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Vecchio 07-02-2005, 20.59.29   #1
Uno
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Ci sono donne sposate che dicono:" Se mi risposo ne cerco uno orfano"
E' una battuta che però ci può fare riflettere, volendo affrontare l'argomento solo dal punto di vista di una psicologia spicciola, della vita di tutti i giorni, è vero che generalemente (non sempre per fortuna) si creano dei legami che non sono neanche tanto naturali a volte, tra madri e figli maschi e padri e figlie femmine (quest'ultimo però è subordinato a quanto forte, o meglio debole l'influenza della mamma sul papà).
Credo che potremmo sviluppare l'argomento all'infinito... partendo dal fatto che volenti o no i genitori danno un input ai figli (anche se lo vogliamo vedere solo dal punto di vista psicologico) arrivando fino a discutere sul fatto di quanto non siano sani e corretti certi rapporti, passando per il chiedersi come mai tante mamme investono sui figli maschi e di cosa li considerano un surrogato che quando e se diventerà indipendente le riporterà alla situazione di partenza cioè di un rapporto non perfetto con il marito....
Che ne dite? C'è da discuterne?
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Vecchio 08-02-2005, 14.18.19   #2
Era
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questa è una discussione che porta lontano...offre un sacco di spunti...
eccome c'è da discuterne!!!!
è innegabile che la donna ha un "grande" potere..che a parer mio
usa male per la maggior parte dei casi....
hai voglia di dire:"se mi risposo cerco un orfano"...ma stringi..stringi...
sono loro le artefici di tanti disastri....ci lamentiamo dei maschi?
e chi fin ora ha allevato i figli maschi? chi ha costruito questa gabbia
che non è utile nè ai maschi nè alle femmine?
è innegabile che maschio e femmina sono diversi....questa diversità dovrebbe
essere un completarsi...invece diventa una disputa....



I Tuoi Figli

Non sono figli tuoi,
sono i figli e le figlie della vita stessa,
Tu li metti al mondo ma non li crei
Sono vicini a te ma non sono cosa tua
Puoi dar loro tutto il tuo amore non le tue idee.
Perché essi hanno le proprie idee
Puoi dar dimora al loro corpo non alla loro Anima
Perché la loro Anima abita nella casa dell’ avvenire
dove a te non è permesso di entrare neppure col sogno.
Puoi cercare di somigliare loro, ma non volere che somiglino a te
Perché la vita non ritorna indietro e non si ferma a ieri.
Tu sei l’ arco che lancia i figli verso il domani.

K. Gibran
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Vecchio 08-02-2005, 17.06.49   #3
Shanti
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C'è da discuterne all'infinito infatti. In dieci righe ho visto che prendi in considerazione i rapporti con suoceri, genitori, figli e coniugi. Ma forse voi intendete discutere in generale dei rapporti tra genitori e figli? O tra uomini e donne? Scusate ma non so come procedere per adesso. Vi magari.
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Vecchio 08-02-2005, 18.15.20   #4
Era
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Originalmente inviato da shanti
C'è da discuterne all'infinito infatti. In dieci righe ho visto che prendi in considerazione i rapporti con suoceri, genitori, figli e coniugi. Ma forse voi intendete discutere in generale dei rapporti tra genitori e figli? O tra uomini e donne? Scusate ma non so come procedere per adesso. Vi magari.
procedi come preferisci....nessuna impostazione in particolare
almeno per quanto mi riguarda...diversamente ci allineeremo
credo che ci siano anologie con
tutto ciò che riguarda madre /figlio...padre/figlia...marito/moglie
ecc ecc
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Vecchio 10-02-2005, 17.01.32   #5
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Insomma.. se prendo un argomento troppo striminzito, non sapete cosa dire... se lo prendo largo.... "prego scriva lei"... "ma no signora faccia pure lei"


