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Vecchio 02-03-2007, 08.34.13   #1
'ayn soph
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Predefinito Dedicata

.......quando nelle acque della notte, Tu pensavi tutte le Cose,
hai attraversato il Tempo nella sua immobilità,
e lo hai trovato adatto per noi.
Tu che sei il non esprimibile ti esprimi
Tu che sei il non raggiungibile ci raggiungi
Tu che hai noi come figli, ci fai sentire padri......
___________
_________________
___________

.......se anche rivoltassi tutte le galassie dei multiversi,
ma non avessi occhi per guardare,
occhi di bambino che sentono,
non ti potrei trovare............
___________
_________________
___________

Tu sei l'irraggiungibile in ogni tempo,
le tue parole arrivano da ogni direzione...

quale gioia immensa potrei mai esprimere al Tuo cospetto!!

forse ti potrei immaginare nelle parole di un amico,
incontrato per Caso ?........

Questo apporto, personale è messo a disposizione di chiunque ne vorrà fare tesoro e come riparazione di un presunto torto da parte mia a una persona del forum.
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Vecchio 02-03-2007, 11.28.14   #2
Uno
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Non so cosa e a chi vuoi riparare ma la parola "presunto" invalida tutto....
Tu sei certo di essere nel giusto (lo presumo dalla parola "presunto", se sbaglio dimmi) , qualcosa ti avrà spinto a questa riparazione.
Questa persona ti ha espresso in qualche maniera che dal suo punto di vista le hai fatto un torto?
O vai sicuro per la tua strada e non ti scusi di una cosa non fatta, oppure è come dire io mi scuso ma tu sei un visionario che vedi torti che non esistono.
Se la cosa l'hai fatta ad una persona che ti porterebbe rancore potrei anche capire quest'ultima possibilità, meglio scusarsi e pulire tutto.... vale pure in "giustizia", mi accusano di un reato, non posso provare di non averlo commesso, patteggio per pulire e non avere conseguenze.
Ripeto... non so a chi ti riferisci ma era un'occasione ghiotta per provare a chiarire (per tutti, non mi riferisco in particolare a te) un meccanismo che rimane spesso in ombra.
Uno non è connesso  
Vecchio 02-03-2007, 22.27.08   #3
'ayn soph
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riporto sotto la frase dell'utente accusante:
Sono contento che vi siano piaciuti questi argomenti, per onor di cronaca mi sembra il minimo aggiungere da dove sono stati tratti, non rispettando completamente il copyright che cita testualmente:
tutti i diritti sono di Ermopoli (org ed it) che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro.

Mancano i primi due punti, sull'ultimo a quanto vedo non mi sembra ci siano problemi.
Sul primo posso provvedere io: http://ermopoli.it, il secondo solo un moderatore o l'admin può farlo ma ritengo che questa precisazione sia sufficiente, qualora non sparisca....

Cordiali saluti
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Vecchio 02-03-2007, 22.32.23   #4
'ayn soph
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La parola ebraica "Quabbalah" significa essenzialmente "tradizione". Nel senso più ampio del termine.

La radice QBL, sia in ebraico che in arabo, esprime il rapporto di due cose poste una di fronte all'altra. Da questo rapporto si originano le idee di "accogliere" ed "accettare" (verbo quabal ) e quindi di una trasmissione (latino traditum da cui "tradizione") da una all'altra. Quabbalah è letteralmente "ciò che è trasmesso, ricevuto.

Quindi con questa parola si dovrebbe intendere una qualsivoglia tradizione, tuttavia ( ), dato che è appunto ebraica il suo uso riferisce alla specifica tradizione ebraica... o meglio, alla forma ebraica della Tradizione.

Poi è vero che con "cabala" generalmente si intende la dottrina esoterica... e con Talmud quella essoterica... ma, come abbiamo visto in "tradizione primordiale", le due cose non sono contrapposte, anzi la prima "contiene" la seconda.

Il fatto che la forma tradizionale ebraica abbia sviluppato la Scienza dei Numeri e delle Lettere al punto da non poter più essere scissa da essa non significa però che sia tutt'uno con essa.
La Scienza dei Numeri è applicazione secondaria dei Principi e, come tale e come tutte le altre possibili applicazioni, può essere elevata al rango di strumento principale per "comunicare" ed "interpretare" la tradizione tutta.
Resta tuttavia un supporto e non un'essenza... essendo l'essenza appartenente al campo metafisico.

Questo tipo di sviluppo ed applicazione la accomuna decisamente alla tradizione araba (islam)... cosa tra l'altro confermata dalla decisa somiglianza della maggior parte delle radici linguistiche. La accomuna molto meno invece, contrariamente alle apparenze, al Pitagorismo... il quale se pure anch'esso ha sviluppato molto la dottirna dei Numeri, lo ha fatto più in direzione "geometrica" che "algebrica"... si dice che per la costruzione del Tempio di Salomone fu necessario rivolgersi ai Costruttori di altre tradizioni, molto più addentro alla "Geometria Sacra"... d'altra parte proprio i "Costruttori" poggiano fortemente sul Pitagorismo.

Come si è detto in "tradizione Primordiale" è piuttosto difficile stabilire le varie discendenze tradizionali... ma in linea di massima, se possiamo riferire il Pitagorismo ad uno sviluppo del precedente Orfismo... invece la forma tradizionale ebraica, così come quella araba, verrebbe da connettere ad una derivazione della tradizione dell'" isola perduta d'occidente"


Riassumere e rendere bene l'idea di che cosa sia e a che cosa serva la Qabalah è un'impresa, poichè numerose sono le sue applicazioni, ed infiniti i punti di vista con cui approcciarsi.
Precisiamo che essa fa sì parte del misticismo, ma è necessario specificare in quale accezione va considerata in questo caso la parola misticismo; in pratica è misticismo, ma è anche esoterismo e teosofia.
Sholem ci dice "se il termine misticismo viene circoscritto alla profonda aspirazione ad una diretta comunione umana con Dio attraverso l'annientamento dell'individualità (bittul ha-yesh), allora soltanto alcune manifestazioni della Quabalah possono venire designate come tali."
La Quabalah può venire inserita nel misticismo in quanto è alla ricerca di una percezione di Dio che implichi la trascensione dei limiti posti dall'intelletto, sebbene quest'ultimo sia alla base del suo studio e sia tenuto in grande considerazione dai cabalisti.
Fondamentalmente potremmo dividere la Quabalah, per rendere più semplice il discorso, in due livelli (anche se in verità ve ne sono infiniti).
Il primo livello è l'approccio intellettuale, che contiene quella che è la Tradizione, ed è fatta di collegamenti intrinsechi tra i vari nomi, lettere, numeri e significati.
Da qui parte il secondo livello, che implica la necessità di trascensione: il segreto è per definizione ciò che non si può comunicare attraverso il limite del linguaggio, dunque attraverso simboli e i collegamenti sopra citati sta al singolo, grazie alla propria capacità e secondo la sua comprensione, ritrovarne il significato "occulto".

