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Vecchio 13-03-2009, 01.46.42   #1
dafne
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Predefinito il passato che fà male..

Voglio provare a raccontarvi quello che mi stà capitando in queste ultime settimane, posso senza fare troppo la smielosa affermare che da quando sono qui ho iniziato un viaggio, un viaggio per capire chi sono. Ho condiviso con voi moltissime sensazioni e ho tratto sempre gran beneficio dal condividere e ricevere consigli.
Anche quelli che non ho ascoltato perchè comunque han lasciato segno.

Non so bene come metter giù questa cosa ma da quel primo abbraccio a mio figlio in poi molte cose han cominciato a prendere posto, o perlomeno a diventare più chiare.
La cosa più difficile restava guardare indietro, anche il periodo della mia infanzia che posso definire felice era avvolto dalla nebbia...

Mi stupiva e irritava il muro di gomma contro cui sbattevo ogni volta che cercavo di pensare a com'ero, a com'era mia madre, mio padre ecc

Settimana scorsa questo tentare di guardare mi ha resa anche aggressiva, infelice, stanca...era palese che qualcosa in me non andava, non voleva proseguire ma non ho mollato la presa...

La prima cosa pazzesca che ho scoperto è che non mi concedevo la rabbia, era come soffocarla e negarla..ma c'era

Trovare il soggetto, i soggetti è stato duro ma ammettere con se stessi di essere arrabbiati con loro..un'altra storia.

Durante quest'ultimo periodo soprattutto ho notato che se mi lasciavo andare mi si rovesciavano addosso tutte le fobie del mondo, sono diventata ipersensibile ai rumori e la notte che era già difficoltosa mi ha costretta a riaccendere la candelina per dormire un pò...

Oggi affrontando la parola famiglia e la rabbia e la frustrazione per le situazioni vissute, che poco a poco stan venendo a galla, le figure che erano di riferimento, mio malgrado ho vissuto uno spaventoso momento di odio... volevo morire piuttosto che ammetterlo ma il detestare che provavo (in realtà non era un odio di quello che spinge alla vendetta...non so come spiegarlo...o forse mi stò ancora giustificando) era proprio lì, appena dietro al muro di gomma su cui avevo rimbalzato tanto.

E dall'odio alla rabbia alla solitudine, indietro ancora fino a scoprire un sentimento di cui non avevo minimamente sospettato la presenza..l'angoscia.

L'angoscia mi ha fatto resettare tutto il vissuto in un niente, ha coperto il passato facendomi vivere in una specie di curioso senso di sospensione, le figure di riferimento positive erano quasi tutte esterne alla famiglia e sono sparite per quel terremoto nella nostra vita che ha portato i miei a separarsi e a cambiar paese.

Ma ancora prima i litigi in casa e nessuno che mi si filasse davvero...povera me e poveri loro...

Dipendenza e attaccamento il risultato del disastro e poi un ulteriore incasinamento nella sfera affettiva e sessuale.

Sono ancora angosciata, credo che sia questo che ho sempre cercato di evitare, anche nei silenzi miei o degli altri, sono spaventata anche se sono felice perchè ho cominciato a smantellare il muro e perchè il senso di sollievo provato riscoprendo un'affettività slegata dalla sessualità o lo scoprire di potermi concedere sia la rabbia che il dolore, poterli finalmente sfogare è una sensazione che non ha prezzo.

O meglio, il prezzo ce l'ha ma è un prezzo equo.

Mi sento sola, ma dirlo adesso ha un altro senso, adesso sento che è anche quel che è rimasto nel passato a sentirsi solo e che posso concedermi di essere arrabbiata senza che questo uccida nessuno, anzi, per assurdissimo, questo mi libera e credo mi permetterà di voler bene davvero a queste persone che in fondo, di loro, colpe consapevoli non ne hanno...

Ecco, post un pò sconclusionato ma mi sento già un pò meglio...terrò la luce accesa stanotte e chissà che un pò alla volta questa brutta sensazione non s'asciughi...

grazie per esserci ragazzi anche solo scrivere mi aiuta a focalizzare cose che non erano chiare o a farmi capire che non lo sono ancora per niente..
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Vecchio 14-03-2009, 14.17.40   #2
Era
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Mi sento sola, ma dirlo adesso ha un altro senso, adesso sento che è anche quel che è rimasto nel passato a sentirsi solo e che posso concedermi di essere arrabbiata senza che questo uccida nessuno, anzi, per assurdissimo, questo mi libera e credo mi permetterà di voler bene davvero a queste persone che in fondo, di loro, colpe consapevoli non ne hanno...

Il passato che fa male...se glie lo permetti..mi ripeto spesso e nel passato c'era o dovrebbe esserci stata una famiglia...tuttavia il mio non partecipare (poco a tutto) ma nello specifico alle discussioni inerenti la famiglia ti può dimostrare che per quanto mi riguarda a sto cavolo di passato glie lo permetto ancora alla grande di farmi del male...non sempre eh!!!