Partiamo da qualche parte... siete d'accordo con me, che la nostra... chiamiamola configurazione sociale generalmente viene modellata dai nostri genitori? E perchè no.. direttamente o indirettamente dai nonni...
In un certo senso veniamo al mondo come una tabula rasa (in realtà abbiamo già un nucleo, però non interagisce con il mondo direttamente) e nei primi anni di vita iniziamo a vedere il mondo come lo vedono loro... questo ci porta vantaggi e svantaggi... se sono persone "sane" acquisteremo velocemente un modo sano... anche se poi dovremmo comunque adattarlo al nostro essere.. e se non riusciamo a "staccarci" dal modello?
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Vecchio 11-02-2005, 00.31.24   #6
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Beh... non è facile procedere. Ho cliccato "Rispondi" ma adesso non ho la più pallida idea di che cosa scrivere. Vado a tentoni vedo cosa mi esce... Sono indubbiamente d'accordo sul fatto che prendiamo a modello i genitori prima, e poi anche i nonni... E adesso? Cosa dico? Il problema è che non riesco a fare a meno di fare riferimento alle mie esperienze personali, o a quello che osservo nelle persone che ho intorno e con cui ho a che fare. Posso dire che essere genitori non si impara che sulla pelle dei propri figli. E saranno loro i "giudici", che piaccia oppure no. Credo che dei genitori "sani" scelgano di essere stati dei buon veicoli per trasportare uno Spirito in questo mondo. Ma sanno anche che non hanno alcun diritto di condizionarne il cammino.
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Vecchio 11-02-2005, 17.20.09   #7
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Se non sbaglio Steiner (padre dell'antroposofia) diceva che ad un bambino bisogna ad 11 anni iniziare ad insegnare l'indipendenza, sono d'accordo... ciò non significa ovviamente iniziare l'abbandono (che oggi tante volte purtroppo inizia sul passeggino... dai nonni e dalle tate) ma iniziare a considerarlo come un essere autonomo, non che quando è più piccolo non bisogna farlo, ma da quell'età iniziare a dargli piccoli compiti e/o libertà di scelta che gli creino l'idea che pur potendo sempre contare sui genitori però debba vivere in prima persona la vita.
Putroppo girandomi intorno non è questo che vedo... oggi vedo molti bambini piccoli sbattutti di qua e di là, certo questo posso capirlo... se non si lavora in due è dura andare avanti... però poi nel tempo extralavorativo vedo persone assorbite da pseudointeressi futili, questo è un discorso che si potrebbe fare a prescindere dal rapporto genitori/figli, cioè che non dedicano tempo primo per se stessi e allo stesso tempo e di pari importanza per i figli.... poi il tempo passa si arriva all'adolescenza e si trovano in casa degli estranei.... i figli diventano adulti.. e i genitori che ormai stanno invecchiando pretendono a quel punto un rapporto che non c'è mai stato...
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Vecchio 28-02-2005, 23.17.39   #8
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che argomento spinoso che è questo
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Vecchio 16-03-2005, 22.07.22   #9
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come mai tante mamme investono sui figli maschi e di cosa li considerano un surrogato che quando e se diventerà indipendente le riporterà alla situazione di partenza cioè di un rapporto non perfetto con il marito....
E' da un po' che te lo volevo chiedere... Ti va di approfondire (mi viene in mente un leone... )questo punto?
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Vecchio 17-03-2005, 22.16.33   #10
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Non è che mi venga in mente molto da aggiungere a quello che ho scritto... almeno per adesso...
La trafila di certi matrimoni in cui il marito non è presente (che sia lavoro, o uscite dopo cena con amici etc) e spesso le mogli/madri si tuffano nei figli, sia maschi che femmine, ma nei maschi si arriva all'apoteosi... lo si controlla, si è gelose delle fidanzate, si cerca di insinuargli che come fa le cose la mamma non le farà nessuna altra (e peggio ancora che non potrà farsele da solo, manco fosse mancante di qualcosa, a parte l'intelligenza se da retta a quelle storie)... al matrimonio/convivenza/università/o trasferimento in abitazione indipendente casca il palco... la signora che ha investito sul figlio si ritrova nel menage familiare di prima con un marito che è sempre lo stesso, o se è in pensione o ha cambiato abitudini (ed è più presente) comunque un'estraneo.
E' ovvio che ringraziando Iddio non è così in tutti i matrimoni, comunque dalla mia osservazione in maniera più o meno evidente emerge spesso, soprattutto dove la moglie è casalinga....
Non trovate il quadro reale?
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Vecchio 18-03-2005, 13.45.21   #11
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crdo che lo stesso valga in qualche modo anche per i padri, che tendenzialmente rifiutano di "affidare" le proprie figlie a qualcuno che non sia la copia perfetta di se stesso (inteso come carattere, responsabilità, modi di pensare ecc.ecc...)
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Vecchio 18-03-2005, 23.39.09   #12
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crdo che lo stesso valga in qualche modo anche per i padri, che tendenzialmente rifiutano di "affidare" le proprie figlie a qualcuno che non sia la copia perfetta di se stesso (inteso come carattere, responsabilità, modi di pensare ecc.ecc...)
Giusto... c'è anche l'altro lato della medaglia, solo che poi nella discussione mi ero perso, (brava Sele sei attenta certi giorni ) nel titolo lo avevo anticipato.
La differenza è che generalmente i padri con le figlie non investono più di tanto come impegno, poi però al momento che tu hai descritto, cioè quando la ragazza inizia a diventare indipendente pretendono.... insisto non faccio di tutta l'erba un fascio, ma spesso capita.
Però dallo spunto che tu hai espresso Sele... io noto che la copia pefetta la vorrebbero solo quando godono di una certa autostima, altrimenti o tendono a cercare per la figlia il principe azzurro, oppure in un altro caso se ne disinteressano.... dai vediamo se siete osservatori/trici qual'è il caso in cui si disinteressano?
Poi potremmo affrontare anche i rapporti padre-figlio madre-figlia
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Vecchio 13-05-2008, 11.01.58   #13
RedWitch
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Riprendo l'argomento, anche se sinceramente mi risulta un po' difficile farlo, senza metterci di mezzo la mia esperienza personale, la domanda iniziale che mi/vi pongo e' questa:

se la persona che vive con voi ha un attaccamento molto forte verso la propria famiglia di origine, che si deve fare?
Fino ad oggi la risposta che mi sono data, visto che non vedo molte altre alternative, e' quella di "farmene una ragione", ovvero di cercare di accettare che questa sua famiglia (fatta prevalentemente di figure femminili "ingombranti") c'e' esiste, fa parte di lui , e non posso farci nulla, pero' devo dire che non sempre riesco ad accettare la cosa di buon grado, questa situazione mi pesa, anche perche' non e' manifesta, ma lavora sotto sopra e tutto intorno..

Mi sono spesso chiesta se non sono io che amplifico questa sensazione che ho, avere la sua famiglia (tutta) molto vicina a casa mia, non aiuta, ma c'e' soprattutto il fatto che io sin dall'inizio mi sono tenuta abbastanza fuori dalla faccenda. Li frequento , ma sicuramente non li cerco quanto fa mio marito.. in continuazione, per qualunque motivo alla fin fine loro sono sempre "presenti" pur non essendoci fisicamente... non so se sia chiaro, ho costantemente questa sensazione di "presenze" in piu' nella nostra vita... e quello che provo molto spesso non e' propriamente edificante.. faccio buon viso a cattivo gioco, cerco di farmi andare bene tutte le situazioni che mi si presentano, anche perche' sono in sordina, non vanno ad implicare chissa' che sulla mia vita, ma tant'e' .. a volte mi sembra di aver sposato tutta la famiglia invece che mio marito..

Il punto e' che seppur non credo sia solo una
"sensazione" (chiamiamola cosi'), non ho davevro idea di come poter affrontare la situazione, senza tirare fuori inutili ripicche o gelosie, perche' in me di fondo vedo anche questo, forse soprattutto questo, mi sta molto stretta questa situazione e in parte il problema sono io lo vedo, ma non riesco ad uscirne, e nemmeno ad accettare completamente la cosa ..

aggiungo che per lui la situazione e' assolutamente normale, cercare in continuazione soprattutto le figure femminili (sono 3) della sua famiglia e' normalissimo, essere sempre a disposizione etcetc...

Ultima modifica di RedWitch : 13-05-2008 alle ore 11.04.56.
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Vecchio 13-05-2008, 12.06.19   #14
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se la persona che vive con voi ha un attaccamento molto forte verso la propria famiglia di origine, che si deve fare?
Se la famiglia di origine è troppo vicina, e nonostante il matrimonio, continua a influenzare il figlio sotto forma di aiuti, consigli, mettersi a disposizione e quant'altro, è molto difficile trovare una soluzione indolore, ma forse come prima cosa si potrebbe cercare di parlarne, visto che lui non lo vede come problema...
Se parlarne non risolve nulla, potresti passare al contrattacco, prendendo per spunto questa tua frase: <Li frequento , ma sicuramente non li cerco quanto fa mio marito...>
Cioè cominciare a cercarli per ogni cosa, chiedere per ogni cosa, e così via, fino a che non arrivano al punto di dire: "Ma arrangiatevi un po' da soli e lasciateci un po' tranquilli..."
Certo quello che ho scritto è un po' provocatorio, ma potrebbe far capire a loro e a lui quello che a parlarne a parole non esce... e quale reazione potrebbe provocare...
La soluzione opposta potrebbe essere di precedere tuo marito facendogli già trovare quello che potrebbe chiedere a loro, ma non è molto educativo perchè così lui passerebbe da una dipendenza all'altra....
L'ideale sarebbe fargli capire che tutto il rispetto e l'amore che ha per la sua famiglia non viene a mancare anche se dimostra di non averne più tanto bisogno....
Bisognorebbe anche capire se questo bisogno parte da lui o da loro....