Passiamo ad una rappresentazione di ciò che sono le basi e la struttura della Qabalah:
L'Albero della vita, perno della Tradizione, è composto da dieci Sephirot (sfere) più una che non viene rappresnetata, Daath (conoscenza), che viene indicata come la falsa Sephirà.
Le Sephirot sono collegate fra loro da 22 sentieri, ad ognuno dei quali viene associata una lettera dell'alfabeto ebraico, che sono appunto 22.
Ogni sentiero inoltre viene associato ad ognuno degli ATU (Arcani Maggiori dei Tarocchi) che, attraverso i simboli ivi rappresentati, identifica la natura del sentiero in rapporto alla sua collocazione sull'Albero e alle Sephirot che unisce.Ogni lettera possiede un suo valore numerico, ed è appunto sui numeri che si basa il primo passaggio "obbligato" in questa pratica.
Ogni numero qualitativamente in rapporto agli altri assume determinati significati e, facendo un esempio, nel valore numerico di una parola (calcolato assommando tutti i valori delle singole lettere che compongono la parola) sono depositati tutti i suoi significati concettuali, che vanno rapportati a quelli di altre parole che abbiano lo stesso valore numerico (tecnica detta gematria)

E' importante, prima che ci si addentri in questo mondo, fare una specifica distinzione tra Qabalah teorica e Qabalah pratica:
La Qabalah teorica, di cui abbiamo accennato, è il "contenitore" dei principali strumenti di COMPRENSIONE della realtà fenomenica e noumenica.
La Qabalah pratica è invece l'applicazione di questi principi alla realtà, per meglio comprenderla o per modificarla.
Questo si collega perfettamente al concetto di MAGIA, purchè si sia in grado di spogliare questo termine di tutte le sue implicazioni popolari e dunque superstiziose.

E' questo fondamentalmente un metodo, che implica un percorso, il cui fine dipende ovviamente dal soggetto che si applica nello studio della suddetta disciplina. E' ognuno di noi ad attribuire un fine ultimo allo studio, esattamente come in una qualsiasi altra disciplina che implichi il miglioramento di sè in funzione della ricerca della propria Verità, assoluta e insindacabile, purchè nel rispetto e nella dovuta umiltà.
Nessuno vi darà mai prova dei possibili risultati che si possono ottenere attraverso questo studio, poichè sarà briga del singolo lavorare e scoprire se questo è un metodo che può essere utile o meno.
"Il successo sarà la tua prova", questo se vi sarà alla base un lavoro onesto e privo della brama del risultato, perchè solo "la pura volontà, non soddisfatta dal fine, distinta dalla lussuria del risultato, è in ogni modo perfetta".

I testi base a cui far riferimento per lo studio tecnico della Qabalah sono lo Sefer Yetzirah (Libro della Formazione), lo Sefer HaBahir (Libro della Chiarezza, e lo Sefer HaZohar, o semplicemente Zohar (Libro dello Splendore).

Concludo questo passaggio introduttivo specificando che secondo i Cabalisti l'intera Torah è stata scritta in funzione dei valori numerici di ogni singolo termine, ed è dunque, nelle storie in essa contenute, una rappresentazione allegorica dei principi segreti della Creazione e delle regole che determinano la sua evoluzione.
Nel Sefer Yetzirah si afferma che gli Elohim crearono l'Universo basandosi su numeri e lettere (l'alfabeto ebraico sarebbe stato creato in funzione di tali concetti). Comprendere dunque l'essenza di questi numeri e lettere e le relazioni esistenti tra esse, fungerebbe da illuminazione per le menti "ben disposte" riguardo il funzionamento delle leggi che regolano lo stesso Universo.
Inoltre, e questo è un fatto importante, il rapporto grafico con i numeri è diverso dalla nostra concezione. E' impreciso dire che ad ogni lettera corrisponde un numero; sarebbe più corretto dire che ogni lettera è un numero e viceversa. Infatti in ebraico i numeri si scrivono mediante l'uso grafico delle lettere, e non con altri simboli.
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Vecchio 02-03-2007, 22.32.54   #5
'ayn soph
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Si può dire che la Qabalah si occupa di ciò che "era" prima della Creazione, e di ciò che era e sarà al di sopra e al di sotto della comprensione umana.
La Qabalah conta quattro mondi:
1- Il Mondo Archetipico: Olam Ha-Atzilut
2- Il Mondo della Creazione: Olam Ha-Beriyà
3- Il Mondo della Formazione: Olam Ha-Yetzirà
4- Il Mondo dell'Operato: Olam Ha-Assiyà

Il quarto mondo è il mondo materiale, l'ultimo del processo creativo, dunque il più basso (non si intende dire il "peggiore").
Su questo mondo l'Ein Sof - o Ain Soph - (Infinito) agisce attraverso le dieci Sephirot dell'albero della Vita, in cui sono segnate anche le 22 lettere dell'alfabeto ebraico sottoforma di sentieri che collegano tra loro le Sephirot (Sfere, o emanazioni). Esse danno insieme le 32 vie, nelle quali "tutto" è contemplato: Naassà Venimzà.
Le Sephirot sono:
1 Kether - Corona
2 Chohmah - Saggezza
3 Binah - Intelligenza (o comprensione)
4 Chesed (o Gedulah) - Grazia
5 Geburah - Forza
6 Tiphereth (o Rachamim) - Bellezza
7 Netzach - Vittoria
8 Hod - Splendore
9 Yesod - Fondamento
10 Malkuth - Regno

C'è un legame forte tra Kether (La corona, la più alta delle emanazioni) e Malkuth (Il Regno, l'uomo, la più bassa delle emanazioni). Questo per comprendere la circolarità della creazione, il suo segreto intrinseco. Poichè giungere a Kether significa essere sempre su Malkuth, poichè si è uomini, ma con la Corona in testa, dunque con la coscienza più alta.
Dio non creò il mondo direttamente, ma tramite le Sephirot.
Esse sono divise in tre gruppi da tre Sephirot ciascuno: maschile, femminile, mentre dall'unione delle due nasce la terza Sephirà e così per tre volte.
L'ultima è a sè ed è il Regno, e rappresenta la somma di tutte le altre. Malkuth si chiama anche Shehinà (abitazione), che sta a significare la presenza di Dio in mezzo alla creazione.

