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Vecchio 24-06-2008, 09.10.57   #1
nikelise
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Stavo cercando di non tornare in questa discussione (volevo affrontare alcuni argomenti in diversa sede) ma mi sembra inevitabile.
Non parlerò delle singole motivazioni personali pro e contro, quello caso mai negli appositi 3d, ma del concetto in generale.

Il titolo è già sbagliato: specchio delle potenzialità.
Le potenzialità non sono visibili, altrimenti non sarebbero potenzialità, sarebbero doti, talenti, caratteristiche e qualità già evidenti dell'individuo.
Mentre le pecche invece sono visibili da tutti a seconda del punto di vista in cui si è posizionati, le potenzialità sono intuibili solo da qualcuno che conosca perfettamente tutta la linea su cui potrebbe correre la manifestazione.

Facciamo un esempio: io sono un grande calciatore, vedo un bambino che tira calci ad un pallone in un certo modo, posso intuire che quel bambino potrebbe diventare un bravo calciatore. La chiamiamo potenzialità perchè ancora non si è manifestata pienamente, magari solo alcune caratteristiche del corpo fisico, oppure dell'interiorità... etc, di quel bambino sono orientate verso quel futuro. In realtà è già una piccola espressione di una capacità, espressione non ancora completamente condizionante, perchè le potenzialità possono e spesso lo fanno (se non ci sono pressioni) esprimersi in molte direzioni.

I più intelligenti avranno già capito, i sordi adesso tireranno fuori i "se" ed i "ma", se io aiuto (in qualsiasi modo) a sviluppare una potenzialità appena espressa da qualcuno lo condiziono, gli impedisco di valutare le sue altre potenzialità, lo oriento verso quell'unica strada non lasciando spazio per null'altro. Questo è l'errore che spesso si imputa a molti genitori che vogliono che i figli seguano la stessa strada... è facile parlare di psicologia spicciola, in realtà molti con i propri figli credendo di essere genitori illuminati iniziano fin dai primi mesi di vita a condizionare (chi ha orecchie...).

Diverso è aiutare a sviluppare doti e caratteristiche ben formate, cioè potenzialità espresse, già manifestate... ecco che nascono le scuole di calcio (per l'esempio che facevo sopra) dove i giovani ragazzi oltre che imparare a calciare studiano e vanno a scuola.

Dare quattro messaggi melensi serve solo a soddisfare il proprio ego credendosi capace di vedere i risultati altrui, illudendosi di essere al di sopra. E' vero che la stessa cosa può essere anche al contrario dicendo le pecche, ma prima di tutto proprio perchè di pecche si parla si sa che qualcun'altro può accorgersi che stiamo dicendo qualcosa per ego, secondo chi riceve se può e vuole valutare ciò che gli arriva, se riesce può utilizzare l'impressione per migliorarsi, con un complimento che ci fa? Al massimo si concentra su quella piccola espressione di potenzialità trascurando il resto.

Insomma in sostanza quello che sembra amore in realtà è condizionare, quella che sembra durezza è lasciar liberi ed aiutare.

Se serve posso continuare... so già che se si vuole comprendere è già sufficientemente chiaro, se però si vuole esplorare ed espandere il discorso per fini intelligenti (solo per questi) sono a disposizione.
Ciao Uno , chi ha orecchie .... ottimo questo spunto :cosa significa condizionare o invece sviluppare potenzialita' intuibili in altri ecc.
credo che alla fine condizioni sempre perche' porti in giro te stesso ovunque in qualsiasi campo ed in qualsiasi discussione.
Ad esempio cio' che per un tale e' condizionare per altri e' mantenere inalterate le condizioni originarie ed evitare cosi' ....proprio i condizionamenti .
Da questo ''ginepraio '' non credo che se ne esca.
Mi pare almeno .
Forse vale un nuovo 3d.
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Vecchio 24-06-2008, 09.29.38   #2
Uno
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Ho estrapolato questo post dalla discussione Specchio delle potenzialità per farne un nuovo 3d
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Vecchio 24-06-2008, 11.56.02   #3
Astral
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Condizionare significa che su un padre dice al figlio che dovrà essere cosi e colà ( cosa che guarda caso rispecchia quello che lui è stato) sta manipolando il figlio, e ovviamente vale pure se il genitore è femminile.

Il condizionamento può avvenire per imposizione, ricatto, seduzione, persuasione o vittimismo di chi condiziona.

L'educazione per come la intendo io, viene da educere ed è diverso, non è un portare a se, ma è dare una disciplina, la quale però è il soggetto educato a scegliere educatamente.

