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Vecchio 12-01-2010, 12.56.59   #1
Uno
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Predefinito Il contrasto

Non voglio parlare dei contrasti tra persone, ma di un contrasto, diciamo cromatico, che a volte può capitare di vedere negli altri.
Vi è mai successo che una persona che conoscete come gentile e paziente abbia una giornata particolarmente no e pur rimanendo paziente e gentile più della media delle persone sia un pelo più brusca di quello che siete abituati a vedere?
Come ci rimanete?

In sostanza (anticipo metaforicamente anche il resto del discorso, aspettando se volete intervenire) si dice che le persone di razza nera abbiano dei denti bianchissimi, in realtà li hanno (generalmente, poi c'è caso e caso) più gialli di noi di razza bianca, ma a noi sembrano bianchissimi.
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Vecchio 12-01-2010, 13.58.15   #2
griselda
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Non voglio parlare dei contrasti tra persone, ma di un contrasto, diciamo cromatico, che a volte può capitare di vedere negli altri.
Vi è mai successo che una persona che conoscete come gentile e paziente abbia una giornata particolarmente no e pur rimanendo paziente e gentile più della media delle persone sia un pelo più brusca di quello che siete abituati a vedere?
Come ci rimanete?

In sostanza (anticipo metaforicamente anche il resto del discorso, aspettando se volete intervenire) si dice che le persone di razza nera abbiano dei denti bianchissimi, in realtà li hanno (generalmente, poi c'è caso e caso) più gialli di noi di razza bianca, ma a noi sembrano bianchissimi.
Malissimo
Sì mi è capitato, e questo mi spiazza di più che se a farlo è una persona che lo fa di routines.
La novità mi spiazza perchè non sono preparata e siccome da quella persona non me lo aspetto, sono apertissima e se mi fa quella cosa che non mi aspetto da lei ci rimango male mooolto di più. E' pazzesco eh? Eppure è così, dal bellimbusto che è abitato a ad avere certi atteggiamenti ho un accoglimento diverso, sono preparata, me la posso aspettare, insomma tengo conto di più del pulpito che della predica.
Da te l'accetto e dall'altro no.
Perchè in uno giudico che il suo modus è congenito e nell'altro no.
Dal primo mi aspetto meno che dal secondo.
Insomma è come quando ti dicono non comprare un maglione blu perchè si attaccano tutti i pelucchi meglio un colore neutro che regge meglio. ahahahah
No dai scherzavo, ma in ogni caso le aspettative e il giudizio sono deleteri, ma ancora chiudere una persona in un clichè è come metterla in prigione.
Perchè questo modo di fare non solo non permetterà di non vedere una macchiolina diventare macroscopica, ma anche di non vedere la verità in un cambiamento.
Scusate ho scritto un papiro e magari sono andata fuori.
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Vecchio 12-01-2010, 14.27.56   #3
m@pi
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Non voglio parlare dei contrasti tra persone, ma di un contrasto, diciamo cromatico, che a volte può capitare di vedere negli altri.
Vi è mai successo che una persona che conoscete come gentile e paziente abbia una giornata particolarmente no e pur rimanendo paziente e gentile più della media delle persone sia un pelo più brusca di quello che siete abituati a vedere?
Come ci rimanete?

In sostanza (anticipo metaforicamente anche il resto del discorso, aspettando se volete intervenire) si dice che le persone di razza nera abbiano dei denti bianchissimi, in realtà li hanno (generalmente, poi c'è caso e caso) più gialli di noi di razza bianca, ma a noi sembrano bianchissimi.
sicuramente mi gela e mi blocca, e in genere ho bisogno di un po' di tempo per metabolizzare e capire che è solo una giornata no.
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Vecchio 12-01-2010, 14.47.55   #4
William
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a me provoca una sorta di rimescolio nel "sangue"....per alcuni istanti perdo il contatto con la realtà del momento,devo fare una sorta di "reset"per "ricompormi".
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Vecchio 12-01-2010, 14.52.00   #5
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E' il contrasto del nero della pelle a far apparire i denti più bianchi..
Probabilmente se guardarsi solo i denti evitando la pelle noterei se essi sono bianchi giallognoli o grignini

Lo stesso per la persona sempre carina ed educata che ad un certo punto ha un moto di ribellione per motivi suoi e mi manda a stendere (sempre con carineria eh)..
percepisco la tensione e ci resto male...comunque ho potuto vedere un lato di quella persona che avevo omologato...