Sui quattro mondi:
Ognuno dei 4 mondi ha la propria collocazione nell'albero della vita (di cui riporterò un'immagine...se qualcUno mi aiuta, non so se riesco ad inserirla, ho un handicap con il pc) ...dal mondo dell'operato, il manifesto, su malkuth si arriva in scala fino al mondo archetipico della triade superna.
Eppure per ogni mondo vi è in realtà un albero della vita, ovvero ogni sephirà ha il suo ruolo in ciascuno dei mondi. Questo per rispettare quella visione olistica che spesso agli occidentali manca.

1- Alef. E' una delle tre lettere madri, dal valore numerico di uno . Trad. Bue

2- Beth. Lettera doppia, valore numerico di due. Trad. Casa

3- Gimel. Lettera doppia, valore numerico di tre. Trad. Cammello

4- Daleth. Lettera doppia, valore numerico di quattro. Trad. Porta

5- He. Lettera semplice, valore numerico di cinque. Trad. Finestra

6- Waw. Lettera semplice, valore numerico di sei. Trad. Chiodo

7- Zahin. Lettera semplice, valore numerico di sette. Trad. Spada

8- Heth. Lettera semplice, valore numerico di otto. Trad. Steccato

9- Teth. Lettera semplice, valore numerico di nove. Trad. Serpente

10- Yod. Lettera semplice, valore numerico di dieci. Trad. Mano (il palmo)

11- Kaf. Lettera doppia, valore numerico di 20 o 500 Trad. Palma

12- Lamed. Lettera semplice, valore numerico di 30. Trad. Pungolo per capre

13- Mem. E' la seconda lettera madre, dal valore numerico di 40 o 600. Trad. Acqua

14- Nun. Lettera semplice, valore numerico di 50 o 700. Trad. Pesce

15- Samek. Lettera semplice, valore numerico di 60. Trad. Puntello

16- Ayin. Lettera semplice, valore numerico di 70. Trad. Occhio

17- Peh. Lettera doppia, valore numerico di 80 o 800. Trad. Bocca

18- Tzaddi. Lettera semplice, valore numerico di 90 o 900. Trad. Amo

19- Qof. Lettera semplice, valore numerico di 100. Trad. Nuca

20- Resh. Lettera doppia, valore numerico di 200. Trad. Testa

21- Shin. E' la terza lettera madre, dal valore numerico di 300. Trad. Dente

22- Tau. Lettera doppia, valore numerico di 400. Trad. Croce


Le lettere con valore numerico doppio, Kaph, Mem, Nun, Peh, Tzaddi riportano il secondo valore se sono scritte a fine parola.

Alef. Associata all'elemento aria e all'ATU "Il Matto"

Beth. Associata a Mercurio e all'ATU "Il Mago"

Gimel. Associata alla Luna e all'ATU "La Sacerdotessa"

Daleth. Associata a Venere e all'ATU "L'Imperatrice"

He. Associata all'Ariete e all'ATU "L'Imperatore"

Waw. Associata al Toro e all'ATU "Lo Ierofante"

Zain. Associata ai Gemelli e all'ATU "Gli Amanti"

Heth. Associata al Cancro e all'ATU "Il Carro"

Teth. Associata al Leone e all'ATU "La Giustizia (o Accomodamento)

Yod. Associata alla Vergine e all'ATU "L'Eremita"

Kaph. Associata a Giove e all'ATU "La Fortuna"

Lamed. Associata alla Bilancia e all'ATU "La Lussuria" (o avidità).

Mem. Associata all'elemento acqua e all'ATU "L'Appeso"

Nun. Associata allo Scorpione e all'ATU "La Morte".

Samek. Associata al Sagittario e all'ATU "L'Arte"

Ayin. Associata al Capricorno e all'ATU "Il Diavolo"

Peh. Associata a Marte e all'ATU "La Torre"

Tzaddi. Associata all'Acquario e all'ATU "La Stella"

Qoph. Associata ai Pesci e all'ATU "La Luna"

Resh. Associata al Sole e all'ATU "Il Sole"

Shin. Associata agli elementi Fuoco e Spirito e all'ATU "l'Eone"

Tau. Associata a Saturno e all'elemento Terra e all'ATU "L'Universo"

Non solo le lettere hanno un'associazione planetaria; ad ogni sephirà corrisponde un pianeta, vediamoli:

Kether : Plutone e Nettuno

Chohmah: Urano

Binah: Saturno

Chesed: Giove

Geburah: Marte

Tipheret: Sole

Netzach: Venere

Hod: Mercurio

Yesod: Luna

Malkuth: Terra

Ci sono 3 colonne, o pilastri. A sinistra è il pilastro del Rigore, in centro il pilastro dell'Equilibrio, a destra il pilastro della Clemenza.
Le sephirot a sinistra sono, in ordine discendente:
Binah, Geburah e Hod
Quelle centrali sono, in ordine discendente:
Kether, Tiphereth, Yesod e Malkuth
Quelle a destra sono, in ordine discendente:
Chohmah, Chesed, Netzach.

Collegamenti dei sentieri, una lettera ogni sentiero.

Kether-Chohmah: Alef
Kether-Binah: Beth
Kether-Tiphereth: Gimel
Binah-Chohmah: Dalet
Chohmah-Tiphereth: Hè
Chohmah-Chesed: Vau (Waw)
Binah-Tiphereth: Zain
Binah-Geburah: Chet
Geburah-Chesed: Teth
Chesed-Tiphereth: Yod
Chesed-Netzach: Kaph
Geburah-Tipheret: Lamed
Geburah-Hod: Mem
Tipheret-Netzach: Nun
Tiphereth-Yesod: Samek
Tiphereth-Hod: Ayin
Hod-Netzach: Pè
Netzach-Yesod: Tzaddi
Netzach-Malkuth: Qoph
Hod-Yesod: Resh
Hod-Malkuth: Shin
Yesod-Malkuth: Tau

Vi ci vorrà un po' sia ad associare che a memorizzare. Partite dall'associazione nome sephirot-posizione nell'albero, e piano piano capirete bene quali sono i sentieri corrispondenti. Mi rendo conto che una tabella così non è semplicissima, ma purtroppo non si legge bene essendo l'albero postato eccessivamente ridotto.