Ho lasciato questo brano della tua discussione perchè proprio la solitudine ha per me un peso enorme e dire che sono chiacchierona abbracciona e sempre sorridente..quindi a ben vedere nei pochi secondi in cui sono sveglia so di raccontarmela alla grande..chiacchiero per coprire i silenzi abbraccio per...boh non lo so..sorrido per nascondermi...posso solo dirti e di vero cuore...che si è vero che abbiamo subito torti altrettanto vero che da parte nostra li abbiamo restituiti con gli interessi...ma se solo riesco a guardare al passato senza tutta quella rabbia e il rancore sto caspita di passato qualcosa di utile di certo me lo passa...

Non è facile ma ce la si può fare..sono una lumaca lenta e qualche centimetro l' ho percorso...ma a dispetto di quanto può dire qualcuno..so di potercela fare..e se ci riesco io....................................

p.s. sei stata chiarissima
__________________
Dio mi conceda
la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
di distinguere tra le une e le altre
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Vecchio 15-03-2009, 00.55.24   #3
dafne
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Ho lasciato questo brano della tua discussione perchè proprio la solitudine ha per me un peso enorme e dire che sono chiacchierona abbracciona e sempre sorridente..quindi a ben vedere nei pochi secondi in cui sono sveglia so di raccontarmela alla grande..chiacchiero per coprire i silenzi abbraccio per...boh non lo so..sorrido per nascondermi...posso solo dirti e di vero cuore...che si è vero che abbiamo subito torti altrettanto vero che da parte nostra li abbiamo restituiti con gli interessi...ma se solo riesco a guardare al passato senza tutta quella rabbia e il rancore sto caspita di passato qualcosa di utile di certo me lo passa...


sai Era, avevo scritto un bel post..ermo se l'è mangiato ci riprovo vediamo se stò giro riesco grazie per quello che hai scritto innanzitutto.

Parlo di me adesso, e per me perchè ognuno fà la sua strada e ha i suoi mezzi per percorrerla..

La frase che ho sottolineato è verissima, di torti ne abbiamo subiti, ne ho subiti e ne ho resi..ma mi rendo conto che in realtà non ho reso nulla. ( anzi, ne ho solo prodotti di nuovi caricandomi pure dei sensi di colpa.. )

Ho sempre cercato, consapevolmente o meno, di scaricare tutta la mia rabbia e la mia frustrazione e l'angoscia su qualcun'altro, qualcuno che non fossero le persone causa di tanto malessere. Ci ho messo tanto per accettare di essere arrabbiata con loro, ancora di più per scoprire di averle detestate fino a desiderare di farle sparire.
Cosa che peraltro mi era, allora, impossibile in quanto quelle erano le persone cardine della mia vita, e poi uniche rimaste come riferimento quando anche tutto quello che avevo attorno è cambiato.

Contestarle, realizzare la mia rabbia sarebbe stato come..distruggerle..e io non me lo potevo permettere.

Ho coperto questo con il "non si fà non si dice", e ho usato proprio il fatto che avevo io stesso fatto torto agli altri per darmi man forte nel sostenere quella parte di me che aveva disperatamente bisogno di giustificarle (giustificandomi..altro che attaccamento, il mio è/era un aggrappamento-bostik )

Le emozioni di allora scopro oggi che sono ancora vive e forti, che non solo non si sono affievolite nel tempo ma si sono..consolidate.
L'angoscia che ho vissuto da bambina ha alimentato le scelte e generato le esperienze rimanendo sempre lì, in attesa.

E oggi che un pò ha fatto breccia nel muro di gomma che avevo alzato questo sentimento mi inabilita la vita..questo mi mette ancora più paura, sono diventata ipersensibile a qualunque stimolo, ci sono momenti in cui percepisco qualsiasi cosa come mortale e minacciosa.
Però non è proprio paura di morire, per la verità la morte, intesa come fine, come stacco, chiusura..alle volte mi è persino sembrata una cosa allettante chiudere tutto e non pensare (mica sarà per questo che non chiudevo le antine? una sorta di spirito di sopravvivenza? mah)..ecco parlar con te mi fà vedere questa sera che probabilmente ho sempre avuto paura di sentire.


Ma allo stesso tempo mi rendo conto di essere diventata più forte, di avere nelle mie mani strumenti (per il momento più stratagemmi che soluzioni..ma bon meglio di niente) per controllare un pò quest'ansia che cerca di immobilizarmi, questo senso di pericolo costante, mi accorgo che legittimare la mia rabbia verso la mia famiglia (bellissimo questo verbo, ci ho messo un anno per capirne il significato) non solo mi stà permettendo di arrivare a quanto di marcio mi impediva di andare avanti ma in qualche modo libera persino le stesse persone con cui ce l'ho dall'obbligo di rendermi indietro quel qualcosa di cui io ho sempre sentito la mancanza.