Se vedo in mio figlio potenzialità artistiche, piuttosto che scientifiche per esempio, non dovrei condizionarlo soltanto perchè a me non piace che diventi cosi, o perchè in occidente vanno alla grande i lavori razionali e commerciali.

Tuttavia nessuno mi impedisce, che dopo aver fatto vedere le potenzialità a mio figlio, gli insegno anche qualcuno che non è portato, ma può servirgli nel caso non riesca a sviluppare a pieno il potenziale.
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Vecchio 24-06-2008, 13.08.16   #4
turaz
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"Se vedo in mio figlio potenzialità artistiche, piuttosto che scientifiche per esempio, non dovrei condizionarlo soltanto perchè a me non piace che diventi cosi, o perchè in occidente vanno alla grande i lavori razionali e commerciali"

questo si collega al 3d sulle potenzialità a mio avviso.
a mio avviso in questo caso il padre dovrebbe dare le basi di "metodo" al figlio di modo che possa da solo manifestare al meglio le sue capacità.
ma tali capacità dovrebbe per prima cosa essere in grado di "vederle".
ed ecco perchè per me è importante (così come nell'osservazione delle "Pecche") imparare a osservare le potenzialità e le attitudini delle persone.
è un discorso di "osservazione" che in questo modo (a mio parere) è a 360 gradi altrimenti rimane "parziale".
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Vecchio 24-06-2008, 14.45.33   #5
Ray
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Ciao Uno , chi ha orecchie .... ottimo questo spunto :cosa significa condizionare o invece sviluppare potenzialita' intuibili in altri ecc.
Beh la differenza forse è che non sono io che sviluppo le potenzialità altrui, ma è l'altro che le sviluppa. Mentre sono io che condiziono.

L'impresa che dire difficile è poco, sarebbe quella di agevolare l'altro nello svilupparsi... ovvero fornirgli gli strumenti necessari per farlo (posto di averli ovvio), che è il significato di educare (condurre fuori, mettere l'altro nelle condizioni di cavarsela da se).

E' vero quel che dici sul ginepraio... finchè non mi conosco del tutto, nel relazionarmi metterò inevitabilmente anche ciò che di me non conosco, con la peculiarità che questo ignoto è libero di agire, e via alle proiezioni di cui si parlava altrove. Quindi forse, almeno in parte e senza "intenzione", condizioniamo... ma a questo punto, nel segreto tentativo di condizionare noi stessi.

Ecco che quindi, se mi conosco a sufficienza da lasciarmi libero di essere (che non significa non cercare di migliorarmi e dormire) avrò più agio a fare altrui altrettanto... in altri termini è connesso all'amore che può sorgere solo dall'amore verso se di cui stiamo parlando in contemporanea.

Anche il fornire strumenti può essere frainteso... lasciare liberi prevede che detti strumenti siano messi a disposizione e non imposti o forzati. Ovvero un lasciar prendere, dopo aver mostrato (che in altri campi è azione da maestro).
Questo atteggiamento a mio avviso va al di la delle potenzialità dell'altro intuite o meno... sto discorso è pericolosissimo perchè, sempre per il discorso proiezioni dovute a scarsa conoscenza di se, è facile immaginare predisposizioni che ci piacerebbe l'altro abbia per poter "infilare" in esse ciò che sta scomodo in noi... ovvero è difficile distinguere l'intuizione dal sogno, la percezione dalla proiezione.

Leggere l'altro è capace solo chi legge se stesso e in quella misura, o al limite, per jolly, chi ama e solo quando ama... di quell'amore che a volte ci vien fatta grazia anche se non lo reggiamo a lungo. Senza questa grazia non potremmo fare i genitori, ma son momenti rari, a cui aggrapparsi quando non sappiamo fare di meglio.
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Vecchio 24-06-2008, 16.24.26   #6
nikelise
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Beh la differenza forse è che non sono io che sviluppo le potenzialità altrui, ma è l'altro che le sviluppa. Mentre sono io che condiziono.

L'impresa che dire difficile è poco, sarebbe quella di agevolare l'altro nello svilupparsi... ovvero fornirgli gli strumenti necessari per farlo (posto di averli ovvio), che è il significato di educare (condurre fuori, mettere l'altro nelle condizioni di cavarsela da se).

E' vero quel che dici sul ginepraio... finchè non mi conosco del tutto, nel relazionarmi metterò inevitabilmente anche ciò che di me non conosco, con la peculiarità che questo ignoto è libero di agire, e via alle proiezioni di cui si parlava altrove. Quindi forse, almeno in parte e senza "intenzione", condizioniamo... ma a questo punto, nel segreto tentativo di condizionare noi stessi.

