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Vecchio 30-03-2008, 23.42.26   #1
dafne
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Predefinito pensieri strani, spiritosi spiritici o spiritati...mah

Forse non dovrei scriverer stasera, un pò perchè sono scossa da queste giornate di guerriglia casalinga con i bimbi e un pò perchè sono molto incerta su quanto stò pensando e provando. Ma con voi ho condiviso tutto (o quasi ) e comunque mettere nero su bianco non può che aiutarmi. Ripensavo ai post sulla responsabilità in coppia, ripensavo a quanto ho vissuto in questi mesi cercando delle risposte e mi è capitato di rifare un pensiero di qualche giorno fà. E' una cosa un pò difficile da spiegare. Ripensavo ai momenti che ho passato assieme a lui, le nostre bolle, e cercavo una ragione, il motivo che mi avesse non solo spinta tra le braccia dell'uomo sbagliato ma anche del perchè io ci tenga così tanto a farmi del male. Ma non è una seduta psicoterapica che voglio fare ma piuttosto raccontarvi una sensazione, un sentimento vissuto. Ripensavo appuinto a questi momenti, alcuni dei quali davvero "magici", fatti di puro abbandono e sincronicità tra le nostre anime. A quei momenti in cui mi è parso, ho sentito di toccare la sua anima mentre lui toccava la mia. Un pensiero tremendo mi ha attraversato tutta. Tremendo perchè inaspettato, curioso, difficile da comprendere e cogliere. Di solito sono pensieri che ci scrolliamo di dosso scrollando la testa e facendo altro ma questo è rimasto. La sensazione che avessi toccato si il suo spirito ma che non avesse nulla a che vedere col pronome "suo" nè tantomeno che lui potesse aver toccato il "mio". Oddio non sò come spiegarlo ma la sensazione di aver vissuto un momento magico, di aver toccato lo spirito e che non fosse nè io nè lui ma Spirito, punto. Bellissimo? No tremendo, in un certo senso. Perchè non ho potuto fare a meno di pensare che posso toccare (passatemi il termine) anche lo spirito (è minuscolo di proposito)di Pino di Anna di Nando e vivere la stessa emozione così come il contrario. Insomma non l'unicità di Pino mi ha regalato la magia di quel momento ma il non esserci di entrambi, il mettere da parte ciò che ci definisce per vivere l'indefinibile. Allora, ho pensato, chiunque nel momento e nella situazione giusta, chiunque riesca a portarci al sufficiente abbandono, può farci vivere il paradiso e forse è proprio dietro a quel momento che m'incarto, mi aggrappo legando al nando di turno (si fa per dire, grazie al cielo mi è capitato di rado) il momento mgico caricandolo di una responsabilità enorme, ridarmi il mio pezzo di paradiso. Olte al fatto che non capisco come per l'altro non si verifichi lo stesso. Forse sono davvero una bambina in questo, legata alle nuvole rosa etc etc...ma la sensazione che mi rimane addosso è curiosa, torna la sensazione che non ci sia nulla di speciale, di unico in me. Solo che adesso lo penso anche degli altri. Tento di spiegarmi ma sò già che non ci riuscirò. Sicuramente siamo tutti persone uniche ed irripetibili, ognuno di noi ha caratteristiche e potenzialità meravigliose ma lo spirito è impersonale. O forse mi sto solo facendo un altro sacco di pippe e non ho vissuto nessun momento magico, non toccato nessun cuore non sono mai arrivata in altro, dentro, più a fondo..uffa, forse ha ragione la mia amica che mi dice che dovrei provare a bere, vuoi mai che divento quasi normale
Ma amare qualcuno è amarlo in quanto dice in quanto fà in quanto non fà o distrugge. Amare lo Spirito, amare l'amore è amare chiunque, indistintamente.
Non lo sò,mi serve un traduttore di emozioni , forse quei momenti magici sono stati vissuti perchè eravamo entrambi senza barriere senza difese..o meglio...parlo per me a questo punto visto che mi sono resa conto di aver adorato uno sconosciuto però ci rifletto su questa cosa. Amare è trovare lo spirito in ogni momento o persona, amare un uomo o una donna, fare coppia significa forse amare ogni singolo pezzetto della persona e con quell'amore portare lo Spirito nel quotidiano.
Non tanto rendere quotidiano il meraviglioso quindi, ma meraviglioso il quotidiano..Lo Spirito è "solo" spirito non è Dafne o Piddu o Nando..

ok
vado a letto scusate le follie....
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Vecchio 31-03-2008, 09.01.45   #2
Sole
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Non ci trovo nessuna follia in quello che hai scritto, ciò che accade dopo quando poi l'altro ci sembra un estraneo, è che rientriamo nel normale interagire di ogni giorno senza riuscire a ricordarci del momento e di noi stessi. Non è mica facile infatti.
Questi eventi sono piccoli, grandi doni della vita per metterci sulla strada poi sta a noi comprenderli e cercare di riviverli per come li abbiamo sentiti. Se mentre discutiamo con qualcuno fossimo così bravi da non vedere piddu ma la sua tenerezza, la sua paura, le sue distorte incomprensione dell'essere, i suoi bisogni.. insomma se fossimo santi.. avremmo con noi quella sensazione di amore e potremmo devolverla. Ma non è un imbambolamento alla concezione occidentale dell'amore orientale, ma uno stato in cui la nostra presenza generale è costante e viva, è vigile.
Insomma, ne abbiamo di strada da fare, ma la tua è stata una esperienza bellissima.

__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 10-06-2008, 22.51.28   #3
dafne
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Non ci trovo nessuna follia in quello che hai scritto, ciò che accade dopo quando poi l'altro ci sembra un estraneo, è che rientriamo nel normale interagire di ogni giorno senza riuscire a ricordarci del momento e di noi stessi. Non è mica facile infatti.
Questi eventi sono piccoli, grandi doni della vita per metterci sulla strada poi sta a noi comprenderli e cercare di riviverli per come li abbiamo sentiti. Se mentre discutiamo con qualcuno fossimo così bravi da non vedere piddu ma la sua tenerezza, la sua paura, le sue distorte incomprensione dell'essere, i suoi bisogni.. insomma se fossimo santi.. avremmo con noi quella sensazione di amore e potremmo devolverla. Ma non è un imbambolamento alla concezione occidentale dell'amore orientale, ma uno stato in cui la nostra presenza generale è costante e viva, è vigile.
Insomma, ne abbiamo di strada da fare, ma la tua è stata una esperienza bellissima.


