Brama
Uno ne parla qui:
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Allora, il desiderio è il fuoco che mi spinge verso qualcosa a cui posso arrivare, conosco magari il percorso devo solo renderlo attuabile, impegnandomi e lavorandoci. La brama è un desiderio dettato dalla paura, un desiderio non pulito e che di solito non è di nostra competenza. Tipo ho paura delle malattie e mi spreco a tentare di tutto per non ammalarmi ma allo stesso tempo il mio pensiero è fisso su di esse. E magari le attiro per questo motivo.Un po’ come il cane che si morde la coda. Bramo di star bene ma penso allo stare male. Ma la brama è solo frutto della paura che cavalca delle nostre mancanze? Come le individuo? Dicendomi: “Grii ci puoi fare qualcosa? No. Allora lascia stare!” Ho cercato persino di guardare come è scritta Br-ama- Br-amare come se il fuoco che spinge fosse lo stesso ma dirottato male invece che salire scende un fuoco freddo, o anche paura di amare, questa la sensazione, senza cognizione di causa. Mi aiutate? fiori.gif |
per me la "brama" è desiderio non conscio distorto.
nel momento in cui per "paura di non arrivare" (e qui mi collego a te) si travalica un certo limite e si comincia a "mangiare" l'oggetto dei propri desideri in un certo senso si "brama" che come dici tu si collega a un amore "freddo". è come se tu ottenessi le cose ma non ne sei mai soddisfatto (ecco il freddo) nella sostanza non ti da nulla ciò che fai e continui morbosamente a non rendertene conto. Nella sostanza deriva da un'incapacità di osservazione di se stessi in determinati frangenti proprio a causa di una identificazione spasmodica con l'oggetto del desiderio |
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E' qui che cade l'asino (che in questo caso sono io) perchè non riesco ad individuarlo. Penso che sia amore ed invece è un calesse. Non è così semplice, almeno per me ora come ora non lo è. Citazione:
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Mi osservo ma non riesco ad arrivare a vedermi completamente c'è ancora tanto buio. Per cui non so neppure cosa fare per risolvere con tutto sto buio continuo a sbattere solo il testone, ma prima o poi imparerò. :) :C: |
la mente ha infiniti modi per sminuire o esaltare qualcosa di te.
ecco così mi viene da dire quella famosa frase del vangelo di tommaso "quando al posto di un piede metterete un piede..." (e così via). insomma diventa un modo (uscendo dalla mente) di osservare (la mente) e magari capire qualcosa in più sino a che magari un giorno si riuscirà a vedere realmente ciò che è senza "colorarlo "troppo o sminuirlo altrettanto troppo. si può essere quello che tu chiami desiderio peloso ma per mia esperienza dico che qualcosa di inconscio (magari legato a shock) inizialmente almeno è difficilmente osservabile di se stessi. quale è il punto focale attualmente? su cosa stai concentrando la tua attenzione ora? leggo "bramo si stare bene ma penso di stare male" ecco invece di pensare alla seconda parte della frase mi concentrerei sulla prima. se noti un tuo bramare prova magari a smollare un attimo e silenziare un pò la mente e poi dimmi " come puoi stare bene se pensi di stare male?" insomma osservando così mi verrebbe da dire che i due pensieri si distruggano un pò l'uno con l'altro |
Per me la brama, intesa come desiderio smodato , significa non pensare ad altro e sprecare così le energie che potrei utilizzare per fare dell'altro.
Per esempio: desidero fare l'ingegnere, passo il tempo ad alimentare quel desiderio, ad invidiare chi lo è, ma senza fare nulla per diventarlo. Un desiderio vero, dovrebbe essere la spinta per realizzarlo, sempre che questo sia raggiungibile. Se non posso vivere di rendita, ma continuo a desiderarlo smodatamente, andrò a lavorare svogliata ad esempio, proiettata in un qualcosa che non potrà mai essere (a meno che non mi sposo uno che possa mantenermi icon_mrgr:) - Bramo di cambiare lavoro ma non mi muovo per farlo e invidio le posizioni migliori delle mie, non lavoro bene, mi piango addosso e continuo a pensare a quanto sarebbe bello avere un altro lavoro .... - desidero cambiare lavoro, mi muovo per farlo, mando curriculum, faccio colloqui, ma nel frattempo continuo a fare il mio lavoro come devo, e non mi fisso su quell'unico pensiero Ecco... se diventa un pensiero fisso, credo che mettiamo lì tutta l'energia di cui disponiamo... e ci consuma. Un esempio sullo stare male Gris, potrebbe essere questo che ho vissuto sulla mia pelle : Per molto tempo, ho fatto ruotare la mia vita intorno alle crisi di panico. Qualsiasi cosa dovessi fare era misurata sulla mia ansia. Dovevo andare da qualche parte il giorno dopo da sola? Iniziavo a pensare fin dal momento in cui prendevo l'impegno "ommamma e se mi sento male?, se non riesco ad andare? come faccio? " E diventava un pensiero costante che si insinuava.. arrivavo al momento di uscire con mille paranoie (create da me stessa), stravolta, e immancabilmente stavo male, perdendomi tutto il resto (non vivendo) . Più che bramare di stare bene e pensare allo stare male, secondo me, la brama è proprio verso lo stare male. |
ma red a mio avviso c'è anche un bramare... collegato all'azione.
tu hai dato un bellissimo esempio di brama a livello di "solo pensiero". ma a mio avviso c'è un'altra variante collegata anche all'azione. Ad esempio se io bramo di guadagnare soldi e agisco a tal fine magari arrivo ad averne ma non mi bastano... e così continuo invorticato su me stesso magari pure accentuando certi caratteri tipo tirchieria ecc.ecc. insomma sono identificato con l'oggetto delle mie brame (il denaro in questo caso) e non allargo la visuale ad altro. é sostanzialmente equivalente a viaggiare con il paraocchi ma non solo di lato pure davanti :)))) |
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diciamo che il primo tipo di brama blocca sul nascere...il secondo fa in modo che non si riesca a "gustare" ciò che viene raggiunto.