Insomma è un lavoraccio, un vero e proprio lavoro sporco, devo guadare una palude di guano in mutande ma sono arrivata fin qua..perchè non fare almeno un altro passetto ancora?
vabbuò ho rifatto un papiro..
Un'altra cosa Era..Vuoi che ti dico perchè penso tu sia una sorridente chiacchierona e abbracciosa? Perchè la tua voglia di superare la palude è più forte di quella di restarci inguaiata
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Vecchio 15-03-2009, 01.20.18   #4
Ray
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Ma allo stesso tempo mi rendo conto di essere diventata più forte, di avere nelle mie mani strumenti (per il momento più stratagemmi che soluzioni..ma bon meglio di niente)
Magari usi le parole in modo diverso (magari no) ma mi ricordo di uno stratega che sosteneva che uno stratagemma è una soluzione elegante.

In realtà non volevo dire nulla, era solo una scusa per farti i miei complimenti e per esprimerti tutta la mia stima e il mio appoggio per il Lavoro che stai facendo così bene. Forza Daf!
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Vecchio 15-03-2009, 01.35.01   #5
dafne
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Magari usi le parole in modo diverso (magari no) ma mi ricordo di uno stratega che sosteneva che uno stratagemma è una soluzione elegante.

In realtà non volevo dire nulla, era solo una scusa per farti i miei complimenti e per esprimerti tutta la mia stima e il mio appoggio per il Lavoro che stai facendo così bene. Forza Daf!


mi sento fragile come un vetro soffiato, grazie per l'appoggio...ogni tanto ho la spiacevole sensazione che dovrò frantumarmi in mille pezzi per ricostruire un'immagine di me che sia più...attuale...vabbuò so che in fondo sola sola non sono


OT ma sai che ti ho sognato l'altra sera? non volevo postarlo perchè mancava un pezzo centrale ma m'è rimasto particolarmente impresso che ad un certo punto ti sei messo a spigarmi/rci una tua teoria in maniera piuttosto infervorata scrivendo mi pare numeri ma anche parole sul vetro di una finestra con qualcosa tipo un rossetto glossi o un pennarello però non coprente ..magari poi provo a scriverlo... fine OT
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Vecchio 15-03-2009, 12.25.22   #6
RedWitch
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mi sento fragile come un vetro soffiato, grazie per l'appoggio...ogni tanto ho la spiacevole sensazione che dovrò frantumarmi in mille pezzi per ricostruire un'immagine di me che sia più...attuale...vabbuò so che in fondo sola sola non sono
Credo che quando (e se) ci saremo frantumate in mille pezzi Daf, quel che ne verrà fuori sarà qualcosa di ben più grande che "un' immagine"
Non ho mai visto nessuno da quando sono qui con il coraggio di esporsi pubblicamente che hai tu.. buon proseguimento di Lavoro
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Vecchio 16-03-2009, 00.40.15   #7
dafne
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Credo che quando (e se) ci saremo frantumate in mille pezzi Daf, quel che ne verrà fuori sarà qualcosa di ben più grande che "un' immagine"
Non ho mai visto nessuno da quando sono qui con il coraggio di esporsi pubblicamente che hai tu.. buon proseguimento di Lavoro
mmmm....Non so se arriverò mai a quel tipo di frantumazione che porta alla rinascita Red, francamente molto più terra terra intendevo proprio quella disgregazione che ci fà lasciare un vecchio modo di essere, di vederci, per accoglierne uno nuovo, o almeno in parte nuovo.
Mi sentirei già una persona realizzata se arrivassi a comprendere tutti i meccanismi che han fatto di me quel che sono oggi riuscendo ad eliminare almeno quelli autolesionisti ... un passaggio dall'infanzia all'adolescenza fino ad un'età un pò più matura ...un briciolo di equilibrio su cui contare insomma

Per il fatto di esporsi...mi ci sono ritrovata a ragionarci su devo ammetterlo, quando ho cominciato a lasciar uscire le parole, arrivata in città da poco, ho sperimentato nuove sensazioni, poi in un certo senso ho buttato fuori tanto più per l'onda emotiva che per altro...se mi guardo indietro percepisco quasi la frenesia di dire, parlare...poi sono passata per quel vuoto causato dal pc malefico che ha cominciato a farmi apprezzare i silenzi, la moderazione...

E ho anche cominciato a chiedermi quanto fosse corretto invadere ogni discussione col mio vissuto, al di là del mio bisogno insomma...ho pensato che a qualcuno questo "farsi i fatti miei" avrebbe potuto anche dar fastidio.
Mettiamoci pure il "tanto non mi si fila nessuno"

Poi ho realizzato che non è uno spazio chiuso questo, che molti esterni leggono e che la possibilità di essere fraintesa o ferita, specie in situazioni in cui mostravo il fianco, era assolutamente possibile.
Ho provato a chiedermi come l'avrei presa se mi aveste ignorata, se mi avessero colpita, se se se.... in effetti tacere e partecipare solo di striscio era più comodo e gratificava molto di più anche la parte di me che voleva sentirsi sola e trascurata.