Ecco che quindi, se mi conosco a sufficienza da lasciarmi libero di essere (che non significa non cercare di migliorarmi e dormire) avrò più agio a fare altrui altrettanto... in altri termini è connesso all'amore che può sorgere solo dall'amore verso se di cui stiamo parlando in contemporanea.

Anche il fornire strumenti può essere frainteso... lasciare liberi prevede che detti strumenti siano messi a disposizione e non imposti o forzati. Ovvero un lasciar prendere, dopo aver mostrato (che in altri campi è azione da maestro).
Questo atteggiamento a mio avviso va al di la delle potenzialità dell'altro intuite o meno... sto discorso è pericolosissimo perchè, sempre per il discorso proiezioni dovute a scarsa conoscenza di se, è facile immaginare predisposizioni che ci piacerebbe l'altro abbia per poter "infilare" in esse ciò che sta scomodo in noi... ovvero è difficile distinguere l'intuizione dal sogno, la percezione dalla proiezione.

Leggere l'altro è capace solo chi legge se stesso e in quella misura, o al limite, per jolly, chi ama e solo quando ama... di quell'amore che a volte ci vien fatta grazia anche se non lo reggiamo a lungo. Senza questa grazia non potremmo fare i genitori, ma son momenti rari, a cui aggrapparsi quando non sappiamo fare di meglio.
Forse il discrimine sta nel limitarsi ma proprio limitarsi al classico antico '' BUON ESEMPIO '' ,in modo da lasciar libera l'interpretazione .
Tuttavia ci sono anche i buoni condizionamenti....o no?
Forse la chiave e' il punto d'arrivo : chi educhi deve diventare quello che e' , anche nella possibile mediocrita' ; peraltro e' un giudizio anch'esso relativo ( nel senso che lo e' mediocre per te ma non per lui ....se non lo condizioni).
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Vecchio 24-06-2008, 19.47.35   #7
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Forse il discrimine sta nel limitarsi ma proprio limitarsi al classico antico '' BUON ESEMPIO '' ,in modo da lasciar libera l'interpretazione .
Tuttavia ci sono anche i buoni condizionamenti....o no?
Forse la chiave e' il punto d'arrivo : chi educhi deve diventare quello che e' , anche nella possibile mediocrita' ; peraltro e' un giudizio anch'esso relativo ( nel senso che lo e' mediocre per te ma non per lui ....se non lo condizioni).
Già, il buon esempio basterebbe. Non che sia da poco, anzi sarebbe da esplorare bene sta cosa dell'esempio (dal pieno... modello) che è il succo dell'educare.
Invece il mondo è pieno di chi predica bene e razzola male.

D'accordissimo sul discorso della mediocrità (relativa), invece non credo ci siano "buoni" condizionamenti, dato che condizionare è porre dei limiti non già insiti, quindi ulteriori, quindi non necessari (almeno a chi li riceve...)
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Vecchio 24-06-2008, 23.06.11   #8
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Diverso è aiutare a sviluppare doti e caratteristiche ben formate, cioè potenzialità espresse, già manifestate...

Insomma in sostanza quello che sembra amore in realtà è condizionare, quella che sembra durezza è lasciar liberi ed aiutare.
Questo credo sia anche alla base del detto "quando l'allievo è pronto, il Maestro arriva"... cioè come dici tu quando una potenzialità di fondo è già manifestata e sufficientemente espressa, quando cioè è già diventata una caratteristica ben formata, solo allora il Vero Maestro è disponibile all'insegnamento. Prima non si fa proprio trovare per questi motivi, non vuole condizionare.
Al contrario di falsi maestri che sembrano provarci in tutti i modi per inculcare a forza le loro grandi "rivelazioni" agli altri ne è pieno il mondo... e mi sembra perfino superfluo stare a discutere sulle motivazioni che muovono questi individui...

Nel primo caso il Vero Maestro lascia liberi di arrivare a lui, in qualche modo rappresenta già un "piccolo" traguardo da conquistare da soli... anche se questo apparentemente può sembrare durezza, può sembrare che a lui non importi niente di noi e voglia restare a guardarci dall'alto... In realtà come detto vuole lasciare liberi (anche di sbagliare se è il caso) e non vuole condizionare qualcosa che non si è già ben formata (perchè se lo fosse saremmo già "arrivati" a lui).