Ci ho messo un pò per capire la bellezza e la saggezza delle tue parole Sole, grazie
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Vecchio 11-06-2008, 00.28.23   #4
Ray
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La sensazione che avessi toccato si il suo spirito ma che non avesse nulla a che vedere col pronome "suo" nè tantomeno che lui potesse aver toccato il "mio". Oddio non sò come spiegarlo ma la sensazione di aver vissuto un momento magico, di aver toccato lo spirito e che non fosse nè io nè lui ma Spirito, punto. Bellissimo? No tremendo, in un certo senso. Perchè non ho potuto fare a meno di pensare che posso toccare (passatemi il termine) anche lo spirito (è minuscolo di proposito)di Pino di Anna di Nando e vivere la stessa emozione così come il contrario. Insomma non l'unicità di Pino mi ha regalato la magia di quel momento ma il non esserci di entrambi, il mettere da parte ciò che ci definisce per vivere l'indefinibile. Allora, ho pensato, chiunque nel momento e nella situazione giusta, chiunque riesca a portarci al sufficiente abbandono, può farci vivere il paradiso e forse è proprio dietro a quel momento che m'incarto, mi aggrappo legando al nando di turno (si fa per dire, grazie al cielo mi è capitato di rado) il momento mgico caricandolo di una responsabilità enorme, ridarmi il mio pezzo di paradiso. Olte al fatto che non capisco come per l'altro non si verifichi lo stesso. .
Non chiunque, ma lui e proprio lui... altrimenti l'aresti provato con chiunque.
Tuttavia trovo verissimo quello che dici... lo spirito è impersonale e se lo si tocca è perchè le persone scompaiono... non è nando è spirito, punto.
Come mettiamo assieme?

E' vero che chiunque ci può far toccare lo spirito perchè lo spirito è in chiunque e ognuno è un accesso, ma è altrettanto vero che ognuno ha (è) una persona, cone caratteristiche diverse e soprattutto, anche noi lo siamo.
Quindi, data la serie di nostre caratteristiche, la possibilità di "toccare lo spirito" con/tramite chiunque è solo potenziale, nella realtà capita che ci vuole qualcuno con caratteristiche tali da permettere questa magica alchimia.
Poi, come dice Sole, lo scopo è tornarci indipendentemente da questa alchimia... e inoltre ci sono certamente esseri che, magari avendo loro trasceso la persona, portano questa possibilità per tutti. Ma nella vita di tutti i giorni noi siamo una combinazione di "cose", se vogliamo vibrazioni, che se trovano la vibrazione specifica altra corretta ecco che per un attimo e per interferenza, si può annullare la barriera. E forse il compito di coloro per noi è proprio questo... farci assaggiare. Il Disegno del tutto ha predisposto questa possibilità: alchimie che permettono di toccare il cielo anche da inconsapevoli (ogni scatoletta di carne ha la sua vibrazione direbbe un certo fisico quasi morto di fame).

Poi il cielo quello è e non conta il nando di turno... e a proprosito, come ben descrivi, il classico nostro errore è proprio quello: attirbuire al nando questa possibilità, quando invece è dello spirito attrraverso il Disegno... farci vedere che è proprio il nando e noi stessi (e tutti i vari "io") che fan da barriera.

Grazie per aver condiviso queste bellissime riflessioni.
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Vecchio 11-06-2008, 00.57.00   #5
dafne
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Non chiunque, ma lui e proprio lui... altrimenti l'aresti provato con chiunque.
Tuttavia trovo verissimo quello che dici... lo spirito è impersonale e se lo si tocca è perchè le persone scompaiono... non è nando è spirito, punto.
Come mettiamo assieme?

E' vero che chiunque ci può far toccare lo spirito perchè lo spirito è in chiunque e ognuno è un accesso, ma è altrettanto vero che ognuno ha (è) una persona, cone caratteristiche diverse e soprattutto, anche noi lo siamo.
Quindi, data la serie di nostre caratteristiche, la possibilità di "toccare lo spirito" con/tramite chiunque è solo potenziale, nella realtà capita che ci vuole qualcuno con caratteristiche tali da permettere questa magica alchimia.
Poi, come dice Sole, lo scopo è tornarci indipendentemente da questa alchimia... e inoltre ci sono certamente esseri che, magari avendo loro trasceso la persona, portano questa possibilità per tutti. Ma nella vita di tutti i giorni noi siamo una combinazione di "cose", se vogliamo vibrazioni, che se trovano la vibrazione specifica altra corretta ecco che per un attimo e per interferenza, si può annullare la barriera. E forse il compito di coloro per noi è proprio questo... farci assaggiare. Il Disegno del tutto ha predisposto questa possibilità: alchimie che permettono di toccare il cielo anche da inconsapevoli (ogni scatoletta di carne ha la sua vibrazione direbbe un certo fisico quasi morto di fame).

Poi il cielo quello è e non conta il nando di turno... e a proprosito, come ben descrivi, il classico nostro errore è proprio quello: attirbuire al nando questa possibilità, quando invece è dello spirito attrraverso il Disegno... farci vedere che è proprio il nando e noi stessi (e tutti i vari "io") che fan da barriera.