D'altra parte qualcosa mi diceva che dovevo cambiare qualcosa se volevo prendere al volo l'occasione che si era creata..non sò spiegare, era simile alla sensazione che si ha con la febbre alta, quando si ha male alle ossa e ai nervi..è come un'infiammazione in tutto il corpo...brutta ma devi lasciare che sfoghi se vuoi stare meglio...e raccontare, verbalizzare, anche solo per me, per ritrovare le parole magari dopo qualche giorno o per sentire come suonavano rileggendole...lasciar sfogare...e intimamente forse, come per la febbre che sai che passerà, ho creduto in questa spinta.

Possiamo dire che ho giocato, come in una puntata a dadi, mi sono resa conto che avrei potuto si fare una figuraccia, che qualcuno avrebbe potuto ritenermi sciocca o matta o chissà cos'altro, avevo una tale paura..ma ho scelto di dire, perchè questo è stato sempre il mio cammino qui e questo mi ha sempre aiutato, perdere la faccia era comunque un male minore rispetto a quanto avrei raccolto anche solo da una delle osservazioni che in qualche modo sarebbero arrivate.

Faccio il passo più lungo della gamba adesso ma credo che in fondo, in un dentro dentro, nel profondo qualcuno si sia fidato

In qualche brandello di delirio mi sembra quasi di capire e comprendere persino il silenzio di qualcuno che invece avrei disperatamente voluto che mi parlasse. Se ho ragione gli è costato molto (beh dai, almeno un pò più del pò )

La verità Red è che sono stata terribilmente egoista, ho pensato a me, solo a me, al desiderio fortissimo di superare un limite, al bisogno profondo di scrollarmi di dosso quesa vigliaccheria che mi fà sempre rifugiare negli angolini...aò ci stanno gli scarrafoni ci stanno! Io voglio stare un pò più in mezzo ..... però in questo baratro di egoismo posso dire senza mentire che non lo avrei fatto in nessun altro luogo se non qui con voi (vabbuò ci stà pure lo psicocoso ma quello è diverso, quello è sempre un passo dopo )

Parlando di psicologi, mi hanno sempre parlato di accoglienza da dare ai figli..accoglienza...una parola che non riuscivo a capire bene, in fondo li curavo, li ascoltavo, li acudivo...poi ho accolto per una volta davvero e..la prospettiva si è ribaltata...ecco, questo è stato e rimane Ermo per me..accoglienza ed è qualcosa di così potente da non poter essere scritto

basta..mò mi stò slacrimando troppo devo trovare qualcuno con cui prendermela... spè che ritrovo l'ascia...

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Vecchio 16-03-2009, 17.32.26   #8
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Bisogna partire dall'egoismo Daf, dal sano egoismo, quello che ci costringe a curarci e a diventare migliori.
L'egoismo che per farci avanzare e procedere ci fa poi anche diventare più buoni quando scopriamo (non sempre, non subito almeno, coscientemente) che ad un certo punto ciò che facciamo per noi è intimamente collegato a ciò che facciamo con e per gli altri....
Poi un giorno scopriamo che quell'egoismo in realtà era il lato brutto e necessario di una cosa bella che ancora non vedevamo.

Ti mando la parcella dell'otorinolaringoiatra
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Vecchio 21-03-2009, 21.07.52   #9
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Bisogna partire dall'egoismo Daf, dal sano egoismo, quello che ci costringe a curarci e a diventare migliori.
L'egoismo che per farci avanzare e procedere ci fa poi anche diventare più buoni quando scopriamo (non sempre, non subito almeno, coscientemente) che ad un certo punto ciò che facciamo per noi è intimamente collegato a ciò che facciamo con e per gli altri....
Poi un giorno scopriamo che quell'egoismo in realtà era il lato brutto e necessario di una cosa bella che ancora non vedevamo.

Ti mando la parcella dell'otorinolaringoiatra
Egoismo sano, il corrispondente dell' ''ama il tuo prossimo come te stesso '' .
Dove per sano si intende il fine buono verso cui e' diretto l'egoismo .
Per le mamme e le mogli :basta dunque fare le vittime sacrificali in casa e con i figli .
Siate egoiste e piu' sorridenti !
Noi maschi in questo siamo meglio disposti per tradizione .
Il nostro problema e' un altro , e' che dovendo lottare col mondo ci consumiamo prima , nel vero senso della parola.
A parte il fatto che l'uomo di solito ha un po' piu' di anni della sua compagna , avete visto qualche vedovo in giro? Pochi molto pochi .
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Vecchio 23-03-2009, 00.42.55   #10
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Bisogna partire dall'egoismo Daf, dal sano egoismo, quello che ci costringe a curarci e a diventare migliori.
Eh ma com'è difficile Uno, com'è difficile pensarci, volerlo davvero, se non quando sei al limite...
Ci ho pensato, così come ho pensato a quello che hai scritto dall'altra parte, quel pensare sempre prima a noi stessi, a cos'è giusto per noi...