A tal proposito, anticamente, molti Maestri accettavano di insegnare solo a chi gliel'avesse espressamente richiesto tre volte. Tre volte a intendere che quella persona era realmente motivata dall'interno, era veramente consapevole di quello che stava chiedendo e ciò non avveniva solo per essersi lasciati condizionare da altri...
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Vecchio 25-06-2008, 11.30.19   #9
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Se non buoni condizionamenti però possiamo dire che ci sono condizionamenti necessari e/o funzionali in certi periodi, luoghi e per certi soggetti.
Se vogliamo rimanere sul concreto, il nostro corpo ha moltissimi condizionamenti che eredita per via genetica, potremmo dire che è come è per merito/causa dei condizionamenti. Abbiamo dei polmoni fatti in un certo modo perchè sono condizionati a respirare aria etc... e questo interseca il discorso condizione con il discorso forma.
Sappiamo però che anche se siamo (e qui il discorso corpo si espande) condizionati a vedere con gli occhi, ci sono degli individui che vedono attraverso la pelle, delle mani o della fronte etc... questo ci fa pensare che quel condizionamento è in realtà la via più semplice e facile, l'occhio è il più adatto a vedere, però si può fare diversamente.

Il discorso cambia quando entriamo nel tema, cioè se il condizionamento viene più o meno imposto dall'esterno, ho gia fatto la distinzione in un altro 3d, ma la ripeto per comodità: se un Maestro ammaestra condiziona, se un Maestro insegna, segna una strada, mostra una direzione poi uno ci va (se ci va) come può e vuole.

Partiamo dal concetto di punto di arrivo (che sia una tappa o altro)

Condizionamento=zero significa che ognuno si inventa (o crea) un suo punto di arrivo, se lo cerca da solo senza nessun aiuto, ove per senza aiuto intendo senza aver mai ascoltato nessuno parlare del suo punto di arrivo.

Tolta questa ipotesi che appartiene agli esploratori, merce rara, qualsiasi piccola differenza ha comunque un minimo condizionamento nel modo di procedere, ma questo è un condizionamento richiesto da chi chiede la strada, o che ha sentito che esiste un certo posto. Una buona guida turistica quando non conosci il posto ti fa vedere una serie di foto di luoghi da visitare, se chiedi il suo parere ti dice anche quale merita di più, se chiedi i suoi servigi ti ci porta. Ovvio che facendo così hai escluso tutti gli altri luoghi, in un certo senso hai condizionato la tua scelta, ma se non avessi sentito la guida non sarebbe stato uguale e forse non avresti visto il posto più interessante?

Questi sono ancora condizionamenti, costrizioni o come le volete chiamare, funzionali.
Diverso invece se uno sta comodo in poltrona a vedersi un film e la guida lo vuole assolutamente portare da qualche parte, o se gli fa vedere solo la foto del posto che a lui/lei garba.
Se poi la guida prima di accompagnare qualcuno aspetta di vedere che questo sia veramente interessato a vedere quel posto e non lo faccia solo per moda, il condizionamento si può di nuovo avvicinare a zero se non dichiararlo proprio zero, perchè l'agire della guida annulla anche un pò l'effetto moda. Fa si che il turista metta in moto la sua volontà reale.
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Vecchio 25-06-2008, 15.56.39   #10
nikelise
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Se non buoni condizionamenti però possiamo dire che ci sono condizionamenti necessari e/o funzionali in certi periodi, luoghi e per certi soggetti.
Se vogliamo rimanere sul concreto, il nostro corpo ha moltissimi condizionamenti che eredita per via genetica, potremmo dire che è come è per merito/causa dei condizionamenti. Abbiamo dei polmoni fatti in un certo modo perchè sono condizionati a respirare aria etc... e questo interseca il discorso condizione con il discorso forma.
Sappiamo però che anche se siamo (e qui il discorso corpo si espande) condizionati a vedere con gli occhi, ci sono degli individui che vedono attraverso la pelle, delle mani o della fronte etc... questo ci fa pensare che quel condizionamento è in realtà la via più semplice e facile, l'occhio è il più adatto a vedere, però si può fare diversamente.

Il discorso cambia quando entriamo nel tema, cioè se il condizionamento viene più o meno imposto dall'esterno, ho gia fatto la distinzione in un altro 3d, ma la ripeto per comodità: se un Maestro ammaestra condiziona, se un Maestro insegna, segna una strada, mostra una direzione poi uno ci va (se ci va) come può e vuole.

Partiamo dal concetto di punto di arrivo (che sia una tappa o altro)

Condizionamento=zero significa che ognuno si inventa (o crea) un suo punto di arrivo, se lo cerca da solo senza nessun aiuto, ove per senza aiuto intendo senza aver mai ascoltato nessuno parlare del suo punto di arrivo.

