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Vecchio 22-10-2007, 01.58.14   #1
jezebelius
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Predefinito Arrivare in ritardo agli appuntamenti

Per quel che mi riguarda di solito, non dico spesso, arrivo in ritardo agli appuntamenti.
Si tratta di cinque minuti fino ad un massimo di 30/40 minuti, dipende dalla situazioni e di come percepisco le stesse.
Ho cercato di osservare la cosa ed ho notato che oltre ad avere una scala gerarchica che mi indica quale cosa sia più urgente rispetto ad un altra - ad esempio parlare con la mia ragazza e far aspettare Tizio al bar, proprio perchè reputo, in quell'istante, che il discorso con lei sia importante - e se questa può, per un verso essere sacrificata a ciò che sto facendo sempre in base a sta scala, per altro mi rendo conto che questo " ritardo", derivante sicuramente da un meccanismo e probabilmente esso stesso lo è, risulta ingenerato dal fatto che mi voglio dire qualcosa.
Scatta, ad esempio, quando mi sento costretto a fare ciò per il quale, io, al contrario, avrei concluso senza stress ovvero quando assume, ai miei occhi, una importanza relativa.
Comunque....mi son beccato di tutto, dall'incivile al maleducato a causa del ritardo ma vorrei analizzare la questione sia dal punto di vista di chi il ritardo lo fa e sia dal punto di vista di chi, tale ritardo, lo subisce.
La reazione in questo secondo caso mi ha portato i bei complimenti che ho detto.
Per ora, però, cerco di indirizzare la mi attenzione " solo" su quel che mi compete per cui posso dire che di ritardo si può parlare in varie condizioni tra cui, quella che ho lasciato su, che si riferisce al costringimento ovvero alla forzatura nei miei confronti, se pure inconscia da parte di chi fa una richiesta, a che quell'appuntamento venga rispettato. Facendo un esempio - sperando che questo non complichi le cose...ho paura quando dico" ora faccio un esempio" - quando si è in vacanza si presuppone che lo si sia davvero senza intralci o collegamenti con quello che genera problemi e stress vari. Si dovrebbe recarsi al mare senza tensioni più che cercare di accaparrarsi la sdraio alle 6 di mattina. Di contro non dico che bisogna assumere un atteggiamento menefreghista il che non sarebbe neanche giusto nei confronti di chi è con noi. Ammetto, poi, una certa tensione quando bisogna arrivare ad un certo orario innanzi la biglietteria di un museo poichè altrimenti si potrebbe rimanere a secco di biglietti o anche quando c'è un esame da sostenere.
Mi è' capitato di analizzare il tutto che si manifesta in una sorta di rifiuto. La dinamica ha avuto come risultato oltre che arrivare tardi appunto - ho notato che si potrebbe considerare come una specie di "punizione" per chi ha avanzato una richiesta di questo tipo se pure inconscia - trovare il partner su tutte le furie.
Il rifiuto l'ho analizzato o almeno cosi mi è parso e ne è uscita fuori un po di roba.
Mi piace ciò che sto facendo, anche con interesse e quindi un probabile appuntamento oltre a risultare di intralcio al mio interesse, può, seguendo questa scala gerarchica interna, essere sacrificato anche per qualche minuto.
In pratica " tolgo" tempo all' appuntamento successivo per " metterlo" in quel che faccio. Si potrebbe ipotizzare anche un cattivo rapporto con l'orologio ma credo che questa cosa provenga da una fonte che, per il momento, mi è sconosciuta.
Per questo verso mi è stato anche detto che " limito", col mio ritardo, la libertà delle persone che, in quel momento, dipendono da me.
Cosa voglio che io sappia quando ritardo agli appuntamenti? ( domanda che lascio qua come per ricordarmi di sta cosa).
Mi fermo...è gia lungo.
( ops...me lo dico da solo...faccio passi avanti...)
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 22-10-2007, 09.08.15   #2
Ray
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Mah, pare come che "rispettare gli impegni presi", nella tua scala gerarchica, sia più in basso di "adesso mi va questa cosa"...