La prima emanazione della creazione è Kether, e via via discendendo si ottengono le altre forme duali. Il primo dualismo che si incontra nella creazione è dato da una forma ancora archetipica (la triade superna Kether-Chohmah-Binah è chiamata la triade occulta) tra la Saggezza e la Comprensione (è meglio di Intelligenza secondo me, ne racchiude il senso in maniera più precisa), e sono unite insieme dal sentiero di Dalet, che significa porta, ed è la planetaria di Venere, che nella sua forma archetipica rappresenta l'Agape, amore puro. Dunque il primo dualismo è tenuto insieme dall'Amore.
L'emanazione procede da Kether a Chohmah attraverso la Via di Alef, lettera che vale uno, significa bue lettaralmente, ma nella Qabalah ha accezione di 'soffio' divino, infatti non è una lettera, poichè non esistono vocali in ebraico. Si chiama in grammatica 'consonante debole', non corrisponde ad un suo suono preciso, ma regge la vocale con cui inizia la parola, quindi dà 'fiato' al parlare. Alef corrisponde al matto che è l'Arcano ZERO dei Tarocchi, quindi ancora la creazione non è avvenuta, è nella SAGGEZZA del Formatore(Creatore), e attraverso l'amore si manifesta nel ricettacolo, Binah (la terza sephirà) che è collegata al formatore dalla lettera Beth, prima lettera della creazione. Il Mago che vi si associa corrisponde infatti al PRIMO arcano maggiore dei Tarocchi.
Vi è un trucco nel primo termine della creazione che rende quest'idea (e questi passaggi sottolineino la complessità del sistema cabalistico), questo passaggio 1-2-3.
La creazione inizia con Bereshit barà Elohim, letteralmente: in principio Dio creò. Considerando che nel testo biblico originale l'ebraico era una scriptio continuam come il sanscrito, dunque le parole non erano distaccate tra loro, doveva essere il lettore a farlo.
Quindi abbiamo due interpretazioni possibili.
1- Bereshit, che senza vocali dà BRSHT. B - RSH - T(o Th). Abbiamo quindi RSH, che significa Capo, contenuto in B e T, ovvero in Beth, la testa nella casa; e questo fa pensare al bambino che nasce (la testa) fuoriuscendo dalla Casa (il grembo); rapporto macrocosmico del processo di creazione, tantopiù se consideriamo che Binah è chiamata la Grande Madre.
2- Bereshtbaràelohim può essere diviso in altro modo, ovvero: Beresh yt-barà elohim, che letteralmente significa 'Dio creò nella sua testa', dunque tramite Saggezza (Chohmah) a livello ideale/archetipico.

Questo è solo un assaggio, ma faccia capire che non vanno considerati gli elementi a se stanti, vanno invece considerati in un unico disegno preciso, quindi sempre in rapporto con gli altri.
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Vecchio 02-03-2007, 22.34.06   #6
'ayn soph
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Proviamo a fare un'analisi di linguaggio, poichè la Qabalah, essendo metodo, è soprattutto 'linguaggio'. Quest'analisi la possiamo chiamare: 'PARLARE CABALA'.
Questo post qui sopra diretto a Jeze, è un esempio di Cabala estatica, ovvero una volta ottenute le basi intellettuali del linguaggio cabalistico, esse devono essere trascese, o meglio ancora 'penetrate'. Questo entrare dentro (il significato stesso dell'iniziazione, dal latino in inis) significa anche farsi filtro stesso del linguaggio in questione, quindi comprenderlo e portarlo fuori. Questo 'penetrare la tecnica' è la ricerca di un significato esoterico, cioè insito nei collegamenti intellettuali e algebrici del sistema stesso, attraverso la propria comprensione delle leggi universali, sia macrocosmiche che microcosmiche. Dunque diventa una lingua ATTRAVERSO cui spiegare ogni cosa, parlare di ogni cosa, elemento dunque di INTERAZIONE. Questo rapporto è possibile in modi diversi.

L'esempio è nel post che ho scritto su 'Ri-velare':
Ri-velare.
Posto che indica precisamente porre un nuovo velo....un velo su che cosa? Sulla Verità. E perchè si vela la Verità? Per nasconderla? No. Non è quello lo scopo. La Ri-velazione è una conseguenza della Manifestazione del Verbo. Ovvero, una Verità pronunciata è Menzogna, perchè corruttibile e de-finita.
Affinchè vi possa essere parola, si deve considerare che c'è un soggetto che prununcia (Dio crea attraverso il verbo, che era presso di lui, che era lui) e un oggetto che la ascolta, la riceve, la prende con sè. Cosa c'è di più Illusorio? Nulla, poichè la Parola, anche se atta a trasmettere la Verità, nega l'unità, poichè necessita del dualismo per sopravvivere.
Consideriamo a livello microcosmico.
Lingam e Yoni, che sono rispettivamente i genitali maschile e femminile. Essi nell'atto sessuale diventano un tutt'uno pur restando elementi separati, e si dice che 'il Lingam è un tutt'uno con il cedere della Yoni, e la Yoni è un tutt'uno con l'allungarsi del Lingam'. L'eiaculazione, che è il verbo, cos'è? La possibilità di unione, ovvero la possibilità del concepimento, la creazione, il terzo elemento che rende veramente UNO i due elementi contrapposti.
Ma dove va a finire il seme? Nel Grembo, nelle tenebre, dove viene incanalato e de-finito (poichè la nascita condanna alla morte). L'illusione è la DICHIARAZIONE stessa del dualismo. Ma quest'illusione non è errata, è l'unico linguaggio attraverso il quale operare per trascenderla, tornando all'unità.
Dunque questo ri-velare è il seme che entra nelle Tenebre. Cosa sono le Tenebre? Il Silenzio, la quiete che succede al Chaos.
Quindi la Parola e il Silenzio, nel loro continuo rapportarsi, determinano la Verità. Uno ri-vela e l'altro conserva. Qual è il canale che permette alla rivelazione di non disperdersi? L'Amore, che è causa della separazione e al contempo possibilità di unione.
Sull'albero della vita infatti, nella triade superna, abbiamo due Sephirot che fanno al caso nostro. Cochmah e Binah, rispettivamente parola e silenzio, uno dà e l'altro riceve, attraverso la via di Daleth, che è la via dell'Amore puro, Agape, e che in ebraico significa 'porta'.
Provate a meditare sul fatto che dire la verità è una maledizione.
Perchè? Perchè siamo costretti a pronunciarla, perdendo il Silenzio e ritrovandolo subito dopo. L'unico modo per non disperdere è far passare il verbo nel canale dell'amore, affinchè dall'altra parte vi sia comprensione.