Un'ultima cosa: prendervi una bella vacanza solo voi due in cui l'unico punto di riferimento saresti tu ?

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Vecchio 13-05-2008, 12.18.32   #15
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.........
Bisognorebbe anche capire se questo bisogno parte da lui o da loro....
Ecco Stella, questa e' una gran bella domanda... perche' quel che vedo io (ovviamente avendo a disposizione piu' una parte che l'altra) sembra proprio che sia lui ad avere questo bisogno... ma da qualche parte deve pur provenire...
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Vecchio 13-05-2008, 13.25.13   #16
Astral
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Dal titolo del topic, pensavo che l'argomento si riferisse al fatto che molti giovani, vivono ancora con i genitori, ma poi ho visto che si parla d'altro...

Ci sono situazioni oggettivamente pesanti, dove i suoceri hanno addirittura le chiavi di casa, dell'appartamento del figlio sposato, e purtroppo in quei casi si può soltanto sperare nella morte prematura dei suddetti...( ironicamente).

In tutti gli altri casi, occorre stabilire dei limiti, e magari nel caso di Redwitch, vedere se anche da parte di tuo marito, c'è un insofferenza nei confronti dei tuoi parenti.

E' anche vero che da mamma e papà una certa apprensione rimane verso i figli, si vorrebbe fare ancora per loro ( motivazione inconscia, perchè si teme che il figlio abbondoni il genitore in vecchiaia).

Io non sono sposato, e sono abbastanza giovane, ma posso riportare la mia esperienza di mia madre che ha dovuto vivere per quasi 10 anni con la suocera in casa e credimi che in certi casi bisogna mettere la persona davanti una scelta.

Sono sicuro che però nel tuo caso si tratta soltanto di discutere sulla vostra privacy ed indipendenza. Comunque anche l'idea di Stella non era male, appatto che non si ottenga l'effetto contrario.

Poi occorre vedere la situazione nello specifico: se ad esempio è una mamma vedova, è naturale che ci sarà un maggiore attaccamento nei confronti del figlio.

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Vecchio 13-05-2008, 20.35.11   #17
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, non vanno ad implicare chissa' che sulla mia vita, ma tant'e' .. a volte mi sembra di aver sposato tutta la famiglia invece che mio marito..
Per come la vedo io è una questione di misura, come quasi tutto. Se tra tuo marito e la sua famiglia d'origine ci sono determinate dinamiche e se c'è in tuo marito tutta una serie di bisogni che si incastrano coi loro... tant'è, quello tuo marito è.
Questo non significa però che ti devi far andare bene per forza qualsiasi situazione... come dici, hai sposato lui e non tutti loro, quindi rimanderei a monte la questione: quando esagera, se esagera, farglielo notare obiettivamente e demandare a lui la gestione della cosa... che non ti obblighi di fatto a frequentazioni eccessive che non gradisci.

Poi se lui vorrà affrontare la cosa con se stesso e magari parlarne con te ok, se e quando la vedrà e la vedrà come un problema... cosa che potrebbe benissimo non accadere mai.

Dico queste cose per va della "parità" che a mio avviso dovrebbe esserci in una coppia che funziona... e una coppia può funzionare anche coi difetti di entrambi. Le "tattiche" proposte da Stella (non ce l'ho con lei, è un discorso generico) possono ben sortire effetto... se è l'effetto il nostro fine ultimo. Ma se il nostro fine ultimo è il funzionamento della coppia, ci penserei due volte prima di mettere in atto consapevolemente tattiche verso l'altro, anche se a fin di bene, perchè è sempre una forma di controllo, che va a finire che stabilisce una gerarchia nel rapporto. Poi, per carità, se questa gerarchia esiste, nel senso che la cosa è sesquipedale e lui non vede l'elefante che ha di fronte allora ok, forse non c'è altro da fare... dopo aver preso coscienza di aver sposato un cieco.

Ma se il rapporto è, non dico paritario, ma almeno impostato come tale, nel tentativo di esserlo, beh occhio a cosa avvicina e cosa allontana...
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Vecchio 13-05-2008, 23.32.48   #18
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Il punto e' che seppur non credo sia solo una
"sensazione" (chiamiamola cosi'), non ho davevro idea di come poter affrontare la situazione, senza tirare fuori inutili ripicche o gelosie, perche' in me di fondo vedo anche questo, forse soprattutto questo, mi sta molto stretta questa situazione e in parte il problema sono io lo vedo, ma non riesco ad uscirne, e nemmeno ad accettare completamente la cosa ..

