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Vecchio 06-06-2008, 19.31.39   #1
cassandra
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Predefinito eutanasia per gli animali si, no,dipende..

E' di pochi giorni fa la scelta di far addormentare un gattone randagio che circolava da due anni e più intorno casa,premetto che un'altra signora lo stava curando per un avvelenamento (diagnosi sbagliata),ma dopo un paio di giorni il gatto è fuggito seppur si reggeva a stento e per caso abbiamo iniziato a cercarlo insieme..fortuna vuole che riusciamo a ritrovarlo per delle strane circostanze,vabbè cerco di non dilungarmi..andiamo da un altro veterinario che per giorni era stato irreperibile (causa ponte festivo) ed il micio aveva la pancia completamente ricoperta e mangiata da larve di mosca...cosiddetti cagnotti,che in pratica lo stavano consumando dall'interno,causa una banale ferita esposta,infetta, su cui una mosca aveva deposto le uova... lui dice che c'era una possibilità su mille che si potesse salvare e si rifiuta di lavarlo dicendo che è inutile..cosa invece indispensabile per un tentativo anche se parlava già di accanimento, date le lacerazioni ormai anche esterne(ste larve sono molto pericolose e si diffondono velocemente a quanto diceva l'esperto,confermato dalla signora visto che alla visita precedente l'altro, aveva riscontrato solo qualche uovo sulla coda..ma non aveva colto il segnale d'allarme ).Per cui ci siamo trovate costrette ad una scelta, che poteva essere tentare solo con l'antibiotico uccidi larve,sorvolando sulle condizioni generali del gatto,o riportarlo dov'era e lasciarlo alla provvidenza,o farlo addormentare per risparmiargli uteriore agonia..ora non entro nelle dinamiche e quant'altro,dico solo che abbiamo (direi più io alla fine),deciso di non farlo più patire..Ora ho scelto,ho fatto quello che era giusto per lui secondo me, ma siccome il tutto resta molto soggettivo, vorrei conoscere il vostro giusto in merito..quando si parla di accanimento terapeutico,di scegliere l'eutanasia per un esserino che non può comunicarti cosa farebbe lui,cosa vorrebbe, se non vivere..per assurdo sarebbe stato meglio lasciarlo al suo destino?credo di no,però resta l'incertezza che per Spenk sia stata una sventura incontrarmi,più che un vantaggio..anche se mi rendo conto che l'intenzione era quella di curarlo,di accompagnarlo..ma ora ho il dubbio di avergli fatto un torto imponendo la mia volontà sulla sua vita accellerando la fine,fosse anche solo per equilibri che mi sfuggono..


Poi mi piacerebbe parlare dei veterinari incompetenti e dei doveri di tutta la categoria,di quando hai la sensazione netta che non rispettino la vita di un aminale in quanto essere vivente,del fatto che non esiste un pronto soccorso in certe province,o un posto dove far curare un animale quando le condizioni sono veramente gravi,per non parlare degli uffici ASL appositi col telefono fuori posto... ma una cosa per volta..e soprattutto al posto giusto.
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Vecchio 06-06-2008, 19.49.45   #2
Astral
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il mio coniglio era malato di tumore, non aveva più il fegato ho dovuto farlo addormentare ed uccidere, l'alternativa era farlo morire cosi.
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Vecchio 07-06-2008, 00.27.34   #3
griselda
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Mah Cass credo che non sia mai una scelta semplice, però se è stata fatta con amore pensando alla bestiolina che altro si poteva fare se non alleviarle la sofferenza.
Tra l'altro il gatto è un animale che quando sente dentro di se che le sue "nove vite" sono terminate si sceglie un posto per morire ha molta più dignità di molti uomini ecco perchè spesso non si comprende che accanirsi è sbagliato. Ok va bene tentare il possibile ma quando è troppo è troppo e bisogna dire stop.