Questa è un'applicazione del linguaggio cabalistico, e si ricollega perfettamente al discorso qui sopra rivolto a Jeze.
Una volta che un METODO diviene il filtro attraverso il quale si parla, si ascolta, si assimila e si analizza, in maniera naturale si ha la sua applicazione alla REALTA' (esempio di passaggio da cabala teorica a cabala pratica). Ci sono poi altri metodi di applicazione pratica, tra cui il rituale magico. Il concetto di MESSA A TERRA.
Ma il fine, attenzione, non è la Cabala che, in quanto linguaggio, deve restare un mezzo, un canale attraverso il quale esprimere se stessi e creare un collante tra il nostro cerchio e tutto il resto, che è poi il confine stesso del cerchio.
Il fine è sempre l'unione tra Macrocosmo e Microcosmo.
Il segreto è l'applicazione costante dei principi studiati con il proprio vissuto e la propria condizione, quella umana. Una questione di aderenza.

Posto questi due esempi, che già evincono un'analisi un po' complessa di questo linguaggio, si ritorna indietro all'intelletto, per esporre le regole principali attraverso cui opera la cabala stessa, ad un livello meramente algebrico e logico.

TECNICHE CABALISTICHE:

Gematria

La gematria (si legge ghematria) è la tecnica che stabilisce che due termini aventi lo stesso valore numerico, sono nella loro sostanza strettamente collegati. Questo non significa necessariamente che sono opposti, complementari, simili o addirittura uguali. Significa che l'unione algebrica (stesso valore numerico) determina una sostanza COMUNE, unione estatica, che può manifestarsi su vari livelli di comprensione, dunque con il tempo risultare tesi,antitesi e sintesi.
La lingua ebraica è anche matematica parlata, essendo ogni lettera un numero (non 'ad ogni lettera corrisponde un numero', ogni lettera E' un numero e viceversa), dunque 'dire' o 'scrivere' lo stesso numero in maniera diversa comporta anche un cambiamento nella sostanza, dunque va analizzato anche il contesto in cui si inserisce. Esattamente come in matematica la cabala ha i suoi artifici, poichè il significato matematico non determina la verità, ma è l'utilizzo che se ne fa a rendere una cosa vera oppure no, sempre nei limiti della relatività e della soggettività chiaramente. L'importante è che 'vengano rispettate le regole'. Senza tradire quindi lo schema, lo si può modellare a seconda della propria esigenza, trasformando così la Cabala stessa in un qualcosa in continua evoluzione, con un proprio percorso personale ed una propria identità storico-filosofica, che sia rappresentazione INCOMPRENSIBILE (letteralmente) dell'Universo e al tempo stesso rappresentazione elastica dell'individualità delle singole componenti del creato (uomini e donne).
Scusate le divagazioni, sono un po' pedante. Torno sull'esempio pratico.

Prendiamo due parole: Messia e Serpente. In ebraico sono MShYCh e NChSh. Hanno entrambe il valore di 358. Questo indica che le due parole, nella loro essenza (si parla anche di simboli) sono strettamente correlate e, per chi ha l'occhio attento, fra queste due parole la relazione è esplicita.

Sono poi innumerevoli i modi per far interagire tra loro numeri e lettere, associando il concetto alla parola.
Ad esempio (qui non si tratta più di gematria): la parola uomo in Ebraico è Adam, precisamente ADM (Alef+dalet+mem); vale 45 (vedremo con un altra tecnica come questo 45 ci dica molto sul concetto di uomo, più avanti). La parola è composta, Alef è il soffio divino, la prima lettera dell'alfabeto, strumento di Dio per la creazione, mentre la parola DM significa 'sangue'. Possiamo dire dunque che ADM, l'uomo, senza il soffio divino (lo spirito) non è altro che DM, sangue.
Oppure, allo stesso modo vediamo altri due termini: Ameth significa in ebraico 'Verità', ma se noi togliamo dalla Verità il soffio divino, otteniamo Mth, che significa 'morte'.
Questo per far notare la bellezza e la potenza espressiva della lingua ebraica, che ha forse uguali solo nel sanscrito.

Riduzione Teosofica:

La riduzione teosofica può essere applicata per ridurre una parola ad una cifra semplice. Ovvero assomando i valori numerici delle lettere fino ad ottenere una sola cifra. Questo può servire ad analizzare il concetto di un termine a partire dal fondamento della prima decina. Quasi tutte le culture definiscono la prima decina la fine del ciclo di manifestazione (le dieci Sephirot sono un esempio), definendo tutti gli altri numeri una rappresentazione della prima decina in particolari aspetti che gravitano intorno ad una determinata orbita.
Quindi facendo un esempio torniamo ad ADM, che vale 45 (1+4+40)..45 è 4+5=9
Quindi il nove, che può essere associato a Yesod, la Sephirà dominata dalla Luna. Dunque potremmo intendere il 9 non come il numero sintesi dell'uomo, che è in realtà 5-il pentagramma- ma bensì come l'aspetto del concepimento dell'uomo, la sua emenazione tramite il femmineo, FONDAMENTO della creazione.

Notariqon.
Il Notariqon consiste nel ricavare da una singola parola, una frase, formandola con le lettere della parola come iniziali.
Questa è un'espressione della FORMULA magica ad esempio, una compressione di un concetto, al fine di rendere il concetto in un solo fiato.
Ad esempio AGLA è un notariqon della frase 'Athe Gibor Leolham Adonai' - 'tua sia la forza nei secoli dei secoli mio Signore'. AGLA è il nome di un Arcangelo.
Oppure, secondo la Cabala greca, IChThYS, che significa pesce (simbolo di gesù) diventa 'Iesous Christòs Theus Yios Sotèr' - 'Gesù, figlio di Dio Salvatore'.
Questo può essere uno spunto interessante per chi volesse provare a costruire dalle parole delle frasi, a suo piacimento. Ad esempio con l'uso del proprio nome e cognome, trasformandolo in una formula vera e propria.

Queste sono le tre tecniche principali. Ne vedremo altre meno utilizzate, ma per il momento mi fermo qui e proviamo a lavorare su quelle che già ci sono
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Vecchio 02-03-2007, 22.36.32   #7
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La Tradizione Primordiale
Il punto di vista della Tradizione Primordiale è quello per il quale tutte le tradizioni che esistono o sono esistite derivino, più o meno direttamente, da un unico nucleo originario.

Coloro che se ne sono occupati rilevano l'unità sostanziale, dietro la diversità dei simboli e delle espressioni, di tutte le dottrine spirituali, sia esoteriche che essoteriche.