Ma se non volevi fare qualla cosa a quell'ora (vedi la spiaggia alle sei di mattina) perchè hai detto si?

Mah...
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Vecchio 22-10-2007, 10.26.13   #3
RedWitch
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Originalmente inviato da Jezebelius
Scatta, ad esempio, quando mi sento costretto a fare ciò per il quale, io, al contrario, avrei concluso senza stress ovvero quando assume, ai miei occhi, una importanza relativa.
Nel tuo esempio della spiaggia Jez, sarebbe bastato mettersi d'accordo prima. Se tu sai a priori che alzarti alle 6 per una cosa come andare al mare non ti garba, sarebbe sufficiente dirlo alla persona con cui devi andare al mare e al limite trovare una via di mezzo (andiamo al mare alle 8). Invece lì per lì, dici di sì rimandando al domani il "problema" e poi ti senti costretto e ti "ribelli" arrivando in ritardo. Ma sei tu che ti costringi dicendo il primo sì.. questo potrebbe valere per molti aspetti.. pero' visto che poi comunque ne paghi dopo le conseguenze, penso che sia meglio scegliere () quando ancora se ne ha la possibilità prendendosi la responsabilità di un possibile malumore dall'altra parte. Poi ovvio si cercano dei compromessi, se chi sta con te vuole andare al mare alle 6 e tu alle 10 , ci andate alle 8 e vi siete venuti incontro..

Hai detto che nelle cose che reputi più importanti ti senti in tensione se arrivi in ritardo, quindi c'è forse anche il discorso della gerarchia sull'importanza che attribuisci alle cose... pero' se prendi un impegno con una persona e poi non lo mantieni arrivando sempre tardi, forse ci sarebbe anche da valutare che importanza dai al tempo che hai deciso di concedere a questa persona..

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Vecchio 22-10-2007, 10.37.15   #4
turaz
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così leggendo mi viene di considerare i due aspetti.
da una parte c'è una sorta di non chiarezza di fondo tua in primis.
dall'altra c'è una fissità di schemi e rigidità di vedute.
dato che non puoi modificare chi ti sta di fronte io agirei su me stesso.
Ad esempio inizierei a "dare ordine" alle mie priorità facendo chiarezza e non limitando in primis me stesso.
se mi risulta "stringente" presentarmi a una certa ora di certo non direi un "si" tirato per i capelli.
prima di tutto mi concentrerei su quanto io tenga a fare una determinata cosa e a quel punto nel momento di un'eventuale proposta di un orario se dico "si" mi organizzerei al fine di non ritardare.
inizialmente se non ci sono abituato farò fatica ma pian piano le cose miglioreranno.
nello stesso tempo con chi mi "accusa" di essere un eterno ritardatario parlerei in apertura e sincerità facendo capire che mi sto impegnando su quella strada e che forse un approccio un pelo meno rigido e "reattivo" (le accuse successive a mio avviso sono re-azioni) sarebbe più utile e costruttivo per tutti.