Grazie per aver condiviso queste bellissime riflessioni.
Si in effetti Ray oggi posso dire che quel tipo di magia, di comunione profonda anche se breve mi è capitata solo con quel Nando ... per una sorta di alchimia particolarissima che si sviluppa tra di noi e che è curiosamente svincolata da tutti i miei sogni di padellargli la testa Vive di vita propria insomma. Stò facendo una fatica terribile per cercare di liberare quei momenti dalle persone che siamo perchè voglio che mi rimangano nel cuore così come sono stati vissuti, Puri. Ma come inevitabilmente accade le recriminazioni, le delusioni, le manie e i bisogni cercano di rovinare tutto. Faticosamente stò prendendo distanza da alcune cose che non mi piacciono di questa storia tentando comunque sempre di non dimenticare che c'è una parte di me che gli vuole un bene immenso nonostante quello che lui è. E rinunciare a quel momento di Paradiso è terrificante ma se appena appena passa un pò più di tempo dalla volta prima mi rendo conto di quanto questo distacco invece stia "pulendo" proprio quell'emozione vissuta. Si capisce? Non sò neanche se mi capisco io e scrivo a voi vabbè Comunque il grazie è reciproco perchè voi riuscite ad apprezzare queste mie riflessioni ancora spesso così sconclusionate
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Vecchio 11-06-2008, 09.47.09   #6
nikelise
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Forse non dovrei scriverer stasera, un pò perchè sono scossa da queste giornate di guerriglia casalinga con i bimbi e un pò perchè sono molto incerta su quanto stò pensando e provando. Ma con voi ho condiviso tutto (o quasi ) e comunque mettere nero su bianco non può che aiutarmi. Ripensavo ai post sulla responsabilità in coppia, ripensavo a quanto ho vissuto in questi mesi cercando delle risposte e mi è capitato di rifare un pensiero di qualche giorno fà. E' una cosa un pò difficile da spiegare. Ripensavo ai momenti che ho passato assieme a lui, le nostre bolle, e cercavo una ragione, il motivo che mi avesse non solo spinta tra le braccia dell'uomo sbagliato ma anche del perchè io ci tenga così tanto a farmi del male. Ma non è una seduta psicoterapica che voglio fare ma piuttosto raccontarvi una sensazione, un sentimento vissuto. Ripensavo appuinto a questi momenti, alcuni dei quali davvero "magici", fatti di puro abbandono e sincronicità tra le nostre anime. A quei momenti in cui mi è parso, ho sentito di toccare la sua anima mentre lui toccava la mia. Un pensiero tremendo mi ha attraversato tutta. Tremendo perchè inaspettato, curioso, difficile da comprendere e cogliere. Di solito sono pensieri che ci scrolliamo di dosso scrollando la testa e facendo altro ma questo è rimasto. La sensazione che avessi toccato si il suo spirito ma che non avesse nulla a che vedere col pronome "suo" nè tantomeno che lui potesse aver toccato il "mio". Oddio non sò come spiegarlo ma la sensazione di aver vissuto un momento magico, di aver toccato lo spirito e che non fosse nè io nè lui ma Spirito, punto. Bellissimo? No tremendo, in un certo senso. Perchè non ho potuto fare a meno di pensare che posso toccare (passatemi il termine) anche lo spirito (è minuscolo di proposito)di Pino di Anna di Nando e vivere la stessa emozione così come il contrario. Insomma non l'unicità di Pino mi ha regalato la magia di quel momento ma il non esserci di entrambi, il mettere da parte ciò che ci definisce per vivere l'indefinibile. Allora, ho pensato, chiunque nel momento e nella situazione giusta, chiunque riesca a portarci al sufficiente abbandono, può farci vivere il paradiso e forse è proprio dietro a quel momento che m'incarto, mi aggrappo legando al nando di turno (si fa per dire, grazie al cielo mi è capitato di rado) il momento mgico caricandolo di una responsabilità enorme, ridarmi il mio pezzo di paradiso. Olte al fatto che non capisco come per l'altro non si verifichi lo stesso. Forse sono davvero una bambina in questo, legata alle nuvole rosa etc etc...ma la sensazione che mi rimane addosso è curiosa, torna la sensazione che non ci sia nulla di speciale, di unico in me. Solo che adesso lo penso anche degli altri. Tento di spiegarmi ma sò già che non ci riuscirò. Sicuramente siamo tutti persone uniche ed irripetibili, ognuno di noi ha caratteristiche e potenzialità meravigliose ma lo spirito è impersonale. O forse mi sto solo facendo un altro sacco di pippe e non ho vissuto nessun momento magico, non toccato nessun cuore non sono mai arrivata in altro, dentro, più a fondo..uffa, forse ha ragione la mia amica che mi dice che dovrei provare a bere, vuoi mai che divento quasi normale
Ma amare qualcuno è amarlo in quanto dice in quanto fà in quanto non fà o distrugge. Amare lo Spirito, amare l'amore è amare chiunque, indistintamente.
Non lo sò,mi serve un traduttore di emozioni , forse quei momenti magici sono stati vissuti perchè eravamo entrambi senza barriere senza difese..o meglio...parlo per me a questo punto visto che mi sono resa conto di aver adorato uno sconosciuto però ci rifletto su questa cosa. Amare è trovare lo spirito in ogni momento o persona, amare un uomo o una donna, fare coppia significa forse amare ogni singolo pezzetto della persona e con quell'amore portare lo Spirito nel quotidiano.
Non tanto rendere quotidiano il meraviglioso quindi, ma meraviglioso il quotidiano..Lo Spirito è "solo" spirito non è Dafne o Piddu o Nando..

ok
vado a letto scusate le follie....
Dafne prova a leggere il Simposio di Platone e' semplice e lo trovi facilmente su google parla di quello che hai provato tu e spiega molte cose .
Poi se vuoi ne parliamo.
Quella che hai provato e' un'esperienza metafisica , cosi' la chiama qualcuno, e' molto importante ma e' altrettanto importante esserne consapevoli per goderla appieno...e trarne i frutti...
prova ci vuole un po' di sforzo ma ne vale la pena.
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Vecchio 11-06-2008, 10.13.39   #7
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quanto hai vissuto è molto bello.
una delle esperienze più intense.
un abbraccio
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Vecchio 12-06-2008, 00.28.23   #8
dafne
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Dafne prova a leggere il Simposio di Platone e' semplice e lo trovi facilmente su google parla di quello che hai provato tu e spiega molte cose .
Poi se vuoi ne parliamo.
Quella che hai provato e' un'esperienza metafisica , cosi' la chiama qualcuno, e' molto importante ma e' altrettanto importante esserne consapevoli per goderla appieno...e trarne i frutti...
prova ci vuole un po' di sforzo ma ne vale la pena.
trovato!
Procedo poi ne parliamo sicuramente (faccio domande sul nulla figurati su un testo.. )

grazie
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Vecchio 12-06-2008, 11.22.52   #9
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trovato!
Procedo poi ne parliamo sicuramente (faccio domande sul nulla figurati su un testo.. )

grazie
All'inizio ti sembrera' un po' lungo e discorsivo tieni duro e arriva all'essenziale anche questo e' sforzo utile.
Poi ci racconti cosa ne hai ricavato.
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Vecchio 13-06-2008, 00.15.56   #10
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L'ho letto solo una volta ma vorrei condividere quest'osservazione di Diotima che stà spiegando a Socrate la vera natura di Eros, attraverso una comparazione logica fà dire a Socrate che si desidera ciò che non si ha, che Eros desidera la bellezza e che quindi non è bello, similmente arriva a dire che non è buono allora Diotima nega l'assiome cos',la trovo magnifica, poco in tema forse ma chi lo sa...