Attrito fortissimo

All'inizio pensavo che fosse solo per quella patina di buonismo in cui si era trasformato il voler bene agli altri come a se stessi, a quel metter sempre avanti gli altri degli insegnamenti cristiani...ma oggi, per quanto il desiderio di far del bene esista davvero, vedo anche quanto il mio bisogno degli altri me li faccia metter avanti più per necessità che per volontà, spinta vera.

Io non so star sola, e gli altri diventano il mio bisogno, la mia necessità, gli altri erano coloro che mi nutrivano, mi proteggevano, mi facevano esistere...persino quando non mi si filavano davvero neanche di striscio (famiglia a parte, espando al tutto ora) per il solo tremendo pensiero che potessero lasciami sola se non li avessi accontentati...essere egoisti è da una parte sicuramente frantumare un tabù sociale, da un'altra un frantumare un legame di dipendenza e di attaccamento con la mia famiglia o con chi ha sostituito quelle figure e da un'altra ancora un chiudere una porta alla mensa e iniziare a spignattare da sola.

Non voglio essere egoista mi diventa un "non voglio stare da sola" ma mi tocca la quarantena se voglio guarire davvero senza pipparmi qualche virus da qualche altra anima o spargere in giro i miei... giusto per essere metaforici...

Mi consola un pò una recente conquista, non essere buoni non significa essere cattivi e avere paura non significa essere dei vili.

Per il momento continuo a tenere la luce accesa
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Vecchio 23-03-2009, 00.59.40   #11
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Eh ma com'è difficile Uno, com'è difficile pensarci, volerlo davvero, se non quando sei al limite...
Ci ho pensato, così come ho pensato a quello che hai scritto dall'altra parte, quel pensare sempre prima a noi stessi, a cos'è giusto per noi...

Attrito fortissimo

All'inizio pensavo che fosse solo per quella patina di buonismo in cui si era trasformato il voler bene agli altri come a se stessi, a quel metter sempre avanti gli altri degli insegnamenti cristiani...ma oggi, per quanto il desiderio di far del bene esista davvero, vedo anche quanto il mio bisogno degli altri me li faccia metter avanti più per necessità che per volontà, spinta vera.

Io non so star sola, e gli altri diventano il mio bisogno, la mia necessità, gli altri erano coloro che mi nutrivano, mi proteggevano, mi facevano esistere...persino quando non mi si filavano davvero neanche di striscio (famiglia a parte, espando al tutto ora) per il solo tremendo pensiero che potessero lasciami sola se non li avessi accontentati...essere egoisti è da una parte sicuramente frantumare un tabù sociale, da un'altra un frantumare un legame di dipendenza e di attaccamento con la mia famiglia o con chi ha sostituito quelle figure e da un'altra ancora un chiudere una porta alla mensa e iniziare a spignattare da sola.

Non voglio essere egoista mi diventa un "non voglio stare da sola" ma mi tocca la quarantena se voglio guarire davvero senza pipparmi qualche virus da qualche altra anima o spargere in giro i miei... giusto per essere metaforici...

Mi consola un pò una recente conquista, non essere buoni non significa essere cattivi e avere paura non significa essere dei vili.

Per il momento continuo a tenere la luce accesa
Vedere il bisogno degli altri travestito del non voler essere egoisti è roba per pochi, complimenti, ma occhio che è quello il vero egoismo, quello non sano.
Non si antepone gli altri per loro ma per se stessi, il proprio bisogno, quindi è sempre un anteporre noi stessi, anzi un anteporre più profondo, oltre che ignoto (e quindi oscuro)... insomma un maggiore egoismo. La base vera dell'egoismo.

L'egoismo sano, in questo caso, si esplica nel riconoscimento dei propri bisogni e nello smetterla di raccontarsela, nel prendere ciò che prendiamo comunque ma coscientemente, cercando ove possibile di equilibrare.
Si fa per noi stessi. E si sa di farlo. Cercando di non ledere. Perchè fare per noi stessi raccontando e raccontandoci che è per gli altri è ledere. Ledere gli altri e pure noi stessi.

Con l'egoismo sano, paradossalmente, si inizia a dare, anche se forse non si pareggia. Ma curati i bisogni, poi si intravede l'altra faccia della medaglia di cui parlava Uno.
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Vecchio 29-03-2009, 00.46.12   #12
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continuo a vedere l'egoismo come negativo per quanto abbia recepito che lo sono spesso nel modo sbagliato e per quanto cerchi di smascherare i miei meccanismi.
La cosa curiosa è che vedo sempre quanto sono egoisti gli altri... e appena appena mi sento egoista io..pam...parte il buonismo.

Un esempio estremo, un bambino che piange, magari per strada o magari nell'appartamento di fianco. Non vorrei impicciarmi, se non ha nulla farei una figuraccia se gli fanno del male mi caricherei poi della responsabilità di denunciare la cosa..ecco..egoismo vorrebbe che pensassi solo a me, a quello che è meglio per me...quindi lasciar perdere per non avere problemi.