Per quanto riguarda la catergoria si sa è fatta di uomini non me la sento di condannarla ma alcune persone come in tutti i settori dovrebbero accorgersi di aver sbagliato professione.
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Vecchio 07-06-2008, 14.07.18   #4
cassandra
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il mio coniglio era malato di tumore, non aveva più il fegato ho dovuto farlo addormentare ed uccidere, l'alternativa era farlo morire cosi.
Ast partiamo già da due punti di vista differenti,nel senso che non vedendo il gatto come "mio"mi sono posta altri problemi,che non sono quelli di non rendermi conto della grave situazione,nel tuo caso comunque era una malattia terminale,in questo no..se i veterinari dove vivo fossero organizzati meglio,se ce ne fosse stato almeno uno reperibile e soprattutto preparato, il gatto si sarebbe salvato,è morto perchè nessuno si è accorto in tempo di come stava e cosa aveva..questo mi dispiace.
Per il resto non è il primo che ho accompagnato alla fine e dalla tua risposta intuisco che per te ho fatto la scelta giusta,l'unica possibile in un caso simile,ok.

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Mah Cass credo che non sia mai una scelta semplice, però se è stata fatta con amore pensando alla bestiolina che altro si poteva fare se non alleviarle la sofferenza.
Tra l'altro il gatto è un animale che quando sente dentro di se che le sue "nove vite" sono terminate si sceglie un posto per morire ha molta più dignità di molti uomini ecco perchè spesso non si comprende che accanirsi è sbagliato. Ok va bene tentare il possibile ma quando è troppo è troppo e bisogna dire stop.

Per quanto riguarda la catergoria si sa è fatta di uomini non me la sento di condannarla ma alcune persone come in tutti i settori dovrebbero accorgersi di aver sbagliato professione.
Si Gris,ho pensato a lui,non mi sento in colpa,credo di avergli donato una morte dignitosa come è stata la sua breve ma intensa vita..ho fatto quello che potevo e soprattutto che sentivo,ma siccome non sono ancora obiettiva,volevo sapere cosa ne pensavate voi..ti dico anche che rispetto ad altre situazioni del genere sono riuscita ad essere distaccata,a pensare a lui senza proiettargli addosso la mia paura del dolore,ho scelto solo ed esclusivamente perchè era l'unico modo rimasto per aiutarlo.
Riguardo ai veterinari sono d'accordo,nessuno va condannato,anche chi farebbe meglio ad andare a zappare la terra va capito..ci sono,ma resta che se un medico uccide un paziente per un qualsiasi motivo lo processano,o altro..quando si tratta di un animale l'errore umano è tollerato e superato..questo mi fa quantomeno riflettere..
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Vecchio 07-06-2008, 21.20.02   #5
Shanti
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Non so se è stato giusto o no Cass, ma avrei fatto la stessa scelta se non c'era possibilità di salvare il gatto, secondo me il meglio che potevi fare era almeno evitargli la sofferenza.
Anni fa mi ero fatta la stessa tua domanda, una conoscente aveva un gattino che, cadendo male da un'altezza elevata, non è stato più in grado di camminare ed era rimasto cieco, Lei mi diceva che era perchè aveva sbattuto il naso, comunque sia aveva deciso che "anche lui ha il diritto di vivere". Ora non ho più notizie ma so che fino a un anno fa quel gatto era ancora vivo: vivo? Immagina un gatto per anni dentro la sua cuccia che passa la maggior parte del giorno e della notte a cercare di alzarsi e camminare per poi ricadere in continuazione, che deve essere aiutato anche a mangiare oltre che essere accudito per tutto il resto... E oltre a questo lei non si poteva permettere di allontanarsi da casa nemmeno per un giorno, per occuparsi del gatto. Non so, a me era sembrato esagerato, non avevo provato ammirazione per quella signora, perchè pensavo a come costringeva a vivere quel povero gatto, anche se magari non sentiva dolore.
Eppure quello che scrivi ora mi fa riflettere, perchè se si fosse trattato di una persona l'avrei vista in modo ben diverso.
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Vecchio 07-06-2008, 21.50.39   #6
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Cassandra purtroppo a volte tocca prendere delle decisioni non facili, probabilmente tutti vogliamo vivere, ma a volte il livello di dignità è cosi basso che è preferibile la morte. E' anche vero che nel tuo caso, magari potevate sentire che diceva qualche altro veterinario, non tutti sono bravi, e alcuni sono sbrigativi.