Tolta questa ipotesi che appartiene agli esploratori, merce rara, qualsiasi piccola differenza ha comunque un minimo condizionamento nel modo di procedere, ma questo è un condizionamento richiesto da chi chiede la strada, o che ha sentito che esiste un certo posto. Una buona guida turistica quando non conosci il posto ti fa vedere una serie di foto di luoghi da visitare, se chiedi il suo parere ti dice anche quale merita di più, se chiedi i suoi servigi ti ci porta. Ovvio che facendo così hai escluso tutti gli altri luoghi, in un certo senso hai condizionato la tua scelta, ma se non avessi sentito la guida non sarebbe stato uguale e forse non avresti visto il posto più interessante?

Questi sono ancora condizionamenti, costrizioni o come le volete chiamare, funzionali.
Diverso invece se uno sta comodo in poltrona a vedersi un film e la guida lo vuole assolutamente portare da qualche parte, o se gli fa vedere solo la foto del posto che a lui/lei garba.
Se poi la guida prima di accompagnare qualcuno aspetta di vedere che questo sia veramente interessato a vedere quel posto e non lo faccia solo per moda, il condizionamento si può di nuovo avvicinare a zero se non dichiararlo proprio zero, perchè l'agire della guida annulla anche un pò l'effetto moda. Fa si che il turista metta in moto la sua volontà reale.
Cosi ' e' giusto ma e' l'ipotesi piu' semplice in cui tra allievo e maestro c'e' una distanza che deve essere colmata da uno o dall'altro.
Molto piu' difficile si fa il discorso mi pare quando si parla di genitori e figli , in questo caso il continuo contatto tra le parti complica il tutto o lo fa estremamente piu' sottile e la linea di confine tra condizionamento e inflenza finisce per smarrirsi .....o quasi.
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Vecchio 25-06-2008, 16.39.27   #11
stella
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Molto piu' difficile si fa il discorso mi pare quando si parla di genitori e figli , in questo caso il continuo contatto tra le parti complica il tutto o lo fa estremamente piu' sottile e la linea di confine tra condizionamento e inflenza finisce per smarrirsi .....o quasi.
Ma ad un certo punto tra genitori e figli non si può parlare sempre di condizionamenti....
Devono pur educarli o no ????
Già me li vedo sti poveri genitori a pensare se gli diciamo questo lo condizioniamo, se facciamo quest'altro anche....
Finchè si parla di educazione e istruzione non parlarei di condizionamenti.
Quando un ragazzo va ancora a scuola non ha quasi mai le idee chiare su cosa fare dopo, i genitori possono comunicargli la loro esperienza, altro è se un padre obbliga un figlio a fare quello che avrebbe voluto lui..

Comunque anche i figli condizionano non poco i genitori, indirizzandoli ad avere un'opinione su una data cosa, magari per loro vantaggio....
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Vecchio 25-06-2008, 22.20.49   #12
nikelise
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Ma ad un certo punto tra genitori e figli non si può parlare sempre di condizionamenti....
Devono pur educarli o no ????
Già me li vedo sti poveri genitori a pensare se gli diciamo questo lo condizioniamo, se facciamo quest'altro anche....
Finchè si parla di educazione e istruzione non parlarei di condizionamenti.
Quando un ragazzo va ancora a scuola non ha quasi mai le idee chiare su cosa fare dopo, i genitori possono comunicargli la loro esperienza, altro è se un padre obbliga un figlio a fare quello che avrebbe voluto lui..