appunto penso per via di quel "freddo" e per via di qualcosa che si "mangia" quello che si è raggiunto non facendoci diventare consapevoli di esso (mente fine a se stessa) |
La principale brama che vedo in me lo vedo anche qui in forum è quella di portare conforto a chi soffre, ma lo faccio anche nella vita quotidiana. C'è talmente tanta sofferenza in giro che a lungo andare porta a gesti di cui poi con li tempo ci si pente, proprio perchè nessuno ci ha aiutati in quel momento di disperazione, in quel momento di disamore per se stessi e appena vedo qualcuno che soffre vorrei togliergliela perchè ci sono passata.
D'altra parte vedo che sono io che non la reggo e penso che non la reggano neppure gli altri. La sofferenza mi commuove enormemente e mi porta anche ad andare contro il mio normale modo di essere. Contro la mia mente e le mie paure ma anche contro il mio istinto di sopravvivenza. Arrivo persino a sostituirmi agli altri prendendomi responsabilità che non mi competono. Non so se re-agisco così perchè mi sono sempre sentita molto sola senza nessuno che si prendesse cura di me, anche quando non era vero, e quindi io vorrei esserci per tutti, pur sapendo che ognuno di noi deve trovare dentro di se la forza e i propri tempi per agire. Poi però come ho detto prima faccio il passo più lungo della gamba, per aiutare smetto di tenere conto di ciò che realmente il mio essere può permettersi di fare e ci sto male, dopo...dopo mi accorgo dei miei limiti e che non voglio sbagliare più per non soffrire e non far soffrire e con questo si arresta anche la mia crescita. Quindi il mio desiderio di crescere è fermato dalla mia brama di crescere che è vincolata alla paura delle sofferenza? Sapete che mi sta dicendo ora la mia mente? Ma lascia stare che non sai neppur tu cosa stai dicendo! Non hai neppure compreso cosa vuol dire "identificarsi nell'oggetto delle mie brame" lascia stare non fare figure di m. ufffffffffff clic |
Specchio.... specchio delle mie brame.... icon_mrgr:
Potrei dire, come suggerito anche da Red, che un desiderio ci alimenta, mentre una brama ci consuma... Se seguo un desiderio, col tempo noto che accresco le mie energie, mi da motivazioni, stimoli, etc... mentre una brama, col tempo, non fa altro che consumarmi... mi rovino, trascuro tutto il mio essere solo ed esclusivamente in funzione di quella brama... Non credo ci sia un regoletta teorica per riconoscerlo.... L'unico modo è osservarsi e notare su di noi che efetto possa fare... E poi.... brrrrrr... ama?? Chi? che cosa? Freddo... fretta... brrrr.... manata.gif ama... |
Grazie Kael abbraccio: per una come me che potrebbe leggersi duecento trattati sulla brama senza copirci niente ci vuole solo l'osservazione per comprenderla in me devo viverla. Ci lavorerò.fiori.gif
:C: |
In alcuni casi (molti per come la penso io) l'origine delle parole ci dice tanto. Credo che questo sia uno di quei casi.
Bramare viene dal gotico (bramon) che significa urlare dal desiderio. E' quindi un desiderio non contenuto. Che domina invece di essere dominato. Come dice Kael ci si dimentica dell'essere, come dice Turaz ci si identifica con ciò che proviamo, dimanticandoci di essere colui che prova. Forse la brama è semplicemente il desiderio che ci possiede (se non ci possiede invece ci muove, lo usiamo per muoverci). Non concordo invece con Turaz quando parla di desideri altri, inconsci, sconosciuti. Se così fosse l'oggetto della brama sarebbe un falso... uno spostamento. Questo spiegherebbe la mancata soddisfazione in caso di ottenimento, ma a mio avviso è un po' più complicata la cosa. Qualcuno di voi ha mai collezionato qualcosa? Chi è stato collezionista può avere un esempio di ciò che dico... si brama un pezzo e, quando lo si ha, se ne brama subito un altro senza godersi abbastanza quello appena ottenuto. In realtà l'oggetto della brama è la collezione, la completezza... guardando meglio è la brama stessa... ciò che bramiamo è la sensazione, il godimento, l'orgasmo di acchippare il pezzo. Vale anche se non si colleziona a ben pensarci... in fondo è una specie di droga... Ad ogni modo credo ci sia un modo per distinguere brama da desiderio, un modo per accertarsi, almeno in generale, con cosa abbiamo a che fare dentro di noi (se ben interpreto la richiesta di Griselda). Si tratta della possibilità di rinunciare (oltre che delle rinunche che son disposto a fare per ottenere)... |
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Sapresti dirmi,tu come altri...perchè si diventa bramosi? Citazione:
:C: |
diventi bramosa perchè hai preso una meccanicità e non riesci a distaccartene.
c'è l'oggetto (poniamo sia un uomo) e c'è il tuo "attaccarti" all'idea di quell'uomo identificandoti con essa. ti identifichi con essa e "godi" di questo. bruci qualcosa. successivamente non osservando bene la dinamica ti convinci di essere nel giusto e vai avanti così. ti accendi e spegni come un interruttore. quindi passi poi dalla "goduria" iniziale all'insoddisfazione perchè vuoi sempre di più quel piacere "bruciante" e dato che quello che "hai" non è quello che vorresti (idea) finisci per continuare a cavalcare sull'onda di quell'idea. |
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