Diotima-"credi forse che tutto ciò che non è bello debba essere per forza brutto?"
Socrate-"ma certo!"
D-"E perchè mai? Chi non è sapiente deve per forza essere ignorante? Non ti sei mai accorto che c'è una via di mezzo tra la sapienza e l'ignoranza?"
S-"E qual'è?"
D-"Avere un'opinione giusta senza saperla però giustificare. Questo non è vero sapere,come posso parlare di scienza,se non so dimostrare che è vero quello che penso? Ma non è neppure piena ignoranza,perchè per caso la mia opinione potrebbe corrispondere ai fatti. L'opinione giusta è quindi, suppongo, simile a quel che dicevostà a metà strada tra la piena conoscenza e l'ignoranza"
S-"è vero" risposi
D-"Dunque chi non è bello non per questo è per forza brutto, nè chi non è buono deve essere cattivo. E così è per l'Eros, poichè tu sei d'accordo con me che non può essere nè buono nè bello, non per questo credere che sia necessariamente cattivo e brutto. Eros-così mi disse Diotima-è a metà tra questi estremi"

A logica non fà una grinza ma quel nè buono nè cattivo io faccio fatica a figurarmelo, mi è più chiaro con sapiente e ignorante..che ne pensate,non è un pensiero incredibile? Proseguendo su questa linea Diotima dimostra a Socrate che Eros non è un grande dio ma neanche un mortale, è a mezza via. Un potente demone.
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Vecchio 13-06-2008, 09.28.42   #11
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L'ho letto solo una volta ma vorrei condividere quest'osservazione di Diotima che stà spiegando a Socrate la vera natura di Eros, attraverso una comparazione logica fà dire a Socrate che si desidera ciò che non si ha, che Eros desidera la bellezza e che quindi non è bello, similmente arriva a dire che non è buono allora Diotima nega l'assiome cos',la trovo magnifica, poco in tema forse ma chi lo sa...

Diotima-"credi forse che tutto ciò che non è bello debba essere per forza brutto?"
Socrate-"ma certo!"
D-"E perchè mai? Chi non è sapiente deve per forza essere ignorante? Non ti sei mai accorto che c'è una via di mezzo tra la sapienza e l'ignoranza?"
S-"E qual'è?"
D-"Avere un'opinione giusta senza saperla però giustificare. Questo non è vero sapere,come posso parlare di scienza,se non so dimostrare che è vero quello che penso? Ma non è neppure piena ignoranza,perchè per caso la mia opinione potrebbe corrispondere ai fatti. L'opinione giusta è quindi, suppongo, simile a quel che dicevostà a metà strada tra la piena conoscenza e l'ignoranza"
S-"è vero" risposi
D-"Dunque chi non è bello non per questo è per forza brutto, nè chi non è buono deve essere cattivo. E così è per l'Eros, poichè tu sei d'accordo con me che non può essere nè buono nè bello, non per questo credere che sia necessariamente cattivo e brutto. Eros-così mi disse Diotima-è a metà tra questi estremi"

A logica non fà una grinza ma quel nè buono nè cattivo io faccio fatica a figurarmelo, mi è più chiaro con sapiente e ignorante..che ne pensate,non è un pensiero incredibile? Proseguendo su questa linea Diotima dimostra a Socrate che Eros non è un grande dio ma neanche un mortale, è a mezza via. Un potente demone.
Intanto Dafne complimenti per la costanza , l'ho riletto anch'io e mi sembrava piu' semplice l'altra volta .
Il dialogo tra Diotima e Socrate e' il nucleo dell'opera ,( si puo' forse andare direttamente a quel punto) ma il passaggio che mi sembra centrato con quanto hai espresso all'inizio cioe' con quella che io definisco un'esperienza metafisica , mistica di contatto col divino o con il Tutto o con l'Unita' e' quello in cui Diotima descrive il passaggio iniziatico dall'amore sensuale per una persona all'amore per la Bellezza , tutto sempre grazie a Eros.


Rileggiamolo poi ne riparliamo e parliamo anche del passo che hai scelto tu.
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Vecchio 13-06-2008, 12.14.52   #12
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L'ho letto solo una volta ma vorrei condividere quest'osservazione di Diotima che stà spiegando a Socrate la vera natura di Eros, attraverso una comparazione logica fà dire a Socrate che si desidera ciò che non si ha, che Eros desidera la bellezza e che quindi non è bello, similmente arriva a dire che non è buono allora Diotima nega l'assiome cos',la trovo magnifica, poco in tema forse ma chi lo sa...

Diotima-"credi forse che tutto ciò che non è bello debba essere per forza brutto?"
Socrate-"ma certo!"
D-"E perchè mai? Chi non è sapiente deve per forza essere ignorante? Non ti sei mai accorto che c'è una via di mezzo tra la sapienza e l'ignoranza?"
S-"E qual'è?"
D-"Avere un'opinione giusta senza saperla però giustificare. Questo non è vero sapere,come posso parlare di scienza,se non so dimostrare che è vero quello che penso? Ma non è neppure piena ignoranza,perchè per caso la mia opinione potrebbe corrispondere ai fatti. L'opinione giusta è quindi, suppongo, simile a quel che dicevostà a metà strada tra la piena conoscenza e l'ignoranza"
S-"è vero" risposi
D-"Dunque chi non è bello non per questo è per forza brutto, nè chi non è buono deve essere cattivo. E così è per l'Eros, poichè tu sei d'accordo con me che non può essere nè buono nè bello, non per questo credere che sia necessariamente cattivo e brutto. Eros-così mi disse Diotima-è a metà tra questi estremi"

A logica non fà una grinza ma quel nè buono nè cattivo io faccio fatica a figurarmelo, mi è più chiaro con sapiente e ignorante..che ne pensate,non è un pensiero incredibile? Proseguendo su questa linea Diotima dimostra a Socrate che Eros non è un grande dio ma neanche un mortale, è a mezza via. Un potente demone.
Ti copio l'interpretazione del processo iniziatico e vedrai che e' ripetuta quell'astrazione che hai descritto nell' intervento iniziale :laddove hai compreso che non ti rapportavi piu' a Nando ma a qualcosa d'altro:

Amore è desiderio di immortalità.
Se è vero che non esiste altro mezzo di immortalità, per un essere umano, che la procreazione, occorre però precisare che generazione non è solo quella del corpo: esiste infatti anche una generazione dell'anima. Vi sono persone che sono pregne non fisicamente, bensì spiritualmente: il loro amore le porta a generare arte, pensiero, politica. Ma per questo tipo di persona è necessaria una vera e propria iniziazione ai misteri di Amore, senza la quale egli non sarà in grado di chiarire a se stesso le proprie esigenze.