Comunque anche i figli condizionano non poco i genitori, indirizzandoli ad avere un'opinione su una data cosa, magari per loro vantaggio....
Certo che i genitori devono educare i figli ma sotto l'ombrello dell'educazione ci stanno tanti errori da parte dei genitori ed e' di questi che si parla.
Perche in psicologia la storia familiare e' cosi' importante?
Si puo' impiegare o perdere una vita a liberarsi dei condizionamenti negativi dei genitori.
C'e' chi dice che il punto d'arrivo della crescita di un individuo sia il superamento delle proprie radici cioe' di essere figlio di tizio e caia .
Se poi si arriva al condizionamento dei figli nei confronti dei genitori allora siamo proprio messi male :l'allievo che bacchetta il maestro ma certo anche questo e' possibile .
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Vecchio 25-06-2008, 22.34.40   #13
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Certo che i genitori devono educare i figli ma sotto l'ombrello dell'educazione ci stanno tanti errori da parte dei genitori ed e' di questi che si parla.
Perche in psicologia la storia familiare e' cosi' importante?
Si puo' impiegare o perdere una vita a liberarsi dei condizionamenti negativi dei genitori.
C'e' chi dice che il punto d'arrivo della crescita di un individuo sia il superamento delle proprie radici cioe' di essere figlio di tizio e caia .
Se poi si arriva al condizionamento dei figli nei confronti dei genitori allora siamo proprio messi male :l'allievo che bacchetta il maestro ma certo anche questo e' possibile .
E' vero, i condizionamenti ricevuti durante l'infanzia sono difficili da superare, ma volevo dire che anche i genitori non si possono bloccare per paura di condizionare i figli.
Ma, allargando il discorso, questo vale anche in altri contesti, è molto difficile rapportarsi con gli altri senza condizionare e lasciarsi condizionare perchè assorbiamo tanto dagli altri, più o meno inconsciamente...
Ad esempio ci si lascia condizionare anche da divi dello spettacolo o personaggi dei media, anche se indirettamente....
Per uscire dai condizionamenti bisognerebbe avere raggiunto un buon grado di maturità e indipendenza psicologica.
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Vecchio 25-06-2008, 22.46.14   #14
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E' vero, i condizionamenti ricevuti durante l'infanzia sono difficili da superare, ma volevo dire che anche i genitori non si possono bloccare per paura di condizionare i figli.
Ma, allargando il discorso, questo vale anche in altri contesti, è molto difficile rapportarsi con gli altri senza condizionare e lasciarsi condizionare perchè assorbiamo tanto dagli altri, più o meno inconsciamente...
Ad esempio ci si lascia condizionare anche da divi dello spettacolo o personaggi dei media, anche se indirettamente....
Per uscire dai condizionamenti bisognerebbe avere raggiunto un buon grado di maturità e indipendenza psicologica.
Si è vero, molto spesso si da la colpa ai genitori per qualsiasi condizionamento, ma se essi non educano, potremmo essere abbandonati a noi stessi, e avremmo comunque altri tipi di condizianamenti. Il genitore perfetto non esiste, e se non fa gli errori dei nonni, ne fa comunque altro, siamo comunque tutti umani.
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Vecchio 25-06-2008, 22.53.59   #15
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Tolta questa ipotesi che appartiene agli esploratori, merce rara, qualsiasi piccola differenza ha comunque un minimo condizionamento nel modo di procedere, ma questo è un condizionamento richiesto da chi chiede la strada, o che ha sentito che esiste un certo posto. Una buona guida turistica quando non conosci il posto ti fa vedere una serie di foto di luoghi da visitare, se chiedi il suo parere ti dice anche quale merita di più, se chiedi i suoi servigi ti ci porta. Ovvio che facendo così hai escluso tutti gli altri luoghi, in un certo senso hai condizionato la tua scelta, ma se non avessi sentito la guida non sarebbe stato uguale e forse non avresti visto il posto più interessante?

Questi sono ancora condizionamenti, costrizioni o come le volete chiamare, funzionali.
Diverso invece se uno sta comodo in poltrona a vedersi un film e la guida lo vuole assolutamente portare da qualche parte, o se gli fa vedere solo la foto del posto che a lui/lei garba.
Se poi la guida prima di accompagnare qualcuno aspetta di vedere che questo sia veramente interessato a vedere quel posto e non lo faccia solo per moda, il condizionamento si può di nuovo avvicinare a zero se non dichiararlo proprio zero, perchè l'agire della guida annulla anche un pò l'effetto moda. Fa si che il turista metta in moto la sua volontà reale.
Se una buona guida turstica conosce diversi posti, e ci fa vedere le foto, ci puo' consigliare quale è quello più bello, in un certo senso è come se ci stesse "regalando" parte della sua esperienza? Lui c'è già stato ci mostra un tot di posti, anche se solo in foto, ci dice quale è il più bello ma poi tocca al turista scegliere.. se si fida della guida, si baserà sulla esperienza di quest'ultimo e avrà la possibilità di vedere tra quelli messi a disposizione il posto più bello, diversamente puo' scegliere un altro posto tra quelli proposti, o addirittura non sentirlo affatto e cercare altri posti (ma in quel caso inutile interpellare la guida..)
Se sceglierà il luogo indicato dalla guida, puo' anche darsi che il turista risparmi tempo, la guida mette a disposizione un tot di scelte che il turista non puo' vedere perchè non le conosce, amplia la visuale del turista e lo mette in condizione di scegliere in maniera più ampia di quanto non potrebbe fare da solo semplicemente per sentito dire.. o magari avendo visionato solo un paio di posti invece che tutti quelli proposti dalla guida.
La vedo come una scelta più ampia che il turista puo' fare affidandosi alla guida e facendosi mostrare la strada, quindi come un condizionamento sì, ma senza il quale difficile che il turista vada da qualche parte...