aggiungo che per lui la situazione e' assolutamente normale, cercare in continuazione soprattutto le figure femminili (sono 3) della sua famiglia e' normalissimo, essere sempre a disposizione etcetc...
e come si fa ad accettare così senza batter ciglio che la figura femminile di riferimento di tuo marito non sei tu? Pretendi un pò tanto da te stessa... va bene che la mamma è sempre la mamma .. ma qui son tre!!! Eccheccavolo!
A parte gli scherzi, è del tutto normale avere una brutta sensazione in questa situazione. Intanto non ti senti libera con tuo marito, qualcuno sa sempre ciò che fai, come, dove e perchè...una sorta di grande fratello... l'unica cosa che vedo possibile è come dice Ray, cioè aprire un dialogo a cuore aperto, senza tattiche o manipolazioni, ma proprio dirgli quanto la cosa ti crea disagio. senza dargli colpe, non ne ha.. ma già aprirsi a lui è un modo di sciogliere il primo rancore del tipo: ma porca paletta non vedi che sto male per colpa tua???
Non è facile perchè ogni cosa porta a volerlo controllare e quindi l'unica cosa è accettarlo per come è ma non mettersi in competizione con questa nuova famiglia... però soprattutto direi di NON fare buon viso a cattivo gioco se questo ti fa sangue cattivo.
E' un gioco di controllo ma è tra loro tu puoi parlare con lui e raccontargli di te..
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 13-05-2008, 23.44.00   #19
Kael
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non ho davevro idea di come poter affrontare la situazione
Parlargli apertamente, spiegargli che tu ce la metti tutta per accettare/comprendere la situazione, ma che anche tu hai dei limiti, penso sia la soluzione migliore.. Non volerti accollare tutto il peso, o pretendere di accettare anche ciò che non riesci... siete in due, non in uno... Parlatene.
Lui forse ha sposato te pur volendo al tempo stesso restare in qualche modo attaccato alla famiglia d'origine (quindi volendo al tempo stesso essere sia marito che figlio... situazione "comoda" aggiungerei... ma che a ben vedere non lo fa essere nè l'uno nè l'altro...) ma tu puoi spiegargli che hai sposato lui e non tutta la famiglia intera... quindi questa situazione ti inizia a diventare difficile.

Se poi lui capirà, tanto meglio... altrimenti è tuo marito e te lo tieni così.

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Vecchio 14-05-2008, 01.26.26   #20
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.. a volte mi sembra di aver sposato tutta la famiglia invece che mio marito.....
Per esperienza personale.....ne parlo però dalla "posizione" di tuo marito ...Un uomo così sceglie per compagna la donna che per sue ( di lei ) caratteristiche sa per certo essere in grado di sposare ANCHE la sua famiglia (che è sua parte integrante) . Mi permetto un piccolo suggerimento : se non lo vuoi perdere, non metterlo mai di fronte ad una SCELTA drastica , sarebbe come chiedergli di spezzarsi ( anche fisicamente) in più parti
e dal suo punto di vista sarebbe una richiesta incomprensibile perchè la sua famiglia c'è sempre stata , non è comparsa dopo il matrimonio e i suoi "legami" con essa sicuramente non sono mai stati celati.....anzi , come dire li avevi davanti e non hai voluto o potuto vederli , arrivo a dire che probabilmente te li ha MOSTRATI ( proprio nel senso di messi in bella mostra)sin dall'inizio.

Condivido il pensiero/suggerimento di Ray
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Per come la vedo io è una questione di misura, come quasi tutto. Se tra tuo marito e la sua famiglia d'origine ci sono determinate dinamiche e se c'è in tuo marito tutta una serie di bisogni che si incastrano coi loro... tant'è, quello tuo marito è.
Questo non significa però che ti devi far andare bene per forza qualsiasi situazione... come dici, hai sposato lui e non tutti loro, quindi rimanderei a monte la questione: quando esagera, se esagera, farglielo notare obiettivamente e demandare a lui la gestione della cosa... che non ti obblighi di fatto a frequentazioni eccessive che non gradisci.

Poi se lui vorrà affrontare la cosa con se stesso e magari parlarne con te ok, se e quando la vedrà e la vedrà come un problema... cosa che potrebbe benissimo non accadere mai....