Il discorso invece che fai per l'eutanasia sull'uomo è un altro, purtroppo in Italia funziona cosi, ed anche se uno dichiara espressamente il diritto di voler morire, non è possibile come cosa.

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Vecchio 08-06-2008, 16.30.42   #7
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Tempo fa ebbi un gattino che prima di morire se ne andò in un posto lontano da tutti, per stare solo. Non lo vidi cercare nessuno nè lamentarsi, nè venire a chiedere coccole o a manifestare nulla, ed è per questo che penso che l'uomo è troppo lontano dalla natura per poterla capire.
Più in generale tendiamo ad evitare il dolore e la morte e il pensiero comune ci spinge a pensare che facendo evitare questi agli altri, si è nel giusto, personalmente spero quel giorno di essere sveglio, ho visto delle persone che il giorno della propria morte erano in uno stato di perfetta lucidità, gente che magari da anni stava completamente all'opposto.
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Vecchio 08-06-2008, 17.12.31   #8
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Non so se è stato giusto o no Cass, ma avrei fatto la stessa scelta se non c'era possibilità di salvare il gatto, secondo me il meglio che potevi fare era almeno evitargli la sofferenza.
Anni fa mi ero fatta la stessa tua domanda, una conoscente aveva un gattino che, cadendo male da un'altezza elevata, non è stato più in grado di camminare ed era rimasto cieco, Lei mi diceva che era perchè aveva sbattuto il naso, comunque sia aveva deciso che "anche lui ha il diritto di vivere". Ora non ho più notizie ma so che fino a un anno fa quel gatto era ancora vivo: vivo? Immagina un gatto per anni dentro la sua cuccia che passa la maggior parte del giorno e della notte a cercare di alzarsi e camminare per poi ricadere in continuazione, che deve essere aiutato anche a mangiare oltre che essere accudito per tutto il resto... E oltre a questo lei non si poteva permettere di allontanarsi da casa nemmeno per un giorno, per occuparsi del gatto. Non so, a me era sembrato esagerato, non avevo provato ammirazione per quella signora, perchè pensavo a come costringeva a vivere quel povero gatto, anche se magari non sentiva dolore.
Eppure quello che scrivi ora mi fa riflettere, perchè se si fosse trattato di una persona l'avrei vista in modo ben diverso.
Sai Shà ci sono moltissimi gatti che vivono paralizzati,ciechi eppure non ne soffrono,nel senso che l'animale non pensando a come stava prima,si adatta alla nuova condizione,quantomeno se il dolore è sopportabile,in internet per curiosità ho visto e letto storie di gatti paralizzati che comunque giocano,fuseggiano,danno tanto affetto e gioia.Credo anche che hai colto il senso del discorso sui veterinari e medici,ma mi sà che è giusto spiegarlo meglio..ciò che volevo far passare è che un medico di fronte ad un paziente con i cagnotti per restare in tema,non si potrebbe permettere il lusso di dire non tento,per me è meglio evitare,non ho i guanti sono finiti etc. si fa tutto il possibile sempre,anche troppo..
Per gli animali non è così,almeno dipende dal veterinario,quello che mi tocca è il fatto che una bestiolina vale molto meno di un essere umano,il concetto di essere vivente è poco considerato,come se solo noi fossimo indispensabili all'equilibrio del mondo.

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Cassandra purtroppo a volte tocca prendere delle decisioni non facili, probabilmente tutti vogliamo vivere, ma a volte il livello di dignità è cosi basso che è preferibile la morte. E' anche vero che nel tuo caso, magari potevate sentire che diceva qualche altro veterinario, non tutti sono bravi, e alcuni sono sbrigativi.

Il discorso invece che fai per l'eutanasia sull'uomo è un altro, purtroppo in Italia funziona cosi, ed anche se uno dichiara espressamente il diritto di voler morire, non è possibile come cosa.

Astral ho scritto non entro nelle dinamiche e quant'altro..in quella frase ho racchiuso le tre visite a cui l'ho sottoposto prima di scegliere.
Sta sicuro che le ho provate tutte,ma non volevo parlare di quel che ho fatto io,quanto di lui e della scelta in sè..comunque siamo d'accordo.