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Certo che i genitori devono educare i figli ma sotto l'ombrello dell'educazione ci stanno tanti errori da parte dei genitori ed e' di questi che si parla.
Perche in psicologia la storia familiare e' cosi' importante?
Si puo' impiegare o perdere una vita a liberarsi dei condizionamenti negativi dei genitori.
C'e' chi dice che il punto d'arrivo della crescita di un individuo sia il superamento delle proprie radici cioe' di essere figlio di tizio e caia .
Se poi si arriva al condizionamento dei figli nei confronti dei genitori allora siamo proprio messi male :l'allievo che bacchetta il maestro ma certo anche questo e' possibile .
Partendo da questo, non si dovrebbero fare figli...o essere capaci di renderli indipendenti (cosa non facile), di fare come la guida con il turista dell'esempio di Uno, dar loro l'esperienza che si ha senza pero' precludere quella che deve essere la loro .. altrimenti è come se i figli fossero seduti in poltrona e i genitori li spingessero a partire per forza per quel posto che piace tanto (e solo) a loro...

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Si è vero, molto spesso si da la colpa ai genitori per qualsiasi condizionamento, ma se essi non educano, potremmo essere abbandonati a noi stessi, e avremmo comunque altri tipi di condizianamenti. Il genitore perfetto non esiste, e se non fa gli errori dei nonni, ne fa comunque altro, siamo comunque tutti umani.
Come genitore, oltretutto ancora figlia in crescita, capisco molto bene il problema. Il discorso, credo, dovrebbe essere fatto a monte, e cioè avere dei figli solo nel momento in cui si è liberi da condizionamenti e capaci di non trasferirli. E' un pò come voler fare il Maestro senza Conoscere. Il problema è proprio che ci rendiamo conto dell'importanda dell'educare e del peso di guidare senza imporre solo quando ci troviamo in mezzo. Vabbè magari parlo di me, ora che sono in ballo devo ballare, ma non posso non vedere che alcuni meccanismi dei miei figli sono miei prima che loro. Anzi, a volerla dire tutta sono loro che stanno aiutando me. Detto questo il mio lavoro ora è cercare di arginare i danni. Non sò se sbaglio o se vado fuori tema ma parlando di potenzialità e di figli io ho un bimbo che ha un grande talento manuale, sia per costruire che per disegnare (ha costruito una nave dei pirati con scaletta, vele, posto d'osservazione rete per arrampicarsi sulle vele) con il quotidiano e il nastro adesivo, un gioiellino di 15 cm..tutto da solo. l'altro invece è uno sportivo nato. Ora, io non sò se sbaglio ma tendo a spingere quello creativo (terribilemnte pigno non l'ho detto) a fare movimento a uscire e l'altro ho passato un anno a sollecitarlo a disegnare, a tentare. Non gli ho mai detto che diventerà bravo come il fratello ma in un anno scolastico è migliorato moltissimo con mia e sua grande soddisfazione. Insomma, i talenti le potenzialità van tenute in considerazione (non pretenderò mai dal pigrone che mi diventi un campione di qualche sport) ma vanno solleticate e tenute d'occhio le "pecche" secondo me perchè così, per esempio, mio figlio sportivissiimo ha acquisito una lezione importante, non sarà un'artista ma applicandosi ha ottenuto un buon risultato. Anche se per molto pensava che gli facessimo un dispetto..

Ultima modifica di dafne : 25-06-2008 alle ore 23.16.57. Motivo: pasticci..
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Vecchio 26-06-2008, 00.06.13   #17
Ray
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Originalmente inviato da stella Visualizza messaggio
E' vero, i condizionamenti ricevuti durante l'infanzia sono difficili da superare, ma volevo dire che anche i genitori non si possono bloccare per paura di condizionare i figli.
Ma, allargando il discorso, questo vale anche in altri contesti, è molto difficile rapportarsi con gli altri senza condizionare e lasciarsi condizionare perchè assorbiamo tanto dagli altri, più o meno inconsciamente...
Ad esempio ci si lascia condizionare anche da divi dello spettacolo o personaggi dei media, anche se indirettamente....
Per uscire dai condizionamenti bisognerebbe avere raggiunto un buon grado di maturità e indipendenza psicologica.
Il guaio è che finchè condizioni non educhi... o meglio, nella misura in cui condizioni non educhi, dato che comunque è estremamente probabile trovarsi in una condizione intermedia nella quale coesistono le due cose.
Ma se inizio ad accorgermi e parto con l'idea di non voler condizionare, o non voler più condizionare, non è che mi blocco, semplicemente mi terrò d'occhio e mi domanderò per chi realmente sto facendo quella cosa, se per il figlio o per me. Questa domanda dovrebbe esserci sempre, qualunque sia la risposta che poi ci diamo, ci aiuta a far meglio domani.