Ultima modifica di gibbi : 14-05-2008 alle ore 01.44.42. Motivo: correzione errori
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Vecchio 14-05-2008, 11.22.26   #21
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Ho sposato anche io un mammone.
Essi l'avevo riconosciuto subito, ma si sa, molte donne come me pensano da ragazze, che una volta sposato, cambierà.
Sbagliato! Non cambia se non ne prende coscienza, non lo farà.
In tanti anni, qualcosa è cambiato, ma solo perchè dopo tante discussioni, si è reso conto che forse era davvero troppo. Ma nel suo modo di comportarsi automatico c'è sempre al primo posto la famiglia...tutta, di cui io sono diventata parte.
Ma secondo me il matrimonio è la creazione di una nuova famiglia non l'ingrandimento di quella che c'è già. La nuova famiglia dovrebbe creare lei da sola delle sue tradizioni, nelle quali poi potrà partecipare anche la famiglia o le famiglie di provenienza, ma ciò difficilmente accade se non a fronte di grosse discussioni, che possono si portare anche alla rottura, se non c'è comprensione amore e forte determinazione a continuare.
In questi anni ho visto che ho dovuto aprire un po' e chiudere anche. Un po' concedere e un po' tirare.
Oggi per non farmi fagogitare ho dovuto lasciare che facesse quello che sentiva e quando esagerava, cioè non ce la facevo più a sopportare ho sempre detto cosa pensavo ed è stato causa di scontro, ma alla fine è cmq servito a rendermi più indipendente dalla sua famiglia. Nel senso che se non ho voglia non vado non frequento e non si offende più, però lascio che vada lui.
Si io sapevo com'era prima di sposarlo ma non pensavo mai che si sentisse sempre in dovere di accudire tutta la sua famiglia (come un padre) e lui però sapeva come ero io: il preciso suo oppposto, ma si pensa sempre che riusciremo a portare l'altro dalla nostra parte invece di prendere coscienza che le cose stanno così e basta. Che siamo due individui e non uno.
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Vecchio 14-05-2008, 11.58.19   #22
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Ma secondo me il matrimonio è la creazione di una nuova famiglia non l'ingrandimento di quella che c'è già. La nuova famiglia dovrebbe creare lei da sola delle sue tradizioni, nelle quali poi potrà partecipare anche la famiglia o le famiglie di provenienza
Invece se ci pensi è quasi tutto ribaltato (e non lo dico per far il bastian contrario)
Due che si sposano sono un nuovo ramo di due alberi, ad iniziare dalla genetica e continuando con tutto il resto.
E' vero che la nuova famiglia si crea (o dovrebbe) i suoi riti, non tradizioni... perchè le tradizioni non si possono creare, le tradizioni diventano tali da sole dopo tanto tempo.
Quindi è possibile partecipare alle tradizioni delle famiglie di origine quando è il caso, quando sono tradizioni sane etc... ma allo stesso tempo se non si crea anche qualcosa di nuovo il tutto diventa morto e questo si può vedere con il passaggio di un certo numero di generazioni di un albero genealogico.

Sono d'accordo con Gibbi (tanto per prendere uno degli ultimi interventi)
La donna dovrebbe vedere prima di sposarsi che il suo uomo (ci sono anche le donne mammone eh) è di un certo tipo, una volta sposati se si tenta il colpo di mano succede il patatrac. Questo non vuol dire che bisogna subire la cosa passivamente, solo che bisogna essere diplomatici. Una cosa che si deve esigere anche se con la giusta gradualità, è che il marito (o la moglie) non raccontino alla mamma le cose più intime, che sia pure problemi di lavoro o che altro... però bisogna vedere anche come sono i rapporti e cosa le famiglie fanno per questa coppia, non si può pretendere solo aiuti quando occorrono e poi però fare gli indipendentoni, insomma ci sono casi e casi.
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Vecchio 14-05-2008, 14.09.48   #23
griselda
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Invece se ci pensi è quasi tutto ribaltato (e non lo dico per far il bastian contrario)
Due che si sposano sono un nuovo ramo di due alberi, ad iniziare dalla genetica e continuando con tutto il resto.
E' vero che la nuova famiglia si crea (o dovrebbe) i suoi riti, non tradizioni... perchè le tradizioni non si possono creare, le tradizioni diventano tali da sole dopo tanto tempo.
Quindi è possibile partecipare alle tradizioni delle famiglie di origine quando è il caso, quando sono tradizioni sane etc... ma allo stesso tempo se non si crea anche qualcosa di nuovo il tutto diventa morto e questo si può vedere con il passaggio di un certo numero di generazioni di un albero genealogico.

Sono d'accordo con Gibbi (tanto per prendere uno degli ultimi interventi)
La donna dovrebbe vedere prima di sposarsi che il suo uomo (ci sono anche le donne mammone eh) è di un certo tipo, una volta sposati se si tenta il colpo di mano succede il patatrac. Questo non vuol dire che bisogna subire la cosa passivamente, solo che bisogna essere diplomatici. Una cosa che si deve esigere anche se con la giusta gradualità, è che il marito (o la moglie) non raccontino alla mamma le cose più intime, che sia pure problemi di lavoro o che altro... però bisogna vedere anche come sono i rapporti e cosa le famiglie fanno per questa coppia, non si può pretendere solo aiuti quando occorrono e poi però fare gli indipendentoni, insomma ci sono casi e casi.
Hai ragione Uno scusa ho spiegato con il c..o, sorry.