(mica son sicura di essere stata chiara )
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Vecchio 12-01-2010, 19.19.46   #6
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Non voglio parlare dei contrasti tra persone, ma di un contrasto, diciamo cromatico, che a volte può capitare di vedere negli altri.
Vi è mai successo che una persona che conoscete come gentile e paziente abbia una giornata particolarmente no e pur rimanendo paziente e gentile più della media delle persone sia un pelo più brusca di quello che siete abituati a vedere?
Come ci rimanete?
Come dire che se mi abitui col vino da 50 euri a bottiglia, poi quando me ne propini uno da 25, che è comunque superiore alla media, ci resto male?

Bon, magari intendevi che non è che sta persona ci offre qualcosa... era per allargare.
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Vecchio 12-01-2010, 20.16.25   #7
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Mi dava un fastidio incredibile, la frase istintiva è "ma che sei impazzita?". Penso che sia una cosa a cui la mente non è preparata, abituata a conoscere la persona in un certo modo c'è una sorta di rifiuto a percepirlo diversamente, di delusione anche.

Stò migliorando cercando di pensare sempre che ho di fronte una persona che come me può essere anche diversa da quello che abitualmente mostra ma è difficile.

E' l'abitudine a fregarci penso.
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Vecchio 12-01-2010, 21.46.34   #8
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a me provoca una sorta di rimescolio nel "sangue"....per alcuni istanti perdo il contatto con la realtà del momento,devo fare una sorta di "reset"per "ricompormi".
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E' l'abitudine a fregarci penso.
Capita anche a me, perchè ci aspettiamo un dato comportamento da un certo tipo di persona per come siamo abituati a conoscerla, o per come questa persona appare a noi.
Nel momento in cui questa persona ha un comportamento diverso rimaniamo spiazzati, non la riconosciamo più e dobbiamo, dopo il momento di reset, riprogrammarci.
Una volta mi è accaduto, conoscendo una persona solo nell'ambiente di lavoro la vedevo e mi rapportavo con lei in un certo modo, un giorno l'ho incontrata al mare e ho fatto fatica a riconoscerla, perchè il contesto era diverso, io mi aspettavo una persona metodica e tranquilla, mentre là era un vulcano di allegria e di energia, e anche lei è rimasta piacevolmente sorpresa quanto me.
Questo però ha arricchito entrambe, sono apparse altre qualità e sfaccettature che altrimenti ci saremmo perse e questo ci ha fatto legare più di semplici colleghe di lavoro come eravamo prima....
Se invece una persona mi appare peggiore di come mi aspettavo faccio più fatica a prenderne atto e ci resto male.
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Vecchio 13-01-2010, 00.12.25   #9
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Non voglio parlare dei contrasti tra persone, ma di un contrasto, diciamo cromatico, che a volte può capitare di vedere negli altri.
Vi è mai successo che una persona che conoscete come gentile e paziente abbia una giornata particolarmente no e pur rimanendo paziente e gentile più della media delle persone sia un pelo più brusca di quello che siete abituati a vedere?
Come ci rimanete?
Spiazzata, perchè la mente è abituata a ricevere da quella persona sempre lo stesso tipo di comportamento, e soprattutto se sono abituata a percepirla come molto calma, sono rilassata e aperta nei suoi confronti.. se questa diventa più brusca, anche se di poco, la reazione è quella di chiusura ad un colpo ricevuto a tradimento. Ma perchè succede questo?
Solo questione di abitudine e di quello che ci aspettiamo dall'altro? Capiterebbe lo stesso se una persona sempre molto brusca usasse improvvisamente un tono leggermente più gentile, oppure in questo caso il contrasto si noterebbe di meno?
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Vecchio 13-01-2010, 00.42.57   #10
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Forse rimarrei spiazzato, non saprei come comportarmi.
La sensazione che ho è che abbiamo dei comportamenti standard con le persone, ed una volta che queste cambiano, specie se in modo duraturo, sia in meglio sia in peggio, ci troviamo costretti a modificare di conseguenza il nostro comportamento, a "ricalcolarlo" e questo può costarci tempo e fatica, non sempre siamo, o meglio io sono, così sollecito nel farlo, in genere attraverso una fase di stand-by in cui vedo dove va a parare l'altra persona, per poi regolarmi.
Lo stesso disorientamento lo vedo, o immagino o credo di vederlo, a parti invertite se sono io cioè ad iniziare a comportarmi in modo diverso.
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Vecchio 13-01-2010, 02.21.47   #11
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Stavo pensando... finora abbiamo parlato delle aspettative, di come ci abituiamo ad uno standard e fatichiamo, vuoi più vuoi meno, alle variaizoni improvvise di questo, di come cristallizziamo l'immagine mentale della realtà e degli altri che poi va a stridere coi cambiamenti. Bon.