Poi, tenendomi d'occhio, sarò sempre più in grado di distinguere se sto spingendo o proponendo...
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Vecchio 20-12-2008, 20.58.59   #18
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La famosa aria condizionata..... è aria, solo che da calda che è viene passata in un sistema che la fa raffreddare, magari anche che gli filtra inquinamento o che altro, si può arrivare anche a profumarla.
Ora, è sbagliato condizionare l'aria?
No, se fuori ci sono 40gradi direi proprio che non è sbagliato, anche se non passerei tutta la vita in stanze chiuse respirando aria condizionata.
Quindi i condizionamenti non sono sempre errati e cattivi, lo sono quando si usano dove non sono necessari, lo sono durante un percorso evolutivo etc...
Se in un percorso evolutivo qualcuno condiziona qualcuno non c'è reale evoluzione, quel condizionamento in qualche maniera (che so un trauma per esempio) si potrebbe sempre annullare e ritornare alla situazione precedente.
Un condizionamento utile potrebbe essere il genitore che con mezzi diversi costringe un figlio a studiare un pò (intendo almeno il minimo sindacabile, poi percorsi più lunghi devono essere una libera scelta) il condizionamento è che bisogna studiare, ma poi lo studio è autonomo e rimane al ragazzo/a. Quindi anche in un percorso evolutivo delle regole aiutano a volte, ma non sono le regole che fanno evolvere, quanto ciò a cui esse ci permettono di accedere. Quindi il condizionamento buono potrebbe essere in un metodo che magari ancora non è compreso, ma non nel costringere ad imparare le cose a memoria (esempio)
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Vecchio 21-12-2008, 19.13.08   #19
Kael
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Un condizionamento utile potrebbe essere il genitore che con mezzi diversi costringe un figlio a studiare un pò (intendo almeno il minimo sindacabile, poi percorsi più lunghi devono essere una libera scelta) il condizionamento è che bisogna studiare, ma poi lo studio è autonomo e rimane al ragazzo/a. Quindi anche in un percorso evolutivo delle regole aiutano a volte, ma non sono le regole che fanno evolvere, quanto ciò a cui esse ci permettono di accedere.
Questo è abbastanza chiaro, se costringo qualcuno a pedalare sulla ciclette per farlo dimagrire ma poi sono io che devo prendergli i piedi e muoverglieli sui pedali, per lui sarà del tutto inutile perchè la fatica la farò io. Invece promettendogli un piccolo premio alla fine dell'allenamento sarà più facile che il mio condizionamento lo spinga a pedalare sul serio.
Citazione:
Quindi il condizionamento buono potrebbe essere in un metodo che magari ancora non è compreso, ma non nel costringere ad imparare le cose a memoria (esempio)
Tipo dai la cera, togli la cera... O con un metodo comunque insaporito degli interessi di quella persona in particolare. Se ad un bambino ad esempio che ama giocare ai soldatini gli dico che quelli a destra dentro le mura sono i cartaginesi e quelli a sinistra sono i romani che li assediano, e che corre l'anno 146 A.C. gli farò studiare le guerre puniche senza che lo sappia, ma non per questo costringendolo, anzi, promuovendo un qualcosa che parte da lui (giocare ai soldatini). Il condizionamento cattivo sarà costringerlo su una sedia ad ascoltare mentre gli leggo il libro di storia...

Ad ogni modo questo rappresenta davvero il minimo sindacabile, perchè l'aria condizionata, per quanto condizionata, sono comunque io a volerla, così come posso essere io a richiedere ad un maestro di insegnarmi. Subire un condizionamento senza saperlo (ammesso che chi me lo imponga sia davvero una persona sveglia che sappia orientarmi nella direzione più giusta) è comunque uno scavalcare il mio libero arbitrio, quindi come dici tu non porta a nessuna reale evoluzione e va usato solo per quel famoso minimo sindacale... (tipo condizionare uno a lavarsi i piedi quando ha delle centrali nucleari dentro alle scarpe ... questo è doveroso)
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