I gradi dell'eros platonico
:
Infatti, come tutti, questa persona è incapace di procreare nel brutto, e perciò il suo confuso anelito riproduttivo lo porta anzitutto ad attaccarsi ad un bel corpo; se poi il bel corpo contiene una bella anima, egli se ne innamorerà, ed improvvisamente i bei pensieri che stavano chiusi in lui scaturiranno con facilità dalla sua mente: ne metterà a parte la persona amata e ne deriveranno figli più alti e più belli di quelli umani, perché immortali.
In seguito, però, se l'amante subisce il giusto percorso evolutivo (ovvero se ha accanto a sé qualcuno che lo inizi correttamente a queste cose), si renderà conto che "la bellezza di un qualsiasi corpo è sorella di quella di ogni altro corpo": comprenderà cioè che non ama il corpo in sé, ma la bellezza della sua forma, che può ritrovare anche in altri corpi. Lo stesso discorso vale per le anime. Imparerà poi a considerare la bellezza dell'anima più importante di quella del corpo, così da non badare all'eventuale bruttezza fisica; e la frequentazione stessa di un'anima bella lo porterà a produrre pensieri che gli consentiranno di scorgere la bellezza nelle attività umane e nelle leggi. Di seguito, se egli continua a salire nel suo percorso, smetterà di comportarsi come un servo, attaccato al singolo essere amato e da esso dipendente: vedrà la bellezza delle scienze, e finalmente scorgerà la scienza di tutte le bellezze, che è sapienza suprema.
Infine, chi è giunto al culmine dell'iniziazione amorosa vede all'improvviso la Bellezza in sé, eterna, intatta ed intangibile: quella di cui partecipano tutte le singole cose che chiamiamo belle. E' questo il momento della vita per cui vale la pena di vivere: finalmente, a questo punto, a contatto con la vera Bellezza, l'uomo può partorire non simulacri di virtù, ma virtù vera; e diventa davvero immortale.


E' un superamento del molteplice a favore dell'Unita' espressa nelle varie forme di BENE , BELLEZZA AMORE ....archetipi
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Vecchio 13-06-2008, 13.28.49   #13
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quanto da te scritto nikelise risuona completamente "vero" dentro di me e mi ha fatto vivere un intenso e prolungato momento di "grazia".
TI ringrazio di cuore per quanto da te postato.
Ha fatto riaffiorare cose da tempo "dimenticate" e mi ha fatto ripiombare in un secondo in quell'esperienza metafisica.

Questo mi porta a domandarvi scusa per le notevoli sciocchezze che ho sparato in questo forum lontano da tutto ciò
Grazie

Ultima modifica di turaz : 13-06-2008 alle ore 13.31.51.
turaz non è connesso  
Vecchio 13-06-2008, 13.55.15   #14
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quanto da te scritto nikelise risuona completamente "vero" dentro di me e mi ha fatto vivere un intenso e prolungato momento di "grazia".
TI ringrazio di cuore per quanto da te postato.
Ha fatto riaffiorare cose da tempo "dimenticate" e mi ha fatto ripiombare in un secondo in quell'esperienza metafisica.

Questo mi porta a domandarvi scusa per le notevoli sciocchezze che ho sparato in questo forum lontano da tutto ciò
Grazie
L'unica cosa e' che Amore non e' un archetipo ma un daimon generato da Bellezza .....ma ormai lo sapete bene
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Vecchio 13-06-2008, 14.23.33   #15
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beh anche questa tua aggiunta risuona "vera"))
molto nasce da Bellezza... anzi praticamente tutto ciò che riconosciamo come bello ...
quanti sono gli archetipi (in numero intendo)?
c'è qualcuno che ha provato a numerarli?
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Vecchio 13-06-2008, 15.53.47   #16
Sole
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L'unica cosa e' che Amore non e' un archetipo ma un daimon generato da Bellezza .....ma ormai lo sapete bene
Non son tanto d'accordo con questo. Amore con la A maiuscola non credo che sia un daimon (ammesso che si sia in grado di poterne parlare) ma lo sento piuttosto come il collante della struttura Universale tutta al di sopra dell'Archetipo stesso.
Nelle colonne del Tempio di Salomone infatti la Bellezza viene messa come pilastro femminile della ricerca, dell'ingresso nel tempio, poi la Forza insieme sono le emanazioni del Timpano che le sovrasta.

Forse non intendevi quell'amore.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 13-06-2008, 16.19.16   #17
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per come ho letto io penso che intendesse Eros... che a mio avviso è una figura di amore (minuscolo) e pure duale.

Io di archetipi secondo queste visioni junghiane o filo junghiane conosco poco ma se guardo all'albero sephirot noto come Amore stia proprio al centro (tipheret che può anche essere vista come Bellezza che fondamentalmente siano la stessa cosa in un certo senso?)
il resto delle sephirot (intelligenza, sapienza, forza ecc. ecc.) ruotano in un certo senso attorno ad essa e sono unite ad essa.
Come a dire che è Amore (o Bellezza) a fare da collante proprio come hai detto tu.
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Vecchio 13-06-2008, 16.29.56   #18
nikelise
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Non son tanto d'accordo con questo. Amore con la A maiuscola non credo che sia un daimon (ammesso che si sia in grado di poterne parlare) ma lo sento piuttosto come il collante della struttura Universale tutta al di sopra dell'Archetipo stesso.
Nelle colonne del Tempio di Salomone infatti la Bellezza viene messa come pilastro femminile della ricerca, dell'ingresso nel tempio, poi la Forza insieme sono le emanazioni del Timpano che le sovrasta.

Forse non intendevi quell'amore.
Non conosco questa simbologia ,ti posso dire che amore o eros in quanto effetto della Bellezza o causata da essa e' altro , comunque se puo' chiarire riporto nuovamente il passo che ne parla:

Simposio dialogo di Platone PAR 23: DIOTIMA parla con SOCRATE di Amore:

«Ma, allora,» chiesi, «chi sarebbe Amore? Un essere mortale?» «Ma niente affatto.» «Ma allora?» «Come nel caso precedente, qualcosa di mezzo, tra, il mortale e l'immortale.» «E cioè, Diotima?» «Un demone possente, Socrate, che come tutti i demoni, sta tra il divino e l'umano.» «E qual è il suo potere?» chiesi. «Quello di interpretare e di recare agli dei le preghiere e i sacrifici degli uomini e, agli uomini, i comandamenti e i premi degli dei per i sacrifici compiuti; nel suo ruolo di intermediario, egli colma l'enorme distanza tra gli uni e gli altri, così l'universo risulta in se stesso collegato. Da lui procede tutta l'arte della divinazione, tutta la scienza sacerdotale, per quel che riguarda i sacrifici e le iniziazioni e poi gli incantesimi, ogni sorta di profezie e la magia. Dio non scende a contatto con l'uomo ma è attraverso i demoni che egli parla e ha rapporto con gli uomini, sia quando sono svegli, sia durante il sonno; e chi è sapiente in queste cose è un ispirato chi invece s'intende d'altro, esercita, per esempio, una diversa arte o un mestiere qualsiasi, non è che un manovale. Molti sono i demoni e di ogni specie. Amore ne è uno.» «E suo padre e sua madre,» chiesi, «chi sono?» «È, una cosa lunga,» fece, «ma te la racconterò ugualmente. Quando nacque Afrodite, gli dei si trovavano ....
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Vecchio 13-06-2008, 20.47.19   #19
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Non conosco questa simbologia ,ti posso dire che amore o eros in quanto effetto della Bellezza o causata da essa e' altro , comunque se puo' chiarire riporto nuovamente il passo che ne parla:

Simposio dialogo di Platone PAR 23: DIOTIMA parla con SOCRATE di Amore:

«Ma, allora,» chiesi, «chi sarebbe Amore? Un essere mortale?» «Ma niente affatto.» «Ma allora?» «Come nel caso precedente, qualcosa di mezzo, tra, il mortale e l'immortale.» «E cioè, Diotima?» «Un demone possente, Socrate, che come tutti i demoni, sta tra il divino e l'umano.» «E qual è il suo potere?» chiesi. «Quello di interpretare e di recare agli dei le preghiere e i sacrifici degli uomini e, agli uomini, i comandamenti e i premi degli dei per i sacrifici compiuti; nel suo ruolo di intermediario, egli colma l'enorme distanza tra gli uni e gli altri, così l'universo risulta in se stesso collegato. Da lui procede tutta l'arte della divinazione, tutta la scienza sacerdotale, per quel che riguarda i sacrifici e le iniziazioni e poi gli incantesimi, ogni sorta di profezie e la magia. Dio non scende a contatto con l'uomo ma è attraverso i demoni che egli parla e ha rapporto con gli uomini, sia quando sono svegli, sia durante il sonno; e chi è sapiente in queste cose è un ispirato chi invece s'intende d'altro, esercita, per esempio, una diversa arte o un mestiere qualsiasi, non è che un manovale. Molti sono i demoni e di ogni specie. Amore ne è uno.» «E suo padre e sua madre,» chiesi, «chi sono?» «È, una cosa lunga,» fece, «ma te la racconterò ugualmente. Quando nacque Afrodite, gli dei si trovavano ....
Andando avanti , l'esperienza metafisica e' un'esperienza mistica in cui la psiche che percepisce e le cose percepite , soggetto e oggetto ,si fondono.
Questa unita' raggiunta consente di superare il molteplice che diventa pura illusione e cosi' si supera la duplicita' che e' insita nelle cose : bene e male , amico e nemico non esistono piu'.
E' come se tutto quello che accade in tutti i suoi risvolti vi appartenesse o voi apparteneste a tutto.
L'esito di questo sentire e' l'indifferenza nei confronti degli eventi che accadono ma non nel senso che non vi importa quello che accade ma nel senso che qualsiasi cosa accada e' ben accetta, e' un bene .
Il tutto avviene con assoluta lucidita' senza perdita di coscienza anzi le intuizioni si sviluppano al massimo grado.
La bellezza fisica dell'altro si riduce a mero pretesto per accedere ad un diverso livello di coscienza.
Eros diventa appunto solo un tramite verso l'Essere e non e' piu' un demone che domina.
Ecco perche' Dafne l'ha percepito come momento terrribile: ha intuito che Nando diventava solo un'occasione non era piu' al centro del suo sentire.
Sappiamo che ciascuno e' affezionato alle sue prigioni alle sue sofferenze.
Si puo' approfondire sia il ruolo di Eros imparando da Diotima sia l'intensita' e la durata di questa importante intuizione dell'Unita'.
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Vecchio 14-06-2008, 00.23.39   #20
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Ti copio l'interpretazione del processo iniziatico e vedrai che e' ripetuta quell'astrazione che hai descritto nell' intervento iniziale :laddove hai compreso che non ti rapportavi piu' a Nando ma a qualcosa d'altro:

Amore è desiderio di immortalità.
Se è vero che non esiste altro mezzo di immortalità, per un essere umano, che la procreazione, occorre però precisare che generazione non è solo quella del corpo: esiste infatti anche una generazione dell'anima. Vi sono persone che sono pregne non fisicamente, bensì spiritualmente: il loro amore le porta a generare arte, pensiero, politica. Ma per questo tipo di persona è necessaria una vera e propria iniziazione ai misteri di Amore, senza la quale egli non sarà in grado di chiarire a se stesso le proprie esigenze.

I gradi dell'eros platonico:
Infatti, come tutti, questa persona è incapace di procreare nel brutto, e perciò il suo confuso anelito riproduttivo lo porta anzitutto ad attaccarsi ad un bel corpo; se poi il bel corpo contiene una bella anima, egli se ne innamorerà, ed improvvisamente i bei pensieri che stavano chiusi in lui scaturiranno con facilità dalla sua mente: ne metterà a parte la persona amata e ne deriveranno figli più alti e più belli di quelli umani, perché immortali.
In seguito, però, se l'amante subisce il giusto percorso evolutivo (ovvero se ha accanto a sé qualcuno che lo inizi correttamente a queste cose), si renderà conto che "la bellezza di un qualsiasi corpo è sorella di quella di ogni altro corpo": comprenderà cioè che non ama il corpo in sé, ma la bellezza della sua forma, che può ritrovare anche in altri corpi. Lo stesso discorso vale per le anime. Imparerà poi a considerare la bellezza dell'anima più importante di quella del corpo, così da non badare all'eventuale bruttezza fisica; e la frequentazione stessa di un'anima bella lo porterà a produrre pensieri che gli consentiranno di scorgere la bellezza nelle attività umane e nelle leggi. Di seguito, se egli continua a salire nel suo percorso, smetterà di comportarsi come un servo, attaccato al singolo essere amato e da esso dipendente: vedrà la bellezza delle scienze, e finalmente scorgerà la scienza di tutte le bellezze, che è sapienza suprema.
Infine, chi è giunto al culmine dell'iniziazione amorosa vede all'improvviso la Bellezza in sé, eterna, intatta ed intangibile: quella di cui partecipano tutte le singole cose che chiamiamo belle. E' questo il momento della vita per cui vale la pena di vivere: finalmente, a questo punto, a contatto con la vera Bellezza, l'uomo può partorire non simulacri di virtù, ma virtù vera; e diventa davvero immortale.