A volte si va a piangere sulle spalle dei genitori per farsi aiutare o con la speranza di esser aiutati, per trovare quella comprensione che non si trova nel partner o sul lavoro e questo secondo me è un errore.
Coinvolgere i genitori dentro le proprie beghe non va bene perchè poi noi facciamo pace e/o risolviamo ma loro invece che non sono noi mantengono in memoria dati che non dovrebbero neppure conoscere e che possono influire ed influenzare il nostro rapporto sia con loro che tra noi.
Il pensiero che loro ci possano aiutare a risolvere alcune situazioni fa si che poi loro si sentano coinvolti anche nella risoluzione di cose che non spettano loro, possono anche nascere giudizi deviati da ciò che abbiamo detto che è solo un parziale visione del tutto che loro non hanno sott'occhio ma sopratutto non vivono in prima persona.
Se vado a raccontare alla mamma che mia moglie/marito ha fatto questo e quell'altro poi lei soffrirà per qualcosa che la coninvolgerà in ciò che non le compete.
Tutto quello che succede nella coppia dovrebbe essere risolto secondo me, in essa, senza tirare dentro persone che non vivono la questione e non hanno tutti i dati, la complicità e sopratutto non sono legati dall'amore che abbiamo noi verso il nostro partner.
Ma non è facile dire al proprio compagno/a queste cose quando è abituato/a da una vita a fare questo se non lo capisce da se. Io ci sono passata in mezzo ed ho visto e subito le conseguenze, anzi le abbiamo imparate in due, ma la mamma e la sorella rimangono sempre tali per tutta la vita, se si è compreso qualcosa da quello che è successo ci si modifica un poco si impara dai propri sbagli.
E anche i genitori dovrebbero dire: eh no caro/a questi sono affari tuoi che ti devi risolvere non voglio conoscerli te la devi sbrigare da te, ora sei grande!
Credo che sia un modo di responsabilizzare i figli.
No?
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Vecchio 14-05-2008, 15.08.53   #24
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Invece se ci pensi è quasi tutto ribaltato (e non lo dico per far il bastian contrario)
Due che si sposano sono un nuovo ramo di due alberi, ad iniziare dalla genetica e continuando con tutto il resto.
E' vero che la nuova famiglia si crea (o dovrebbe) i suoi riti, non tradizioni... perchè le tradizioni non si possono creare, le tradizioni diventano tali da sole dopo tanto tempo.
Quindi è possibile partecipare alle tradizioni delle famiglie di origine quando è il caso, quando sono tradizioni sane etc... ma allo stesso tempo se non si crea anche qualcosa di nuovo il tutto diventa morto e questo si può vedere con il passaggio di un certo numero di generazioni di un albero genealogico.

Sono d'accordo con Gibbi (tanto per prendere uno degli ultimi interventi)
La donna dovrebbe vedere prima di sposarsi che il suo uomo (ci sono anche le donne mammone eh) è di un certo tipo, una volta sposati se si tenta il colpo di mano succede il patatrac. Questo non vuol dire che bisogna subire la cosa passivamente, solo che bisogna essere diplomatici. Una cosa che si deve esigere anche se con la giusta gradualità, è che il marito (o la moglie) non raccontino alla mamma le cose più intime, che sia pure problemi di lavoro o che altro... però bisogna vedere anche come sono i rapporti e cosa le famiglie fanno per questa coppia, non si può pretendere solo aiuti quando occorrono e poi però fare gli indipendentoni, insomma ci sono casi e casi.
In effetti in questi casi, o meglio anche in questi, si dovrebbe tenere un comportamento nel mezzo?
Mi pare di capire che comunque ci sono delle dinamiche e che forzarle, evidentemente, porta alla rottura. Allora sarebbe utile analizzare sia la situazione da l'una che dall'altra parte. Che poi sia vero che esistono figli ( generico ) attaccati ancora ai genitori, non è una cosa nuova anzi direi che, forse, il risultato della nostra società e quindi ciò con cui facciamo oggi i conti, un po deriva in cosenguenza da un certo modo degenerato di portare avanti un rapporto; che sia di famiglia o anche - riflesso di questo - tra due persone.
Quindi la cosa si allargherebbe a maccchia d'olio.