Non esprimo il mio bisogno degli altri in questo caso.. o comunque si? Il fatto di non esporsi di non farsi coinvolgere non è egoismo di bassa lega?
Certo se non sono in grado di gestire la cosa poi provocherei scompensi in quella e nella mia famiglia ma si può davvero sempre pensare a cos'è meglio per sè fregandosene degli altri? Si o si fintantochè non si è capaci di gestire le situazioni in cui ci si ficca?

E pensare che si, abbiamo bisogno degli altri perchè senza gli altri siamo solo cellule impazzite (stile particella di sodio in pubblicità) è proprio sbagliato?

E comunque è un cane che si morde la coda perchè non voglio essere egoista perchè so quanto l'egoismo degli altri ha fatto male a me pur comprendendo che è un continuo dare e riprendere un pò di più, contraendo un debito che però non trova mai un saldo finale perchè anche gli altri, in fondo, spesso sono egoisti per bisogno e quindi il meccanismo funziona alla perfezione.....per cui bisogna essere un pò più egoisti per uscirne ma non si ha tutta quell'energia per farlo perchè senza sostegno ci si sente sempre come privi di forza, di sicurezza

Ma che liberazione sarebbe poter dire si, sono egoista! E poter smettere di sentirsi perennemente in colpa per il solo fatto di esistere, come se da ogni mossa ne dipendesse la felicità altrui..cosa che non escludo a priori ma...vorrei poter essere liberamente egoista
Perchè lo sono (nell'accezione negativa del termine..)
che confusione
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Vecchio 29-03-2009, 01.42.29   #13
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Ma che liberazione sarebbe poter dire si, sono egoista! E poter smettere di sentirsi perennemente in colpa per il solo fatto di esistere, come se da ogni mossa ne dipendesse la felicità altrui..cosa che non escludo a priori ma...vorrei poter essere liberamente egoista
Perchè lo sono (nell'accezione negativa del termine..)
che confusione
Penso di aver già detto quanto sto per ripetere... l'essere umano è fondamentalmente egoista, sempre anche quando ama!

L'amore più grande che proviamo nella vita è quello rivolto a noi stessi, ogni cosa che facciamo ha come secondo fine, anche inconscio, il nostro bene .

Non parlare del mio nero pessimismo, è solo aprire gli occhi e capire che l'istinto di sopravvivenza è la molla che ci spinge ad agire!

Certo alcune azioni che facciamo si volgono al bene anche di altri e quando amiamo profondamente qualcuno stiamo bene solo quando pensiamo che l'essere amato sta bene... , questo è l'egoismo buono, che produce effetti positivi tanto che preferiamo soffrire che veder soffrire la persona amata

Se come dici non riesci ad aiutare qualcuno in difficoltà non è per egoismo, non pensi a te stessa, hai solo paura di sbagliare, di entrare in circuiti privati, di offendere chi tenti di aiutare e allora ti difendi restando inerte, non mi sembra menefreghismo il tuo, piuttosto pudore e rispetto dei sentimenti degli altri
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Vecchio 29-03-2009, 11.17.03   #14
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Non esprimo il mio bisogno degli altri in questo caso.. o comunque si? Il fatto di non esporsi di non farsi coinvolgere non è egoismo di bassa lega?
Certo se non sono in grado di gestire la cosa poi provocherei scompensi in quella e nella mia famiglia ma si può davvero sempre pensare a cos'è meglio per sè fregandosene degli altri? Si o si fintantochè non si è capaci di gestire le situazioni in cui ci si ficca?
La seconda.
Voler aiutare gli altri a tutti i costi è una forma di onnipotenza, sempre di egoismo parliamo. E' un modo come un altro di sentirsi molto importanti e di gratificare se stessi. Ma come dici benissimo tu, prima e sopra a tutto deve esserci il nostro bene che è elemento imprescindibile per poter davvero Aiutare chiunque ce lo chieda. La famosa frase: chi va con lo zoppo impara a zoppicare, in questo caso è invertita, lo zoppo è il soccorritore che non avendo dalla sua tutti gli strumenti non può che far danni. Inoltre cosa ancora più importante: quando si decide di aiutare qualcuno bisogna essere oltremodo disposti ad andare fino in fondo senza esitazione. Se manca solo una di queste cose, non si farebbe il bene dell'altro per cui sarebbe meglio fermarsi.

Il caso di sentire dei maltrattamenti, se si è sicuri, lì basta davvero una telefonata al telefono azzurro o ai servizi sociali che indagano, ma bisogno essere certi... a casa mia ad esempio ero uno strillo continuo, ma non era un caso da servizi sociali, basta tendere bene l'orecchio e metersi ad ascoltare.
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Ma che liberazione sarebbe poter dire si, sono egoista! E poter smettere di sentirsi perennemente in colpa per il solo fatto di esistere, come se da ogni mossa ne dipendesse la felicità altrui..cosa che non escludo a priori ma...vorrei poter essere liberamente egoista
Te la butto lì, chissà che non serva....
Sei stata ben attenta in quella frase a non mettere il soggetto... da te dipende la felicità altrui?
Conosco questo meccanismo ti fa sentire un niente e si proietta il proprio tutto nelle risposte degli altri, per cui non potrà mai tornarti indietro credito dalle tue azioni.... se vuoi approfondiamo, ma sono sicura che ci vedi già qualcosa....
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 29-03-2009, 17.23.43   #15
dafne
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Te la butto lì, chissà che non serva....
Sei stata ben attenta in quella frase a non mettere il soggetto... da te dipende la felicità altrui?
Conosco questo meccanismo ti fa sentire un niente e si proietta il proprio tutto nelle risposte degli altri, per cui non potrà mai tornarti indietro credito dalle tue azioni.... se vuoi approfondiamo, ma sono sicura che ci vedi già qualcosa....