Un abbraccio
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Vecchio 22-10-2007, 11.56.34   #5
griselda
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Allora credo che se stai in posto pensando in continuazione all'appuntamento successivo mi sa che non stai da nessuna delle due parti. Se ne hai presi due ma il primo ti sta portando via più tempo del necessario ti basta fare una telefonata in cui avvisi dell'imprevisto nel senso di non lasciare la la persona ad aspettarti inutilmente. In questo caso sei libero di dedicarti completamente a quello che stai facendo.
Poi mi viene in mente sta domanda: ma perchè prendi tutti quegli appuntamenti se sai già a priori che non riuscirai a tenere il passo? Potresti esser sicero e dire ragazzi non so se riesco ad arrivare perchè ho anche degli altri impegni, se mi vedete alla tale ora bene, se no andate....in caso se mi libero vi raggiungo. Se sai già che la priorità la dai alla tua ragazza non puoi mettere tutti poi sullo stesso piano e correre da tutti scontentando tutti. Beh poi l'imprevisto può sempre succedere e in quel caso spieghi l'accaduto e se ti prendono in giro fregatene.
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Vecchio 22-10-2007, 12.12.49   #6
cassandra
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Essendo la puntualità fatta persona non riesco ad immedesimarmi in te Jez...ritardatario cronico...ma mi salta subito all'occhio che probabilmente è molto tempo che non decidi tu come gestire gli orari e i vari appuntamenti e mi pare di notare una sorta di ribellione più che rifiuto, a ciò che ti viene un po imposto,a ciò che probabilmente è dato per scontato...certo è che parlare chiaramente della tua tendenza e magari dire in anticipo che c'è un rischio ritardo potrebbe già essere un piccolo punto di partenza (dove e quando si può optare per questo metodo)...
Altra cosa è se hai un impegno importante (tipo un esame)e neanche in quel caso riesci ad organizzarti in modo tale da non stressarti...non è che un po ti piace essere sul filo del rasoio?
Essendo una puntuale come detto sopra,soggetta ad attese a cui ormai ho fatto il callo...posso solo consigliarti di fare una telefonata alla tua lei o chi per essa quando il tempo ti fugge di mano,almeno la avverti e cerchi di limitare le conseguenze...
Magari alcuni vivono il ritardo altrui come una mancanza di rispetto,mentre è qualcosa che può capitare...ma se sai già che capiterà e capita spesso,a quel punto la responsabilità è tua...fai valere anche le tue esigenze,cerca il compromesso e se dall'altro lato non c'è volontà di mediare,almeno sei stato onesto ed in un certo senso hai avvertito...
ma non metterti in una posizione dove sei sempre tu a dover cedere (si si te lo dico proprio io ),altrimenti l'abitudine ci mette un attimo a trasformarsi in pretesa...
Come fare a diventare puntuale?...volontà e sforzo,come in tutte le cose.
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Vecchio 22-10-2007, 12.32.53   #7
turaz
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per cassandra:
e come fai tu a "smollare" la tua tendenza ad esserlo per "costrizione"? )))
(scusa l'imbeccata in anticipo ma volevo solo cercare di sottolineare che non esiste in assoluto un "giusto" e uno "sbagliato")
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Vecchio 22-10-2007, 13.52.35   #8
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sei in ritardo o puntuale in base a come ti gira
un minimo di organizzazione?

per il resto sono una precisinissima agli appuntamenti
ma il fatto è sballato tale e quale al tuo....
piuttosto che due minuti in ritardo arrivo un quarto d' ora prima....
anche questo mica è equilibrio....più mi altero per i
ritardi altrui...più si accumulano i ritardatari
ci devo vedere chiaro stu sta roba....ha senzaltro
un senso un pò come il tuo anticipo questo-ritardo
quell' altro-sto qui ora-vorrei essere altrove....

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la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
di distinguere tra le une e le altre
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Vecchio 22-10-2007, 14.00.50   #9
Uno
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Il contrario di ritardatario non è puntuale Turi, ma è qualcosa di vicino, se non uguale, a frettoloso, ansioso etc etc, cioè qualcuno che arriva sempre in anticipo per paura di essere giudicato. Che Cass possa essere in questa categoria (ansiosa) è un'altro discorso, ma da quello che ha detto non è giustificato il tuo intervento qui (in caso nel salone degli specchi: "io vedo questo.... etc etc").

Sulle "domande" di Jez hanno già risposto alcuni, il livello di importanza che si da ad una cosa, ma anche quanto ci si reputa "importanti" rispetto alla cosa, necessari... etc determina il nostro arrivare tardi, nei protocolli delle varie cerimonie (ma pure nelle feste anche se il concetto è traviato, o le serate in discoteca insulse , tant'è che fra un pò si andrà in discoteca alle 10 di mattina che vale per il giorno prima) si arriva in ordine di importanza, quindi è radicato nella mente umana che chi può arriva dopo.
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Vecchio 22-10-2007, 14.22.32   #10
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del fatto che non fosse giustificato ne ho parlato apertamente con cassandra e penso ci siamo chiariti sin da subito (io stesso ho chiesto scusa in anticipo)
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Vecchio 22-10-2007, 15.21.46   #11
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Turi provo il massimo della sintesi:

Generale -> Forum
A persona -> Salone degli Specchi (con chi partecipa)

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Vecchio 22-10-2007, 15.28.45   #12
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ok.
ne terrò conto amico uno
(cmq sul lato "puntuale" concordo )
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Vecchio 22-10-2007, 15.44.44   #13
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Il contrario di ritardatario non è puntuale Turi, ma è qualcosa di vicino, se non uguale, a frettoloso, ansioso etc etc, cioè qualcuno che arriva sempre in anticipo per paura di essere giudicato. Che Cass possa essere in questa categoria (ansiosa) è un'altro discorso, ma da quello che ha detto non è giustificato il tuo intervento qui (in caso nel salone degli specchi: "io vedo questo.... etc etc").

Sulle "domande" di Jez hanno già risposto alcuni, il livello di importanza che si da ad una cosa, ma anche quanto ci si reputa "importanti" rispetto alla cosa, necessari... etc determina il nostro arrivare tardi, nei protocolli delle varie cerimonie (ma pure nelle feste anche se il concetto è traviato, o le serate in discoteca insulse , tant'è che fra un pò si andrà in discoteca alle 10 di mattina che vale per il giorno prima) si arriva in ordine di importanza, quindi è radicato nella mente umana che chi può arriva dopo.

Davvero Uno ansiosa perchè mi organizzo per tempo?
Non arrivo in anticipo sempre...qualche volta si,eppure pensavo che su questa cosa ero brava,mannaggia... mannaggia anche in questo c'è qualcosa che non va?!
Sono frettolosa questo è vero,ma mica mi sento meno importante di chi fa ritardo...sono precisa nelle cose che faccio e se qualcuno ritarda occupo il tempo dell'attesa in qualche modo...ma non mi sento offesa dal ritardatario...in pratica vado oltre...
Però se ci penso mi accorgo che preferisco aspettare che farmi aspettare...in questo probabilmente un po d'ansia c'è.
Tornando al discorso generale mi viene da aggiungere che in medio stat virtus e che se un ritardo diventa un problema a quel punto va analizzato e risolto...mica ho detto che è sbagliato in generale farsi attendere...ma nel caso di Jez mi pare di aver compreso che è una tendenza costante che gli crea non pochi problemini...allora se ci vede qualcosa di sbagliato lui,(non solo gli altri che glielo imputano) perchè non sforzarsi di trovare un equilibrio?...il concetto era tutto qui.
Cmq grazie degli spunti...
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Vecchio 22-10-2007, 16.09.41   #14
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Ho scritto "Che Cass possa essere in questa categoria (ansiosa)", non che sia collegata la cosa al discorso, qualche volta, non sempre.
Questo è un'altro problema dell'amico Turi, a volte vede delle cose giuste, e gliene diamo atto, ma le mette dove non c'entrano nulla (la tua ansia e fretta c'è ma è collegata relativamente, quasi nulla, al discorso), quindi confondono più che aiutare.

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L'ideale è prima di tutto decidere (come in tutto) se arrivare in orario, ritardo o puntuali.
Se arrivo a decidere, arrivo sempre puntuale quando qualcuno mi aspetta, altrimenti faccio a meno di andarci, arrivo in ritardo se è un'orario convenzionale che non crea disguidi ad altri (per esempio la mattina al lavoro arrivo spesso 10 min dopo, tanto so che raramente c'è qualcuno.... ho educato i miei clienti ) ma a pranzo o al sera non scappo mai via subito sapendo che il ritardario può aver bisogno...
Se vado al cinema preferisco arrivare 2 minuti prima, se vado in uno studio prfessionale (che sia medico o altro, ma pure dal parrucchiere) che so che tanto mi farà aspettare (non tanto però altrimenti mi sente) non dico che arrivo in ritardissimo, ma piuttosto 2 minuti dopo che prima.... ect ect....
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Vecchio 22-10-2007, 16.14.01   #15
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non è per "confondere" quanto per capire meglio una determinata cosa su cui manco di chiarezza.
(nel caso qui ho dato un'imbeccata chiarendo fin dall'inizio )))
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Vecchio 23-10-2007, 18.57.44   #16
Kael
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Ho cercato di osservare la cosa ed ho notato che oltre ad avere una scala gerarchica che mi indica quale cosa sia più urgente rispetto ad un altra - ad esempio parlare con la mia ragazza e far aspettare Tizio al bar, proprio perchè reputo, in quell'istante, che il discorso con lei sia importante - e se questa può, per un verso essere sacrificata a ciò che sto facendo sempre in base a sta scala
Anch'io alle volte posso "sacrificare" un appuntamento se per imprevisto si è venuta a creare una situazione molto importante alla quale non posso proprio rinunciare... però in linea di massima, se di appuntamento si tratta, vuol dire che ho dato la mia parola, per cui molto spesso la cosa più importante nella scala gerarchica è proprio rispettare la parola data...