Ultima modifica di cassandra : 08-06-2008 alle ore 17.42.05.
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Vecchio 08-06-2008, 17.38.39   #9
cassandra
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Tempo fa ebbi un gattino che prima di morire se ne andò in un posto lontano da tutti, per stare solo. Non lo vidi cercare nessuno nè lamentarsi, nè venire a chiedere coccole o a manifestare nulla, ed è per questo che penso che l'uomo è troppo lontano dalla natura per poterla capire.
Più in generale tendiamo ad evitare il dolore e la morte e il pensiero comune ci spinge a pensare che facendo evitare questi agli altri, si è nel giusto, personalmente spero quel giorno di essere sveglio, ho visto delle persone che il giorno della propria morte erano in uno stato di perfetta lucidità, gente che magari da anni stava completamente all'opposto.
Infatti Max,anche lui era finito nel recinto di una proprietà privata, dove la proprietaria lo ha ricoperto di ddt per formiche nella speranza che se ne andasse e neanche lì si è mosso..è stato preso a calci per farlo spostare e non vado oltre..
Personalmente non credo più che la morte sia una fine,ok al corso della natura se tutti ne avessero rispetto,ma in un caso simile scusa,ma se posso fare qualcosa per alleviare lo faccio.
Sveglia o addormentata (so che non cel avevi con me)mi sono mossa ed anche dentro ho potuto osservare dei cambiamenti,una coscienza diversa rispetto ad una situazione che conoscevo già e dalla quale solitamente mi sarei lasciata risucchiare..
Questo lo devo anche a Spank che mi ha regalato l'opportunità di vivere un'esperienza con lui.Adesso ha una piccola tomba in un bel bosco e questo per me è il minimo visto che potevo.
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Vecchio 12-06-2008, 01.22.07   #10
jezebelius
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Forse andrebbe meglio in " esperienze ", comunque credo che qualcosa di molto simile a quel che avete detto ci sta.
Oggi, dopo il tentativo di salvare un gattino più o meno di 30gg, mi è morto mentre gli stavo dando da mangiare.
Devo dire che probabilmente mi son mosso tardi. I vari " segnali " che la mamma mi dava, da me, non sono stati subito recepiti. Gia era in gravi condizioni, insomma, quando l'ho portato dal medico ieri. Ad essere sincero non ho pensato, almeno in quel momento, di passare all'eutanasia, perchè volevo provarci.
Per la verità non sapevo se gli facevo più male accudendolo e tra le altre cose pure sforzandolo a rimanere più che scegliere la via più semplice, nel senso di " meno dolore " per lui.
A questo, devo dire la verità, non ho mai dato risposta: un animale avverte il dolore e se si si può dire che sia lo stesso di quello che avverte l'uomo?
Il vetrinario, nel mio caso, mi ha avvertito che il gatto, per una serie di fattori, stava messo male. Ormai, però, dovevo provarci!
Non so descrivere quel che ho sentito mentre cercavo di " trattenerlo ", perchè mi pare talmente indescrivibile che va a finire che utilizzando "parole" non riesco a far passare quel che vorrei.
Però una cosa la posso dire e cioè che lo sentivo talmente vicino che quasi ne sentivo la " voce ".
Ho pensato di portarlo dal medico nell'illusione di potergli alleviare il dolore. L'ho pensato in un momento in cui, ormai, sapevo che non c'era null'altro da fare. L'ho lasciato andare, di fatti poco dopo è andato.

E' vero poi che la mancanza di sensibilità, non che una presenza massiccia di questa, estesa, sia costruttiva sempre, esiste. C' è questa discrepanza tra " l'uomo " e " l'animale " come se il primo, come diceva Cass, sia qui per chissà cosa o quale diritto naturale. Da ciò la sua " egemonia " in tutti i sensi.
Come quando qualcuno esclama, e li se ne può ricavare il succo di questa mancanza: " vabbe è un cane; vabbè è un gatto "!

La cosa strana ma anche mi ha fatto riflettere è che la mamma del gatto, poco distante, appena è spirato ha iniziato a piangere. Non lo ha neanche visto...ma piangeva e lo chiamava lo stesso.
Che sensibilità, questi umani!
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
jezebelius non è connesso  
 


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