Una specificazione che va fatta subito riguarda proprio la questione esso-eso terico. Le due cose non sono per nulla scollegate, ma se si vuole essere precisi, non si può nemmeno vederle come due facce della stessa medaglia. Il punto di vista tradizionale impone una gerarchia tra le due e vede la parte essoterica come l'emanazione esteriore (la punta dell'iceberg) di una dottrina trascendentale (metafisica). Questa parte esteriore, rivesta essa la forma di una religione oppure no, è quella destinata a tutti in modo indifferenziato e quindi, è necessariamente "adattata" in basso e priva di tutta una parte di contenuti riservati alla parte esoterica, destinata invece ad un'elite.

Quindi detta parte essoterica è contenuta in quella esoterica, che la precede gerarchicamente. Per fare un esempio, esiste un Cristianesimo esoterico. Tuttavia, lungi quest ultimo dal trovarsi contenuto in quello ufficiale, vale invece viceversa.

Questo non significa però che la parte essoterica non sia valida. Essa è valida sotto tutti gli aspetti. Infatti mantiene il nucleo originale della Tradizione da cui è emanata e, nei suoi contenuti, mantiene degli "agganci" più o meno palesi che permettono a chi li può vedere di rintracciare la parte esoterica.

L'unità sostanziale delle tradizioni è trascendente e non immanente. Ovvero essa può essere trovata, o meglio ri-trovata, solo tramite percorso ascendente.

Quindi il tentativo profano di "unificazione" tradizionale, o magari solo religiosa, sullo stesso piano dove sussiste invece la diversificazione, è da considerarsi, nel migiore dei casi, ridicolo. Nel peggiore, anti-tradizionale.

L'origine della Tradizione Primordiale e, di conseguenza, di tutte le tradizioni secondarie è sempre "non umano". Forse sarebbe meglio dire "sovra-umano". Le varie tradizioni infatti hanno in comune perlomeno il Principio da cui emanano. Ed è proprio sui Princìpi che infatti concordano tutte le tradizioni "regolari", dove per "regolare" si intende propio la concordanza dei Princìpi.

La Tradizione, emanando dal Principio e via via scendendo per i vari piani di manifestazione fino al contingente, è suscettibile di modificazioni ed adattamenti in relazione ai tempi, ai luoghi ed alle genti cui è rivolta.

La regolarità delle diversità, e quindi alla fin fine di una specifica tradizione, dipende dalla sua connessione con il Centro, con i Princìpi. Simbolicamente questa connessione è rappresentata dall'appartenza dei o del rappresentante di una tradizione al "centro del mondo". Limitandosi a qualche accenno (approfondiremo) figure come il "re del mondo" o "Melqui-Tsedek" vanno ricollegate anche a questo tipo di simbolismo.

Essendo il collegamento di cui parliamo riferito alla sfera "spirituale" esso è appunto trascendente... si consustanzia ad un livello più alto di quello contingente... e si riferisce ai piani "sovra-umani" dove avvengono, o dovrebbero avvenire, sia le emanazioni che le differenziazioni formali (da forma appunto)...

la Tradizione, e chi ne è rappresentante, ( per linee di masssima e naturalmente per quanto possibile) a mio avviso tenta di seguire, ad oggi, il percorso inverso.
Cerca di standardizzare il tutto ( brutta parola...ma solo per indicare che pur trovandoci noi nella manifestazine essoterica questa abbisogna, per andare avanti, di partire da un punto in comune, almeno agli occhi della massa ) per poi, in maniera ascendente, risalire la Tradizione stessa .....Questo è ovvio è un mio personale punto di vista.
Continuando credo che per certi versi " L'elite" della quale si è accennato, non voglia significare ( o contenere ) chi, ad un profano aspetto, viene considerato come " superiore " quanto, invece, particolare "tramite" al fine di assumersi l'onere di portare a conoscenza o quanto meno far " sapere " che esiste una parte essoterica ed una esoterica, giacchè ad oggi, soprattutto in questo, bisogna fare i conti con le strutture che per secoli si sono formate.

In linea di massima la simbologia si riferisce alla Tradizione Primordiale come "polare" o "iperborea".

Essa è collegata al Nord... niente oriente od occidente quindi... a mostrare come, in qualche modo, tutte le altre le stanno rispettivamente a sud, sotto... ad indicare una gerarchia.

Nelle varie tradizioni si trovano indicazioni riferite alla "collocazione" del centro primordiale, dove è stata (ed è) custodita la Tradizione e da cui Essa si è "emanata", diversificandosi ed adattandosi a seconda della destinazione.

La "montagna del Paradiso Terrestre"... Agartha... Thule... Salem... sono alcune diciture piuttosto note (si può approfondire... cmq è meglio specificare che le diciture di cui sopra possono indicare sia il centro della Tradizione Primordiale sia la sua copia (immagine) specifica per una tradizione particolare... quindi possono esserci più di una Thule, e così via).

Per adesso mi limito ad aggiungere che simbolicamente il concetto di polo è strettamente connesso a quello di "centro" per un'evidente analogia spaziale.

sottolineiamo questo punto... (Questo non significa però che la parte essoterica non sia valida. Essa è valida sotto tutti gli aspetti. Infatti mantiene il nucleo originale della Tradizione da cui è emanata e, nei suoi contenuti, mantiene degli "agganci" più o meno palesi che permettono a chi li può vedere di rintracciare la parte esoterica.)
….come dire che un acqua riscaldata dal sole, non è il sole ma ha il suo calore.... questo può essere un "effetto" secondario per esempio delle Religioni... far sentire il calore e venire il desiderio (a chi poi non soddisfa il palliativo) di cercare il sole con tutte le altre caratteristiche.
Purtroppo alcune struture si sono talemente strutturate da perdere un pò il senso di quello che stanno facendo... ma ricordiamoci sempre che all'interno di grandi strutture c'è sempre qualcuno che può ricollegarsi alla fonte... anche usando solo la forma esteriore della sua Tradizione.

In sintesi esiste un fil rouge... un filo rosso che come il filo di Arianna nella caverna del Minotauro ci dovrebbe portare fuori dall'animalità per farci diventare Uomini (intesi come genere).

In merito alle varie tradizioni particolari e diversificate risulta molto spesso assai difficile - e a volte del tutto impossibile - stabilire con certezza quale di esse derivi direttamente da quella iperborea e quale invece sia da ricondurre ad altra sua "filiazione".

In ogni caso stabilirlo non è essenziale. Questo perchè, in un modo o nell'altro, tutte le tradizioni regolari si riconnettono a quella primordiale.