E' un superamento del molteplice a favore dell'Unita' espressa nelle varie forme di BENE , BELLEZZA AMORE ....archetipi
Cominciamo da qui tra la salute che rema contro e i figli in piena turbolenza (come il tempo) ho avuto poco tempo per ripigliare in mano il discorso.
Sciolgo i miei pensieri un pò a caso a causa proprio di questi fatti ma almeno così, forse, non mi perdo per strada.
Innanzi tutto più vado avanti e più riesco a vedere e iniziare a comprendere la mia ostilità verso Afrodite, verso la bellezza. E' proprio un argomento che non và giù, nelle varie discussioni e nei vari interventi però sono riuscita a distinguere il fastidio che non nasce di fronte alla bellezza (e in effetti come potrebbe?) ma di fronte alle reazioni degli uomini (inteso come genere umano eh ) di fronte ad essa, a quella sorta di sbandamento, di morbosità, di rinc...ehem..instupidimento che mi ha sempre generato un urto profondo. La bellezza per la quale tradire e perdere ogni anche minimo valore e rispetto per se stessi. Si sono carognosa lo sò ma di fronte alla bellezza, fisica purtroppo è quella che normalmente percepiamo, la nostra cupidigia ci muove e ci fà perdere qualsiasi traccia del sentiero che stavamo facendo. Da qui forse l'origine di Cupido. (devo dire che all'inizio barcamenarsi tra i vari nomi, latini greci ecc dati alle varie divinità aggiungendo poi i termini antichi riutilizzati da filosofi più "moderni" rende tutto molto complicato) Mi ci sono dovuta perdere per iniziare a capire Ma andiamo avanti, questi passaggi dell'eros platonico mesi fà mi avrebbero urtato parecchio, specie gli iniziali dove ciò che fà muovere l'uomo è solo il bel corpo, quello che oggi a livello biologico chiameremmo ricerca del gene migliore per ricercare la continuazione della specie e il miglioramento della stessa. Nel dialogo tra Socrate e Diotima anche quest'ultima identifica nella riproduzione della specie il principale innato istinto umano di procreare, sopravvivendo quindi attraverso ai figli all'estinzione. Una corsa verso l'immortalità. (correggetemi se confondo, stasera sono un pò appannata, domani figli permettendo lo rileggo) poi ci sono una serie di passaggi, dal bel corpo alla bella anima (questo non dovrebbe essere uno dei passaggi verso l'età adulta?) dalla bella anima alle belle anime, per associazione, per similitudine quasi, e poi dalle belle anime ecco un altro passaggio importante, dall'anima alle attività umane e alle sue leggi. Questa sembra quasi un'incongruenza a prima vista, perchè se ho visto la bellezza nell'anima di una persona e poi in quella di tutti dovrei aver già raggiunto un apice non trovate? Eppure l'apice per l'amore verso gli altri pare essere la base per amare le azioni (francamente avevo sempre pensato il contrario...) e dalle azioni, dalle leggi si passa alla scienza e dalla scienza alla sapienza. Non è neanche illogico per la verità, se provo amore, trovo bello e buono il mondo mi muoverò per conoscerlo, proteggerlo, accontentarlo, capirlo, averne cura cosiccome faccio con il mio amato. Da qui le leggi, il rispetto delle leggi e la scoperta della scienza ecc.
"Smetterà di comportarsi come un servo, attaccato al singolo essere amato e da esso dipendende" eh su questo punto mi stò sbatacchiando la capocciona, essi, anche se solo razionalmente come lo capisco bene questo passo, e quanto è faticoso passare oltre....
In un particolare passo del simposio Diotima sottolinea che Eros non è l'amato ma colui che ama. Anche questo sarebbe da approfondire, si collega anche al mio smarrimento sulla questione della famosa via di mezzo. Eros è il movimento, da come l'ho inteso io, il movimento che ci sprona verso l'oggetto desiderato, e maggiore è la nostra capacità di seguirlo maggiore è il bene che ne riceviamo. Se ho afferrato qualcosa però esistono particolari momenti nella vita in cui si genera una profonda comunione e in cui si vive la Bellezza in sè, che però io in quanto "a sè" metterei assieme al bene e all'amore, in un certo senso nel loro punto più profondo, alla loro origine, non sono la stessa cosa?
Non vorrei sparala grossa ma quei momenti che ho vissuto dovrebbero, potrebbero essere quindi una sorta di "sbirciatina" a quello stato di cui descritto sopra? Potrebbe essere questo il motivo per cui non riesco a trovare parole per descriverlo?
Detto questo non credo che arriverò mai mai tanto in alto da poterne sopportare la sperimentazione "a tempo pieno" è un'energia troppo forte.O nulla. Non lo so la mia mente ancora fatica a tornarci su, la sensazione di "nullità" vissuta è stata magnifica e al tempo stesso terribile.
Ma stò incasinado le cose adesso.
Una domanda per la notte, ma viviamo la belleza fisica e poi la dobbiamo superare, rinunciamo a questa per una bellezza superiore, quella dello spirito. Poi la bellezza del singolo spirito viene sacrificata per la bellezza delle anime di tutti, questo allargare il campo visivo ci sposta definitivamente dal campo fisico a quello più spirituale dove sono le azioni a contare. Rinunziare ai cattivi pensieri (cattivi o brutti? ) in favore di azioni belle e più pure, liberati dai bassi istinti, dal monopolio del sigolo affetto e dalla cecità sulla singola azione possiamo scoprire le leggi e con le leggi la scienza. E' sempre un rinunciare per salire o mi sbaglio? E questo rinunciare è ciò che attraverso la tensione allena i nostri muscoli, sia fisici che spirituali, i nostri desideri vengono controllati e maggiore è il controllo maggiormente forte diviene il nostro corpo (non solo fisioco) e maggiori tensioni, energie siamo in grado di sopportare?
Post lunghissimo, mi fermo..
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Vecchio 14-06-2008, 22.32.33   #21
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Non son tanto d'accordo con questo. Amore con la A maiuscola non credo che sia un daimon (ammesso che si sia in grado di poterne parlare) ma lo sento piuttosto come il collante della struttura Universale tutta al di sopra dell'Archetipo stesso.
Nelle colonne del Tempio di Salomone infatti la Bellezza viene messa come pilastro femminile della ricerca, dell'ingresso nel tempio, poi la Forza insieme sono le emanazioni del Timpano che le sovrasta.

Forse non intendevi quell'amore.
Si, non intendeva quell'amore, o meglio, non proprio.

La simbologia delle colonne del tempio di Salomone, se volessimo trasporle nella simbologia greca (occhio a prendere sempre con le pinze queste trasposizioni) sono Afrodite e Ares (Venere e Marte)... e se vogliamo, Aprile e Marzo.
Secondo questa interpretazione, che non ne esclude altre, Eros è figlio proprio di Afrodite e Ares... ovvero si genera nella tensione (ambito di manifestazione) provocata dai due poli opposti (maschile e femminile).

In questo caso, Eros fa da collante si, da collegamento tra i due poli, ma all'interno della manifestazione, ovvero è una forma di quell' "Amor che move il Sole e l'altre stelle" (ultimo verso del Paradiso della Commedia dantesca), o la forma, ma non Colui, quell'Amore, che ha prodotto la manifestazione (seprando i due Principi).

D'altra parte Diotima, continuando il suo discorso, spiega proprio che il ruolo di Eros è quello di fare da collante tra umano e divino e tra tutte le cose, colui che porta i messaggi dall'uno all'altro, che tra-duce il desiderio, la vita. A mo' di spunto per l'intuizione, si può paragonarlo a "Energia Sessuale", con tutti i risvolti del suo uso che sono detti in altra forma nei gradi dell'amore platonico.