mamma mia Sole. ho letto e qualcosa mi ha fatto stare malissimo..non so ancora bene cosa...
Non ci avevo nemmeno fatto caso al soggetto che manca.
Da me dipende la felicità altrui...macchè..ahi che male che fà..quel qualcosa brucia...da me non dipende niente, la felicità di nessuno..dovrebbe essere un sollievo e invece mi fà stare malissimo
..ci si sente niente..è vero, se per essere "qualcuno" devi rendere felici gli altri ecco che se da te non dipende la felicità di nessuno (ma magari implicitamente l'infelicità si...) diventi nessuno..inutile eh mi sa che devo approfondire si, eccome, c'è qualcosa di storto in questo ragionamento..

Penso sia comunque collegabile al vissuto di bimba, torna la radice del mio senso di attaccamento, del mio bisogno di conferme..non rieco ancora a descrivere, distinguere bene la matrice e il processo ma dev'essere quello.
Affamata di considerazione altrui scopro che accontentando chi mi stà vicino la ottengo (senza considerare se faccio cose che mi vanno bene o meno, vanno bene a loro, punto) potendo ottenere o considerazione o indifferenza ho "tarato" il mio mondo su questi due valori, se ottengo conferme esisto, stò bene, se ottengo indifferenza soparisco, stò male.

Da me dipende la felicità altrui...no..il contrario...dagli altri dipende la mia felicità quindi sono destinata a stare male, specie se mi avvicino a persone che sono estranee a questa sorta di ricatto morale ... devo pensare..essere egoisti diventa mettersi al servizio degli altri per "obbligarli" a ridarmi qualcosa. Egoismo negativo.
Il sano egoismo arriva quando ci si isola in sè e si cerca di capire quali sono i meccanismi ladri e quali no?
aprrofondiamo approfondiamo...
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Vecchio 29-03-2009, 21.42.16   #16
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Affamata di considerazione altrui scopro che accontentando chi mi stà vicino la ottengo (senza considerare se faccio cose che mi vanno bene o meno, vanno bene a loro, punto) potendo ottenere o considerazione o indifferenza ho "tarato" il mio mondo su questi due valori, se ottengo conferme esisto, stò bene, se ottengo indifferenza soparisco, stò male.
Un'altra forma di mamma chioccia insomma...
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Vecchio 29-03-2009, 22.34.45   #17
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Un'altra forma di mamma chioccia insomma...
sono un caso disperato.
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Vecchio 29-03-2009, 23.08.41   #18
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sono un caso disperato.
No Daf, è normale. Quando un aspetto è molto radicato in noi, assume varie forme e non basta sistemarne una. Lo so bene per via di un certo coccodrillo affamato di polpette.
Tuttavia il fatto che ti si presenti al conscio sotto altre forme è, tra le altre cose, un'indicazione di buon lavoro... stai muovendo e gli stai sbarrando strade.
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Vecchio 03-04-2009, 11.30.43   #19
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Da me dipende la felicità altrui...no..il contrario...dagli altri dipende la mia felicità quindi sono destinata a stare male, specie se mi avvicino a persone che sono estranee a questa sorta di ricatto morale ... devo pensare..essere egoisti diventa mettersi al servizio degli altri per "obbligarli" a ridarmi qualcosa. di capire quali sono i meccanismi ladri e quali no?
aprrofondiamo approfondiamo...
Scusa se arrivo solo ora non mi ero dimenticata di te.
Approfondiamo fin dove arrivo, ma cosa esattamente vuoi che approfondiamo?
Intanto ti posso dire quel che sono i risultati della mia esperienza.