Questa ri-connessione parla, se si capisce, di un collegamento e di una trasmissione ininterrotta. Come dire che non ha alcuna importanza quanti e quali "giri" ha fatto una certa dottrina prima di assumere quella data forma specifica... quel che conta è che detta trasmissione ci sia effetivamente stata e che non ci siano state "interruzioni" da un punto di vista dei Princìpi, che è dire "spirituale".

Detto questo, entrando un minimo nello specifico anche se a mo' di accenno, si può dire che i simbolismi che si ritrovano in tutte le tradizioni si possono riconnettere a quella iperborea, e sono più "vicini" ai Princìpi... mentre le varie Scienze Tradizionali particolari possono considerarsi "filiazioni" secondarie e specifiche per le destinazioni a cui sono rivolte.

Un possibile fraintendimento è quello di applicare una successione temporale... almeno in modo rigoroso. Innanzitutto le notizie che noi possiamo avere su taluna o talaltra tradizione possono non indicare precisamente le epoche delle loro origini (la trasmissione orale...) e poi, quando si parla di connessioni tra le tradizioni, non significa necessariamente contatti diretti sul piano materiale... o addirittura "scambi" di pezzi... ma semplicemente (nel senso di essenziale) sviluppi più o meno simili dell'impulso iniziale che, per quanto ci riguarda, possono benissimo risultare più o meno contemporanei... e la similarità eventuale è da attribuirsi all'unità dei principi, piuttosto che ai contatti e scambi.


Una delle dottrine che si riscontrano in tutte le tradizioni, anche se più o meno sviluppate a seconda dei casi, è quella dei cicli cosmici.

Si potrebbe obiettare che l'aggetivo "cosmici" è già una specificazione particolare e che si dovrebbe parlare di dottrina dei cicli e basta. Tuttavia, se facciamo riferimento al significato tradizionale della parola "cosmici", scopriamo che "cosmo", opposto a "caos", si riferisce ad ogni possibilità di manifestazione, qualunque ambito più o meno ristretto si voglia attribuirgli di volta in volta.
Cosmo è tutto ciò che ha una "struttura" (vedi "costruire") e si riferisce indistintamente alla totalità dell'esistente come ad una sua particolare e specifica espressione.
D'altra parte ogni manifestazione contiene in potenza tutte le altre, essendo la singola specificità di una generale possibilità.
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Vecchio 02-03-2007, 22.37.53   #8
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Traducendo quanto sopra si può dire che ogni cosa manifestata simboleggia sia il tutto che tutte le altre cose. E che la differenza che può risultare tra due specifiche manifestazioni non è altro che l'indizio della loro somiglianza e origine comune riscontrabile tramite sintesi superiore.
Infatti il microcosmo è l'immagine "umana" del macrocosmo e viceversa. E questo vale per qualsivoglia singola specificità... la quale, per analogia, rappresenta e contiene in potenza, tutte le altre... in ogni uomo c'è tutto il cosmo e nel cosmo c'è ogni singolo uomo... siamo fatti a Sua immagine e somiglianza...

Detto questo - spero si capisca, ma ogni ulteriore chiarimento è il benvenuto - risulta chiaro che dire "cicli cosmici" e dire "cicli" è assimilabile, non potendo essere i cicli atro che cosmici.


Data la legge di analogia, di cui una delle possibili espressioni è il famoso "come in alto così in basso", la faccenda dei cicli cosmici è applicabile a qualsiasi aspetto della manifestazione, oltre che alla manifestazione stessa. Questo fa di essa una dottrina fondamentale della Tradizione.

Uno dei possibili aspetti di questa dottrina è la sua applicazione in ambito temporale... quella più nota. La tradizione che ha sviluppato maggiormente questo aspetto, per quel che ne sappiamo, è la tradizione indù e forse sarebbe da continuare il discorso nella specifica sede.
Accenno solo che alcuni numeri che escono da questa applicazione risultano importanti anche per lo studio e la comprensione di altre tradizioni o dottrine... per fare un esempio, il numero 4320, che è strettamente connesso sia alla precessione degli equinozi, sia alla suddivisione in Yuga dei manvantara, secondo l'alchimia cinese è anche il numero di anni che un metallo impiega a diventare oro naturalmente... cioè senza che l'alchimista acceleri il processo.

Tenendo sempre l'attenzione su questo numero apparentemente strano... 4320... si potrebbe notare che esso, oltre a quanto citato sopra, corrisponde al numero di minuti che ci sono in tre giorni.

Ora, se pensiamo che, stando appunto all'alchimia cinese, questo numero esprime in anni il tempo necessario all'Opera senza accelerazioni, e se consideriamo che invece, "accelerando", in tre giorni si distrugge e ricostruisce il tempio, potremmo chiederci quale rapporto intercorre tra minuto e anno... e cosa questo rapporto potrebbe a sua volta mostrare...

Secondo il calendario Maya, un ciclo di 4320 anni dovrebbe concludersi tra sei anni, 2012 ....

La terra e il nostro sistema solare si muovono nel cosmo in un movimento a spirale identico al piano elicoidale del nostro DNA, chissà... nel nostro piccolo racchiudiamo i segreti del cosmo... e proveniamo da quel Principio a cui si rifà la tradizione primordiale....
L'unico che veramente ha distrutto e ricostruito il tempio in tre giorni è Gesù Cristo, la pietra angolare, il primo e l'ultimo... assumendo la natura umana ci ha fatto partecipi di questo e ci ha fatto capire che il nostro corpo racchiude in scala i segreti del cosmo e della materia... plasmati a sua immagine e somiglianza.


L'applicazione della dottrina dei cicli all'ambito temporale (piano di manifestazione del corporeo in senso ampio) comporta una visione del tempo molto diversa da quella "comune", che è dire occidentale moderna e, in questo caso, scientifica.

La visione comune del tempo è lineare... cioè il tempo si sussegue più o meno in modo costante... c'è un inizio e forse ci sarà una fine... e il tempo per così dire procede in una sola direzione. questa visione comporta che un avvenimento passato è concluso, non esiste più e nulla può interagire con esso.

La visione tradizionale invece è circolare... o meglio a spirale. E' un continuo susseguirsi di inizi che portano a fini che rappresentano altri inizi... questo a tutti i livelli. Indipendentemente da quanto ampio sia l'ambito considerato la visione tradizionale troverà un costante procedere ritornando... un rinnovarsi compiuto un percorso... un andare avanti verso il punto da cui si è partiti.
questo non significa che il tempo vada indietro... ma che gli avvenimenti, pur se diversi nello specifico, sono anche gli stessi in un ambito più generale.
Il mondo avanza verso la distruzione e rinasce dalle sue ceneri... la luna cresce splende cala e muore per ricominciare da capo... stessa cosa per i cicli vari all'interno del nostro corpo o nella natura... tutto insomma.
Il mito della fenice dice innanzitutto questo.