In ogni caso, come diceva Dafne, i miti sono spesso confusi e non è semplice districarsi tra i nomi, soprattutto quando con lo stesso nome, in miti diversi, vengono intese cose diversi, o diversi aspetti della stessa cosa.
Infatti i vari filosofi partecipanti al Simposio iniziano portando i vari miti diversi... per esempio quello riportato da Esiodo per il quale Eros sorge direttamente da Caos assieme a Terra... o Parmenide che lo vuole primo fra gli dei, il più antico.
Non discorda se prendiamo Venere come principio femminile di ogni generazione, ma discorda se la prendiamo come parte di questo principio ad esempio, da integrare a Diana.

Insomma quel che dici tu in realtà concorda con quanto si sta portando qui, è solo un po' complicato dirimersi tra i miti... spero di non aver fatto più confusione di prima.

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Vecchio 15-06-2008, 22.00.55   #22
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Una domanda per la notte, ma viviamo la belleza fisica e poi la dobbiamo superare, rinunciamo a questa per una bellezza superiore, quella dello spirito. Poi la bellezza del singolo spirito viene sacrificata per la bellezza delle anime di tutti, questo allargare il campo visivo ci sposta definitivamente dal campo fisico a quello più spirituale dove sono le azioni a contare. Rinunziare ai cattivi pensieri (cattivi o brutti? ) in favore di azioni belle e più pure, liberati dai bassi istinti, dal monopolio del sigolo affetto e dalla cecità sulla singola azione possiamo scoprire le leggi e con le leggi la scienza. E' sempre un rinunciare per salire o mi sbaglio? E questo rinunciare è ciò che attraverso la tensione allena i nostri muscoli, sia fisici che spirituali, i nostri desideri vengono controllati e maggiore è il controllo maggiormente forte diviene il nostro corpo (non solo fisioco) e maggiori tensioni, energie siamo in grado di sopportare?
Post lunghissimo, mi fermo..
Penso che un amante del bello prima di tutto si innamorerà della bellezza fisica, poi se dentro ci trova un'anima bella, si innamorerà della bellezza dell'anima e potrà scoprire che ci sono anime belle anche in persone che non possiedono la bellezza fisica.
Scoprendo che esistono tante anime belle, amerà l'armonia che da esse emana e che c'è nelle leggi che reggono le scienze in cui c'è una bellezza intrinseca, fino a trovare la scienza delle scienze, la sapienza.
Quella stessa sapienza che Salomone chiese a Dio in dono.
Così amando questa bellezza non si resta solamente attaccato alla persona amata che se pur è importante è pur sempre un limite, ma attraverso di lei si amerà la bellezza in se stessa, a cui partecipano e da cui derivano tutte le cose belle.

E' questo il momento della vita per cui vale la pena di vivere: finalmente, a questo punto, a contatto con la vera Bellezza, l'uomo può partorire non simulacri di virtù, ma virtù vera; e diventa davvero immortale.

Riuscire a vedere la vera bellezza è come fare un salto nell'immortalità, essendo la bellezza armonia che va oltre la nostra esistenza e che produce virtù.
E questa virtù produce arte, scienza, politica che sono generazioni dell'anima e che si possono definire immortali.
Riuscire a sentirsi in sintonia con l'anima della persona amata è il primo passo verso la bellezza e l'armonia di cui è pieno l'universo.

Perciò non lo vedo come un rinunciare a una cosa per arrivare a un'altra, la tensione verso la sapienza e la Bellezza le comprende tutte.
E' lo stesso discorso del "come in alto così in basso" attraverso il piccolo che sta in basso puoi arrivare a scoprire quello che sta in alto senza per questo rinunciare a quello che sta in basso.
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Vecchio 15-06-2008, 22.15.07   #23
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beh anche questa tua aggiunta risuona "vera"))
molto nasce da Bellezza... anzi praticamente tutto ciò che riconosciamo come bello ...
quanti sono gli archetipi (in numero intendo)?
c'è qualcuno che ha provato a numerarli?
E' Ot qui ma ho cercato delle informazioni su Jung e gli archetipi in rete e già alle prime pagine ho trovato descrizioni diverse! In un testo si citano tre archetipi, l'ombra, lo spirito e il vecchio saggio (che se non ricordo male riassumevano i tre stadi evolutivi dell'uomo) in un altro testo invece si parlava di 6 archetipi. Ora stò ancora cercando ma mi pare un pò come per la questione dei nomi degli dei...
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Vecchio 16-06-2008, 10.32.06   #24
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Andando avanti , l'esperienza metafisica e' un'esperienza mistica in cui la psiche che percepisce e le cose percepite , soggetto e oggetto ,si fondono.
Questa unita' raggiunta consente di superare il molteplice che diventa pura illusione e cosi' si supera la duplicita' che e' insita nelle cose : bene e male , amico e nemico non esistono piu'.
E' come se tutto quello che accade in tutti i suoi risvolti vi appartenesse o voi apparteneste a tutto.
L'esito di questo sentire e' l'indifferenza nei confronti degli eventi che accadono ma non nel senso che non vi importa quello che accade ma nel senso che qualsiasi cosa accada e' ben accetta, e' un bene .
Il tutto avviene con assoluta lucidita' senza perdita di coscienza anzi le intuizioni si sviluppano al massimo grado.
La bellezza fisica dell'altro si riduce a mero pretesto per accedere ad un diverso livello di coscienza.
Eros diventa appunto solo un tramite verso l'Essere e non e' piu' un demone che domina.
Ecco perche' Dafne l'ha percepito come momento terrribile: ha intuito che Nando diventava solo un'occasione non era piu' al centro del suo sentire.
Sappiamo che ciascuno e' affezionato alle sue prigioni alle sue sofferenze.
Si puo' approfondire sia il ruolo di Eros imparando da Diotima sia l'intensita' e la durata di questa importante intuizione dell'Unita'.

infatti è così.. ma allora mi chiedo come mai tempo fa entrando qui Uno mi disse "non puoi amare "tutto"

essendo in quest'esperienza si ama "tutto" gli opposti spariscono ecc. ecc.
in quell'esperienza si percepisce il tutto e lo si vive a 360 gradi senza "attaccamenti" ma con piena coscienza.
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Vecchio 16-06-2008, 13.24.47   #25
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infatti è così.. ma allora mi chiedo come mai tempo fa entrando qui Uno mi disse "non puoi amare "tutto".
Non puoi estrapolare dal contesto quello che ti ho detto, in questo modo non capirai mai perchè quella volta te l'ho dissi. E se non capisci perchè ti ho detto quello non conosci neanche l'esperienza mistica per esperienza diretta.
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