Però a me colpisce di più la faccenda dei denti gialli. Lì non c'entra granchè l'abitudine o l'aspettativa, è proprio una questione di percezione... e in effetti il titolo parla di constrasti. I denti della persona di colore mi sembrano più bianchi di quelli dell'europeo anche se non lo sono e anche se è la prima volta che vedo una persona di colore e non ne ho mai sentito parlare.

Quindi la cosa dipende dal contesto (era intravista con la faccenda delle bottiglie)... in un contesto nero il giallino risplende, in un contesto rosa si nota assai anche se è più bianco (parlo dei denti). In effetti, banalmente, una pallina rossa in mezzo a mille bianche la noto subito, in mezzo a mille arancioniquasirosse hai voglia a carcarla. Quindi conta molto la differenza tra ciò che è solito, maggiormente presente (il contesto, l'ambiente) e ciò che si manifesta, che è comunque raro, singolo, piccola parte.
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Vecchio 17-01-2010, 12.58.28   #12
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Proprio li (tra le altre cose) volevo arrivare Ray.
L'aspettativa è sicuramente importante ed in sincerità tutti ammettono che se si è abituati ad esser trattati bene (in sostanza questo è) poi succede un casotto se ci trattano male, al contrario (non l'abbiamo detto, ma è così) se uno str... di natura, un giorno ci fa una gentilezza, si siamo contenti e sorpresi per un secondo, ma poi passa immediatamente e diventa una cosa normale, dovuta quasi.

Però quando incontriamo uno mai visto e conosciuto?
La faccenda si complica... ok in quanto essere umano avrà sicuramente delle caratteristiche che ci ricordano altri, quindi per associazione lo assoceremo ai "buoni" o ai "cattivi", però andiamo oltre. Se è una persona con dei bei modi, magari acquisiti con una rigida educazione (o studio), quando poi si rivelerà nel primo momento di confidenza il contrasto cromatico di cui dicevamo sopra ci massacrerà.
Tra l'altro dobbiamo anche dire che questo non è poi un male, il male è lasciarsi scivolare addosso questi episodi senza prenderne coscienza.

In sostanza, conosciuto o no, associato o no, noi comunque in qualche modo subito inquadriamo le persone in un modo che direi innato in base a ciò che noi siamo in quel momento. Cioè detto in altre parole come lo percepiamo anche senza pensare.

Un concetto su cui vorrei puntare (concetto utile anche in altri ambiti) anche se mi rendo conto che è un concetto molto difficile, è il concetto del movimento.
Quando la persona che conosciamo come gentile ci fa qualcosa di strano, questa persona non è diventata cattiva, ma ha solo spostato momentaneamente la manifestazione del suo essere, ma quel movimento ci sconvolge quasi più che se questa persona sposti per sempre il suo modo di essere (la manifestazione).

Facciamo un esempio diverso. Ci facciamo male ad un braccio.
Quindi passiamo da una condizione di braccio normale ad una condizione di braccio malato, in mezzo c'è il trauma.
E' il trauma la parte più dolorosa, se escludiamo l'istante preciso in cui ci estraniamo dalla coscienza (come un relè di protezione) di cui abbiamo parlato altrove, il dolore parte e ci arriva nel momento del colpo.
Dopo sta già andando scemando anche se dovesse durare anni.
Quindi è nel movimento tra braccio sano e braccio malato che nasce il dolore e soffriamo realmente. E' il cambiamento....

Stiamo parlando di dolore perchè è il più facile da vedere, ma la stessa cosa vale con tutto.
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Vecchio 18-01-2010, 01.07.33   #13
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Citazione:
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..............
Un concetto su cui vorrei puntare (concetto utile anche in altri ambiti) anche se mi rendo conto che è un concetto molto difficile, è il concetto del movimento.
Quando la persona che conosciamo come gentile ci fa qualcosa di strano, questa persona non è diventata cattiva, ma ha solo spostato momentaneamente la manifestazione del suo essere, ma quel movimento ci sconvolge quasi più che se questa persona sposti per sempre il suo modo di essere (la manifestazione)....
E' per questo che un cambiamento reale spesso non viene quasi recepito dall'esterno? Il cambiamento è in quel caso graduale credo, quindi non percepiamo il contrasto? Non subiamo il colpo improvvisamente?
Mentre se siamo abituati ad un certo tipo di comportamento e questo cambia di colpo ha l'effetto di una mazzata in testa . