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Vecchio 10-06-2006, 15.02.51   #1
Kael
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Da studi fatti relativi alla sicurezza sul lavoro nelle fabbriche, risulta che gli operai più a rischio di infortuni siano quelli compresi nella fascia di anzianità da 2 a 5 anni, anzichè quelli appena assunti ossia da 0 a 2 anni.

Verrebbe ovviamente da pensare il contrario, dato che quelli appena assunti non conoscono ancora bene i macchinari e tutte le attrezzature in uso... ma è proprio la consapevolezza della loro ignoranza a farli stare in guardia ed attenti.
In egual modo, quelli che lavorano nella fabbrica da più di 5 anni, hanno una conoscenza reale dei pericoli che si celano sul luogo di lavoro, ne sono consapevoli e sanno evitarli.

Quelli da 2 a 5 anni invece, si sentono abbastanza "anziani" da pensare di conoscere a sufficienza i macchinari, e di conseguenza di poter fare a meno dell'attenzione dei novellini... Risultato: sono quelli che si fanno più male.

Se impari Karate, va bene..
se non impari Karate, va bene..
se impari Karate "speriamo"... zwick... ti schiacciano come uva...

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Vecchio 12-06-2006, 08.45.28   #2
Kael
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Avete fatto caso che il periodo sopra citato, rapportato alla vita dell'uomo, coincide grossomodo con quello dell'adolescenza? Quel periodo in cui ci si crede già grandi pur non essendolo...
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Vecchio 12-06-2006, 09.34.36   #3
RedWitch
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Effettivamente, il pericolo più grande, arriva nel momento in cui ci si sente sicuri, di qualcosa , che in realtà non si conosce ancora bene, e allora, si abbassa l'attenzione, convinti di aver superato l'ostacolo, e ci si distrae.. quando si prende la patente, si fa attenzione ad andare piano, a rispettare il codice, e si ha timore di creare incidenti, facendosi o facendo del male. Una volta presa un po' di confidenza con il mezzo che si guida, si inizia a non prestare più attenzione, ad aumentare la velocità, e a quel punto si rischiano davvero gli incidenti.

Presunzione di conoscere.. paragonata all'adolescenza.. ci si sente grandi e non lo si è affatto.. sì rende bene
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Vecchio 17-04-2008, 14.17.35   #4
griselda
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Avete fatto caso che il periodo sopra citato, rapportato alla vita dell'uomo, coincide grossomodo con quello dell'adolescenza? Quel periodo in cui ci si crede già grandi pur non essendolo...
Eppure io la vedo così:
C’è un’età in cui si va o si tenta di andare contro i condizionamenti che è l’adolescenza periodo in cui ci va stretto tutto perché vorremmo essere liberi di poter dare spazio a noi stessi, a ciò che sentiamo e proviamo e vorremmo essere. Come un tentativo di rompere le catene purtroppo troppo precoce che spesso sfocia in un presto ritorno alla strada insegnata proprio perché il vecchio pare non voglia dare strada al nuovo.
La condanna del vecchio che non vuole mollare e che fa di tutto per reprimere il giovane che lotta contro il vecchio perché essendo nuovo virgulto sente in se tutta la possenza della vita della sua energia e delle sue possibilità. Possibilità che poi verranno in qualche modo schiacciate per essere riportate sulla strada del vecchio che non vuole morire.
Un momento della vita dove non esistendo l’esperienza negativa che detta la sua inesorabile legge del vecchio pauroso e testardo, diviene piena di coraggio come in effetti la vita dovrebbe essere un’avventura da vivere.
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Vecchio 17-04-2008, 17.21.49   #5
RedWitch
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Eppure io la vedo così:
C’è un’età in cui si va o si tenta di andare contro i condizionamenti che è l’adolescenza periodo in cui ci va stretto tutto perché vorremmo essere liberi di poter dare spazio a noi stessi, a ciò che sentiamo e proviamo e vorremmo essere. Come un tentativo di rompere le catene purtroppo troppo precoce che spesso sfocia in un presto ritorno alla strada insegnata proprio perché il vecchio pare non voglia dare strada al nuovo.
La condanna del vecchio che non vuole mollare e che fa di tutto per reprimere il giovane che lotta contro il vecchio perché essendo nuovo virgulto sente in se tutta la possenza della vita della sua energia e delle sue possibilità. Possibilità che poi verranno in qualche modo schiacciate per essere riportate sulla strada del vecchio che non vuole morire.
Un momento della vita dove non esistendo l’esperienza negativa che detta la sua inesorabile legge del vecchio pauroso e testardo, diviene piena di coraggio come in effetti la vita dovrebbe essere un’avventura da vivere.
Onestamente non la vedo proprio così Gris..
nell'età adolescenziale per come l'ho vissuta c'è una sorta di ribellione a tutte le regole che mi sono state impartite, in pratica, volevo fare solo quello che mi andava di fare.. sono d'accordo sul fatto che ci si sente per la prima volta "grandi", si comincia ad uscire da soli, si comincia ad esplorare il mondo senza la mamma che controlla ogni passo, ma questo non significa essere adulti come mi credevo di essere a quell'età.. iniziare a camminare da soli è necessario per crescere e se questo viene impedito, nascono problemi, dall'altra parte pero' non vedo affatto il vecchio che non vuole morire, vedo il genitore che se impartisce delle regole ha motivi per farlo.. a quell'età io credevo di poter spaccare il mondo, volevo uscire invece che studiare, mentre la regola era prima studi e poi se vuoi esci, che visto con gli occhi di oggi, mi pare equo, non ci vedo repressione da parte del vecchio nei confronti del giovane... ma al tempo volevo uscire e basta, quindi non uscivo e non studiavo, oppure pestavo i piedi e uscivo....
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Vecchio 17-04-2008, 18.11.45   #6
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Quello che volevo evidenziare è la potenza dell'enerrgia che muove contro i condizionamenti, non come periodo di vita consapevole. Hai ragione quando dici che c'è ribellione e quell'energia va incanalata giustamente, ma la ribellione scatta proprio perchè e se non c'è una giusta guida, almeno secondo me. Perchè li sempre per come la vedo io c'è il massimo delle possibilità che poi possono a seconda di chi ci accompagna essere buttate via ( dal vecchio e condizionato) o essere incanalate dalla saggezza e non dal condizionamento. Non so se riesco a spiegarmi. E' sempre esistita la lotta dei figli contro i padri come un istinto recondito ma se incanalata dalla saggezza di qualcuno che ha "vissuto" secondo me può creare un uomo diverso.
Vabbeh è confuso lo so ma meglio non mi viene.
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Vecchio 17-04-2008, 18.24.01   #7
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pongo una domanda:
ma mi dite a chi di noi piace la tensione?
a me no ad esempio.
e a me pare di osservare che ogni qualvolta un padre si scontri con un figlio sostanzialmente si accumuli tensione se non viene trovato il corretto modo di porsi e se non si attiva da parte del figlio la funzione "ricettiva" nel momento in cui il padre ha funzione "attiva".
ma io non vedo questo ruolo "attivo"-"passivo" in maniera così netta.
Il padre non ha sempre ragione e il figlio non ha sempre torto...tanto per intenderci.
per tal motivo non esiste a mio avviso chi è sempre maestro... e chi sempre allievo anche nei rapporti tra padre e figlio...e il padre... a volte deve anche essere in grado... di switchare in modalità "ricettiva"...
ogni persona ha un suo carattere e un suo modo di rapportarsi alle cose.
un individuo prettamente destro (come emisfero) o sinistro ha caratteri differenti e va a mio avviso "preso" in maniera differente.
Non c'è un metodo universalmente valido per tutti a mio avviso.
e li penso serva una buona capacità di osservazione ed empatia da parte del padre e così da parte del maestro ecc. ecc.

siete d'accordo?

Ultima modifica di turaz : 17-04-2008 alle ore 18.27.36.
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Vecchio 17-04-2008, 23.20.11   #8
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. ma è proprio la consapevolezza della loro ignoranza a farli stare in guardia ed attenti.
Credo che sia più la paura che la consapevolezza, a mio avviso direi paura da 0 a 2, incoscienza senza paura dai 2 ai 5 e consapevolezza come dicevi tu dopo i 5.
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Vecchio 18-04-2008, 18.59.29   #9
Kael
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Eppure io la vedo così:
C’è un’età in cui si va o si tenta di andare contro i condizionamenti che è l’adolescenza periodo in cui ci va stretto tutto perché vorremmo essere liberi di poter dare spazio a noi stessi, a ciò che sentiamo e proviamo e vorremmo essere. Come un tentativo di rompere le catene purtroppo troppo precoce che spesso sfocia in un presto ritorno alla strada insegnata proprio perché il vecchio pare non voglia dare strada al nuovo.
La condanna del vecchio che non vuole mollare e che fa di tutto per reprimere il giovane che lotta contro il vecchio perché essendo nuovo virgulto sente in se tutta la possenza della vita della sua energia e delle sue possibilità. Possibilità che poi verranno in qualche modo schiacciate per essere riportate sulla strada del vecchio che non vuole morire.
Un momento della vita dove non esistendo l’esperienza negativa che detta la sua inesorabile legge del vecchio pauroso e testardo, diviene piena di coraggio come in effetti la vita dovrebbe essere un’avventura da vivere.
Va bene... (non sono ironico, è che non saprei che altro dire per rispondere al tuo "eppure"... è normale avere visioni diverse..)
Alle volte però si confonde il coraggio con l'incoscienza... L'idea di poter spaccare il mondo, come diceva Red, penso che l'abbiano passata più o meno tutti, anche se in forme diverse..
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Vecchio 18-04-2008, 19.11.51   #10
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pongo una domanda:
ma mi dite a chi di noi piace la tensione?
a me no ad esempio.
Credo sia solo una questione di termini Turi, però penso che tu per "tensione" ti riferisci solo ad una tensione negativa... In questo caso è auspicabile che la si ricerchi il meno possibile...

Però la tensione può essere anche positiva... un innamoramento tanto per capirci, un bacio, etc... Se un minimo di tensione in quei momenti non la provi significa che non te ne frega niente, non sei vivo, etc.. Della Tensione se ne parlava giusto qui.

Per il resto del discorso sono sostanzialmente d'accordo, effettivamente il figlio può vedere tante cose che il padre non vede e dovrebbero cercare di "incontrarsi" più che di scontrarsi... come del resto in ogni rapporto umano, non solo legato alla famiglia.
Il discorso però verteva più che altro sul fatto quando l'adolescente si ribella a delle regole che col senno di poi si rende conto erano veramente giuste, ma in quel periodo ha dovuto andarci contro per forza per la falsa convinzione di essere completamente consapevole di se stesso e del mondo.
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Vecchio 18-04-2008, 19.14.15   #11
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Credo che sia più la paura che la consapevolezza, a mio avviso direi paura da 0 a 2, incoscienza senza paura dai 2 ai 5 e consapevolezza come dicevi tu dopo i 5.
Ciao benvenuto eremita, si intendevamo la stessa cosa, per consapevolezza della propria ignoranza intendevo appunto paura, che penso ne sia la diretta conseguenza...

Ancora benvenuto
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Vecchio 18-04-2008, 19.16.27   #12
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Credo sia solo una questione di termini Turi, però penso che tu per "tensione" ti riferisci solo ad una tensione negativa... In questo caso è auspicabile che la si ricerchi il meno possibile...

Però la tensione può essere anche positiva... un innamoramento tanto per capirci, un bacio, etc... Se un minimo di tensione in quei momenti non la provi significa che non te ne frega niente, non sei vivo, etc.. Della Tensione se ne parlava giusto qui.

Per il resto del discorso sono sostanzialmente d'accordo, effettivamente il figlio può vedere tante cose che il padre non vede e dovrebbero cercare di "incontrarsi" più che di scontrarsi... come del resto in ogni rapporto umano, non solo legato alla famiglia.
Il discorso però verteva più che altro sul fatto quando l'adolescente si ribella a delle regole che col senno di poi si rende conto erano veramente giuste, ma in quel periodo ha dovuto andarci contro per forza per la falsa convinzione di essere completamente consapevole di se stesso e del mondo.

ci sono tensioni e appunto "Tensioni".
non notate a livello fisico una differenza sostanziale tra le "negative" e le "Positive"?
A mio avviso muovono energie di tipo differente
non so questione di "vibrazione".
a me pare che si percepisca differenza
boh forse elettromagnetica una di altro tipo l'altra
o forse dico solo scemenze
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Vecchio 18-04-2008, 21.13.03   #13
Ray
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ci sono tensioni e appunto "Tensioni".
non notate a livello fisico una differenza sostanziale tra le "negative" e le "Positive"?
A mio avviso muovono energie di tipo differente
non so questione di "vibrazione".
a me pare che si percepisca differenza
boh forse elettromagnetica una di altro tipo l'altra
o forse dico solo scemenze
Io non penso che ci siano tensini negative e tensioni positive, penso ci siano tensioni vissute "bene" e tensioni vissute "male" e questo male e bene non dipende dalla natura della tensione ma dall'interpretazione mentale che diamo alle apparenti cause.

Quando Kael dice che si farebbe bene a non cercare le tensioni negative concordo e in effetti a meno di essere masochisti non le ricerchiamo... o non lo facciamo consciamente... perchè è infatti interessante come moltissime persone pare che ricerchino proprio quella tensione che vivono negativamente ma che, a guardare il comportamento che loro stessi non vedono o fanno finta di non vedere, pare sia proprio la loro tensione favorita.

Tensione è energia... a dire il vero è differenze di potenziale... quindi energia che passa... se è vissuta negativamente vuol dire che c'è di mezzo la mente che pre-giudica... se invece c'è una sorta di dolore allora forse in quel momento si è al proprio attuale limite di resistenza...

A me la tensione piace... anzi più che piacermi la apprezzo in quanto, anche quando la vivo male per interferenza mentale, la riconosco anche foriera di doni e cambiamenti possibili.
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Vecchio 18-04-2008, 22.51.17   #14
Astral
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si concordo: io ho notato ad esempio che se non ho una tensione di paura, non sono felice.

Prima penso che c'ho qualche malattia, e mi faccio le analisi per rassicurarmi, poi potrei stare tranquillo ed invece comincio a preoccuparmi del lavoro, poi comincio a dire che vorrei avere nuove amicizie, etc...

Sono preoccupazioni e paure, che sinceramente potrei risparmiarmi o per lo meno, potrei prendere nella giusta misura.

Ho fatto un esempio personale per rendere l'idea, ma credo che facendo un po' di analisi cambiano i contesti, ma se ci facciamo caso i nostri schemi mentali rimangono gli stessi.

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