento buono, chiaramente, se non mi conosco bene, rischio comunque di metterci qualcosa di non proprio pulito, nel dare un consiglio, o nel vedere qualcosa in un'altra persona.. ci metto quindi un giudizio soggettivo... che non dovrebbe esserci, d'altra parte, se decido di dire qualcosa, e lo faccio, cercando di farlo al meglio delle mie possibilità, quelle che ho in un determinato momento, mi prendo la responsabilità accettandone eventuali conseguenze che possono derivare da qualcosa che dico... in questo caso, c'è una doppia responsabilità? (relativa ed assoluta?) relativa nei confronti dell'altro, e assoluta verso me stessa? E finchè non mi conosco bene... sarebbe sempre meglio contare fino a 10 prima di dire qualunque cosa riguardante un'altra persona, seppur dando il meglio che posso ?.... |
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Nella relativa sono responsabile per ciò che dico ad una persona e per ciò che mostro a questa. Questo tipo di responsabilità puo dipendere da quella assoluta perchè per come Sono all'interno sarò all'esterno. Alla seconda domanda...mi viene da dire che...è vero che se non ci si conosce a fondo però si corre il rischio di non dare ( o dire ) qualcosa. Forse la cosa da fare sarebbe osservarsi per quello che si può nel momento in cui qualcuno ci chiede il consiglio cosi detto " spassionato ". |
Mi piacerebbe se si potesse espandere questa discussione che non mi ha chiarito molto le idee per ora sulla responsabilità.
Intanto non ho capito se c'è differenza tra responsabilità spirituale e non. Si è anche parlato di responsabilità e sensi di colpa. Se sono responsabile ne verrà che se sbaglierò sarò soffocato dai sensi di colpa no? Però Uno dice che se hai fatto il massimo che potevi fare i sensi di colpa rimbalzano via o ho capito male? Se partiamo dal presupposto che ho agito al massimo di quello che potevo fare...chi stabilisce che era il massimo per cui posso dire ai sensi di colpa di rimbalzare? Se do il massimo in quel momento do tutta me stessa lo so? Come con una introspezione un rewind che mi rimostra tutto e mi dice tranquilla hai fatto tutto quello che potevi fare? Però capita almeno a me di trovare sempre dopo che è successo il fatto qualcosa che mi dimostra che avrei potuto anche fare altro...e li è dura... Posso dirmi eh vabbè dormivi ma questo non mi mette cmq al riparo dalle mie responsabilità che non ho espletato al massimo in quel momento. Insomma se voglio essere responsabile non devo pararmi il c... ma dare il meglio di me convinta che lo sia e prendermi la responsabilità di ciò che ne verrà altrimenti rimarrò bloccata e ferma e la paura prenderà possesso di me e non riuscirò più ad esser responsabile per paura di prendermi la responsabilità del mio agire? ogni riferimento cose e persone sono del tutto fittizzi e frutto della fantasia e puramente casuale icon_mrgr: |
Citazione:
il discorso è che se mi assumo una responsabilità (vale nei miei confronti come nei confronti altrui), allora se va bene, tutto ok e sono soddisfatto, ma se non funziona mi devo assumere le mie responsabilità in ogni caso,sapevo quello che facevo (perchè se non lo sapevo la responsabilità qui si che è relativa al grado di..) e allora non mi devo scandalizzare per.. o di... |
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