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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
ma anche quanto ci si reputa "importanti" rispetto alla cosa, necessari... etc determina il nostro arrivare tardi
Già... l'occasione rende l'uomo ladro si dice.. (in questo caso "di tempo") e se si sa che gli altri ci aspetteranno ci si può anche permettere un ritardo... viceversa se non si è così importanti nel luogo dove si deve andare nessuno ci aspetterà, per cui spesso si arriva puntuali se non addirittura in anticipo.. o ciao ciao e grazie...
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Vecchio 28-10-2007, 01.24.56   #17
jezebelius
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio

Ma se non volevi fare qualla cosa a quell'ora (vedi la spiaggia alle sei di mattina) perchè hai detto si?

Mah...


Devo dire che in effetti in questi giorni ci ho meditato un po su e sono uscite cose interessanti.
Ho provato a mantenere l'attenzione e quindi a decidere quando arrivare( mhm..però non ho deciso io l'orario ). Beh..mi è capitato di arrivare più o meno a quell'orario ed il ritardo, quando c'è stato, era proporzionale all'attenzione che avevo messo in quellla cosa per andare a quell'appuntamento.
Insomma oltre che questo ho anche notato che il meccanismo deriva, almeno per quanto mi riguarda, da una serie di fattori.
Inizio col dire che questo è probabilmente un " pezzo " di mia madre. Il fatto che lei sia stata abituata a dire sempre " si " anche quando le circostanze chiedevano il contrario è un'atteggiamento che ho assorbito nel tempo e che talvolta mi condiziona non poco; forse un po meno rispetto a prima ma c'è, come si vede.
Credo poi che da questo dipenda anche una serie di cose, come l'indecisione per talune scelte ovvero mostrare una certa fermezza nelle cose o forse è a se stante come " causa" ed al momento non saprei come collegare questa cosa. Vabbè..può darsi che andando avanti mi esce. Insomma da un lato indecisione.
Ray ha evidenziato un fatto che metterei tra le cause principali: "perchè ho detto si?".
Beh...forse perchè non so ( ancora ) dire no e questo ha la sua fonte ( sempre ancora) nella costruzione di una maschera che mi dia la possibilità di interfacciarmi ( leggasi apparire ), all'esterno, come il disponibile per quella situazione o appuntamento o circostanza ma soprattutto di non offendere chi al quale posso dare un secco "no". Sia chiaro non è che non dico mai " no" ma capita a volte di dire " si" ma che invece vorrei aver dato la risposta contraria. Me ne accorgo dopo, però.
Devo comunque richiamare altro e cioè quello che mi ha fatto notare Cassy, circa il fatto che più che parlare di rifiuto è una sorta di ribellione a ciò che "ho dato" modo di entrare ossia la ( quasi ) pretesa a che si faccia in un determinato modo e quindi un " controllo" di e su me stesso( probabilmente poi, legato a questo c'è dell'altro ma per ora mi fermo al ritardo ).
Per la punizione, vale a dire il mio comportamento che ha la pretesa - come ho detto su - di punire, in un certo senso, chi mi aspetta devo dire... che si certo...esiste la scenata che è pure normale ma in fondo non punisco altri se non me stesso per la mancanza di equilibrio che in questo modo di fare risulta evidente.
__________________
Dr. Marc Haven
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