Il senso di non esistere, che deriva sempre da come abbiamo percepito -bada bene, percepito non avuto o sentito, percepito- l'amore di mamma e papà da bambini fa si che per sentirci trasferiamo fuori il bisogno che abbiamo. Fin qui ci siamo. Il problema nasce quando pensiamo di essere buoni ed altruisti pensando sempre agli altri, ponendoli sempre prima di noi sia come bisogni sia come giudizi. Accade che ci consumiamo, che ci dimentichiamo di noi e soprattutto che continuiamo a non sentirci dentro. Continuiamo a non esistere, ma questo fare per gli altri ci nutre il bisogno di considerazione che ci costringe fino al soffocamento, diamo ma il dare è un'enorme megalitica aspettativa di ricevere indietro, anche se non vogliamo dircelo, non vogliamo vederlo, tanto è vero che se nessuno poi ci riconosce un piccolo merito ci rimaniamo male, o pensiamo: che strunz!. Ecco perchè alla fine il debito non si trasforma mai in credito e a volte nemmeno si azzera..
Bisogno di conferme. Questo si trasforma in un delirio di onnipotenza in cui si insinua subdolo l'idea di essere indispensabili e che senza di noi gli altri non sono capaci, tanto che ci circondiamo di persone che tendenzialmente hanno bisogno di una sorta di mamma, la mamma è indispensabile per il figlio da accudire da educare, questo consente di sentirsi forti fintanto che gli altri dipendono da noi e permette e a noi di procrastinare un'immagine falsata di essitenza fintanto ceh gli altri hanno bisogno di noi. Ecco la chiocchia.
Quelli che non hanno bisogno di noi, li cerchiamo disperatamente, cerchiamo la loro stima, la loro considerazione tantissimo, e se non riusciamo ad avere conferme da loro cadiamo in stati di depressione, di perdimento non abbiamo più appigli. iniziamo a giudicare noi stesse incapaci di meritare... non in grado di...

Prendere coscienza di questo significa cominciare a smettere di fare per gli altri e trattenersi dal cercare considerazione in giro, questo crea una tensione molto forte che alla fine porta il risultato di cominciare a discernere quando e come.


Quando inizamo a liberarci scopriamo che ci troviamo con persone che ci impediscono di controllarle. Se resistiamo possiamo liberarci e scoprire che esistiamo.

p.s.
Daf, ho volutamente esagerato con le parole, disperazione, depressione ecc ecc, volevo rendere l'idea. Ma ricapitolando indietro, cosa che ho fatto anche scrivendo ora a te e quindi grazie, si scopre che non sono poi tanto esagerate quelle parole, solo che non si sentivano perchè non siamo capaci di sentirci finchè non iniziamo ad esistere.

C'è tanto Lavoro, Forza e Coraggio... a me queste parole caricano sempre!

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Vecchio 06-04-2011, 21.35.45   #20
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Intanto ti posso dire quel che sono i risultati della mia esperienza.

Il senso di non esistere, che deriva sempre da come abbiamo percepito -bada bene, percepito non avuto o sentito, percepito- l'amore di mamma e papà da bambini fa si che per sentirci trasferiamo fuori il bisogno che abbiamo. Fin qui ci siamo. Il problema nasce quando pensiamo di essere buoni ed altruisti pensando sempre agli altri, ponendoli sempre prima di noi sia come bisogni sia come giudizi. Accade che ci consumiamo, che ci dimentichiamo di noi e soprattutto che continuiamo a non sentirci dentro. Continuiamo a non esistere, ma questo fare per gli altri ci nutre il bisogno di considerazione che ci costringe fino al soffocamento, diamo ma il dare è un'enorme megalitica aspettativa di ricevere indietro, anche se non vogliamo dircelo, non vogliamo vederlo, tanto è vero che se nessuno poi ci riconosce un piccolo merito ci rimaniamo male, o pensiamo: che strunz!. Ecco perchè alla fine il debito non si trasforma mai in credito e a volte nemmeno si azzera..
Bisogno di conferme. Questo si trasforma in un delirio di onnipotenza in cui si insinua subdolo l'idea di essere indispensabili e che senza di noi gli altri non sono capaci, tanto che ci circondiamo di persone che tendenzialmente hanno bisogno di una sorta di mamma, la mamma è indispensabile per il figlio da accudire da educare, questo consente di sentirsi forti fintanto che gli altri dipendono da noi e permette e a noi di procrastinare un'immagine falsata di essitenza fintanto ceh gli altri hanno bisogno di noi. Ecco la chiocchia.
Quelli che non hanno bisogno di noi, li cerchiamo disperatamente, cerchiamo la loro stima, la loro considerazione tantissimo, e se non riusciamo ad avere conferme da loro cadiamo in stati di depressione, di perdimento non abbiamo più appigli. iniziamo a giudicare noi stesse incapaci di meritare... non in grado di...

Prendere coscienza di questo significa cominciare a smettere di fare per gli altri e trattenersi dal cercare considerazione in giro, questo crea una tensione molto forte che alla fine porta il risultato di cominciare a discernere quando e come.


Quando inizamo a liberarci scopriamo che ci troviamo con persone che ci impediscono di controllarle. Se resistiamo possiamo liberarci e scoprire che esistiamo.
A distanza di due anni esatti, o quasi, Sole come suonano vere queste parole, grazie, grazie a questo ho visto un altro pezzo di me che si stava infilando proprio in questo momento in uno dei meccanismi della chioccia, mimetizzato strabene, cavolo, grazie millissimo adesso ci rimango su un pò..mmm...ecco l'unico lato buono della chiocccia....cova
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Vecchio 06-04-2011, 22.06.13   #21
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Vecchio 07-04-2011, 11.51.15   #22
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