Ma per non andare a parare altrove, tornando alla situaizone di Red, devo dire, per quanto mi riguarda, oltre ad osservare in me come in altri queste " situazioni" - nel senso che qualcosa la riconosco, mentre di altro forse non ne ho piena coscienza - dico che appunto si tratta di un prendere atto.
Fino a qualche tempo fa, il pensiero o una qualunque azione si muovevano sempre in funzione del " genitore".
" Faccio questo per..." oppure " faccio quell' altro per ...", trovandomi col tempo, necessariamente legato e condizionato da un rapporto.
E' probabile che ancora ci sia, da qualche parte, ma almeno ora lo vedo e l'ho visto per il passato.
D'altronde scombussolare un modus a cui ero fortemente abituato, non credo di poterlo affrontare di getto e subito. Gia il fatto di essermene reso conto lo reputo un piccolo passo avanti.
Ringrazio chi, comunque, una volta ogni tanto mi faceva notare questa cosa...forse pure inconsapevolmente ma che all'epoca, si pigliava il vaff..pure se in sordina...!
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 14-05-2008, 15.59.16   #25
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
e come si fa ad accettare così senza batter ciglio che la figura femminile di riferimento di tuo marito non sei tu? Pretendi un pò tanto da te stessa... va bene che la mamma è sempre la mamma .. ma qui son tre!!! Eccheccavolo!
A parte gli scherzi, è del tutto normale avere una brutta sensazione in questa situazione..
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Originalmente inviato da Kael Visualizza messaggio
Lui forse ha sposato te pur volendo al tempo stesso restare in qualche modo attaccato alla famiglia d'origine (quindi volendo al tempo stesso essere sia marito che figlio... situazione "comoda" aggiungerei... ma che a ben vedere non lo fa essere nè l'uno nè l'altro...) ma tu puoi spiegargli che hai sposato lui e non tutta la famiglia intera... quindi questa situazione ti inizia a diventare difficile.
Mi hanno molto colpito queste parti degli interventi di Sole e Kael, entrambi mi avete dato una visione un po' più ampia della faccenda, cose che non avevo considerato, e/o visto e vi ringrazio

Come hanno ben detto Gibbi e Uno, una cosa così "grande" avrei dovuto vederla prima, e non dico che non ci fossero segnali, anzi alcuni erano forti e chiari ricordo una frase che mi fu detta molto molto tempo fa che non lasciava dubbi.. ma tant'è.. l'affetto e l'attaccamento ci possono anche stare, anche se come diceva Uno nei primissimi post più sopra, a volte certi rapporti non sono poi tanto naturali, ma questo non sta a me stabilirlo, ma la cosa che ho visto bene grazie all'ultimo post di Uno e più sopra a quello di Sole è il discorso degli "affari nostri" stile Grande Fratello.. è proprio questa la cosa che più mi da noia, il fatto che le cose nostre non rimangano nostre (di mio marito e mie), ma c'è questa specie di condivisione generale, in cui tutti sanno tutto ma non di tutti, solo di noi (non so se sia comprensibile ma è proprio così..).. ecco il centro è questo, dunque, tenendo a mente che con diplomazia e coi giusti tempi posso fargli capire che le cose nostre non dovrebbero uscire da qui, almeno non come se fosse la cosa più naturale del mondo che tutti sappiano tutto in tempi brevissimi (che sia lavoro o altro.. ) è probabile che la situazione per me migliori un po' .. (mammamia che paura di non avere controllo ho in sta situazione ).

Citazione:
Originalmente inviato da jezebelius
...........
Fino a qualche tempo fa, il pensiero o una qualunque azione si muovevano sempre in funzione del " genitore".
" Faccio questo per..." oppure " faccio quell' altro per ...", trovandomi col tempo, necessariamente legato e condizionato da un rapporto.
Ritrovo anche questa situazione Jez, e anche questa è condizionante un po' per me (nel senso che necessariamente se bisogna trovare il tempo per tutti, io mi devo adeguare agli spazi che restano, e in quelli fare le cose che devo, intese come commissioni) .. inoltre è una situazione che
conosco molto bene, perchè è anche una mia tendenza correre correre per accontentare, solo che mi sono trovata un giorno davanti a qualcuno che mi ha detto: "corri corri per tutti, cerchi di accontentare tutti tranne me". E questa persona , che era (è) molto importante per me, in qualche modo mi ha aperto gli occhi, ci sono delle priorità da stabilire, senza dimenticarsi prima di tutto di sè stessi, e senza dimenticare chi è vicino a noi, ma sempre entro certi limiti....

Grazie a tutti, mi è stata molto utile questa "chiacchierata", ho visto diverse cose che da sola non trovavo..


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