I cicli più piccoli (di ambiti minori) sono compresi in quelli più grandi, così come gli ambiti maggiori comprendono le loro parti. Inoltre tutti i cilci sono interconnessi in un unica enorme e complessa struttura (senso etimologico)... ed è proprio questo a fornire realtà alle cose... a fare cosmos dal caos.


La ciclicità della realtà produce la possibilità (e la necessità) dei Riti.

Siccome tutti gli ambiti, ampi o ristretti che siano, sono interconnessi, la mia azione, se voglio che sia Reale (cooperazione alla Struttura) deve essere ritualizzata... ovvero valere non solo nell'ambito dove sto agendo ma in tutti. Per fare questo deve richiamare... ripetere gli atti corrispondenti (analoghi) esistenti ai livelli più alti. I riti funzionano così... sono la ripetizione e il rinnovamento di atti cosmici o promordiali o eroici o antichi o qualcosa di più grande.
Nell'Eucarestia la comuniopne cristica viene ripetuta e rinnovata... non solo ricordata. Questo la rende sacra (sacrum facere... sacrificio) e quindi reale vera. Un atto non rituale, che non richiama nulla ma vuole valere di per se è un atto che non esiste (agitarsi a vanvera), che non è dotato di realtà (sacralità)... non ha struttura perchè non vi partecipa... non è costruire, è distruggere.

E' in questo modo che possiamo avere chiara l'idea di come sia tutto interconnesso, che i Maestri del passato, Pitagora compreso, si rifacevano a questa grande tradizione primordiale.
C'è da considerare che questa però anche si evolve nella conoscenza umana.
Resta Completa in se, ma evolve nell'uomo.
Così ad ogni ciclo si espande con maggiore chiarezza.

La Tradizione si sviluppa e si adatta.

Nel suo manifestarsi... o meglio, nel seguire il corso della Manifestazione, si sviluppa e si adatta alle particolari situazioni e necessità che via via si presentano.
Ma non possiamo considerarlo un arricchimento. Solo un divenire manifesto di una serie di aspetti potenziali.

Ritorno un attimo alla Manifestazione della Tradizione ed ai personaggi che in un certo qual modo l'hanno rappresentata.
Questa con una ciclicità regolare, ed oserei dire anche quasi costante, si " affaccia ", o si è affacciata, nella Storia attraverso persone di grande calibro. Ad esempio Melqui-Sedek, Abramo, Mosè, Salomone e via discorrendo, tutti punti di riferimento nei periodi in cui hanno prestato la Loro Presenza.
Non vorrei dire baggianate dicendo che Tutti sono stati l'Espressione di un Unica Tradizione che ovviamente, per quanto ne so, si è adattata al periodo come ha accennato Ray.
Per quanto riguarda i " Cicli " mi chiedevo se, ad ogni rapporto tra macro e micro , si poteva parlare di " Connesione " tra ciò che è in basso e ciò che è in Alto. L'analogia tra riferimenti a volte è davvero disarmante, come quella che si è postato sul numero 4320 rapportandolo al numero dei minuti contenuti in tre giorni.
Questo ad esempio, dal il mio punto di vista, rafforzerebbe la tesi secondo la quale per la distruzione del " Tempio ", a livello microscopico, ci vogliano tre giorni ma il Tempio in tale prospettiva potrebbe, a livello macrocosmico, essere rappresentato dal nostro Universo, come dice Stella .
Da questo si potrebbero considerare i numerosi spunti che sottointendono una " Trasformazione " che colpisce tutti i livelli del micro e del macro.

questi due argomenti sono l'oggetto dell'accusa.
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Vecchio 02-03-2007, 22.49.03   #9
Uno
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Ah allora ce l'hai con me... non ho intenzione adesso di iniziare un'altro processo...
ho delle cose più urgenti.
come ho scritto sopra se eri a posto con la coscienza potevi andare avanti... comunque io non portavo rancore, quindi non c'era bisogno di riparazione-ma-io-sono-pulito, visto che tra l'altro non era neanche un'accusa ma una constatazione.
Adesso per piacere finiamola... se vuoi replica pure, non sia mai detto che impedisco a qualcuno di parlare, ma non ti risponderò, almeno non stasera che ho alcuni problemi da risolvere
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Vecchio 03-03-2007, 01.01.29   #10
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cosa ti dice che sei tu il soggetto?
ovvero si capirebbe da quanto riportato sopra?
compare un nome?
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Vecchio 03-03-2007, 14.33.04   #11
Era
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sinceramente non se ne può più....
hai riempito il forum e se non bastasse...
hai riempito questa discussione con l' ennesimo
copia/incolla....

ok ok parlo per me....
in poco tempo sei arrivato a superare
i 1ooo post....accipicchia...
e io che non capivo che ci vuole così poco!!!!

non prendertela con nessuno...tutta roba mia...
non scusarti nè giustificarti.... aoprattutto...
non incollare nulla....tanto ho capito
che alla sordità non c'è rimedio...
__________________
Dio mi conceda
la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
di distinguere tra le une e le altre
Era non è connesso  
Vecchio 03-03-2007, 21.10.02   #12
Kael
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L'avatar di Kael
 
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Messaggi: 3,153
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Tante storie... non era meglio forse dire "mi dispiace"?
Questo perchè nel forum è scritto chiaramente "Il materiale pubblicato è sotto la responsabilità dei rispettivi autori, tutti i diritti sono di Ermopoli (org ed it) che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro."

Tutto qui. Non vedo perchè voler mettere su un processo per una cosa tanto ovvia e noiosa. Nessuno te ne vuole Ayn, almeno non credo, ma tutelare il forum questo si. Da parte mia mi fa piacere che tu stia su questo forum con noi, ma come ogni buona convivenza ci sono delle (piccole) regole da rispettare.
Tu ne hai violata una (sempre che sia stato tu, e questo io non lo so... Mi pare però che questo "dettaglio" ancora non lo hai voluto chiarire, sebbene hai già postato diverse volte in questo thread... chissà perchè poi.... Ti è difficile dire se sei stato tu o no?). Con un semplice "mi dispiace" credo che si potrebbe continuare a parlare tranquillamente di argomenti interessanti per tutti piuttosto che perdersi in queste diatribe personali...

Sarà... ma a volte la semplicità mi pare una cosa così difficile per molti...
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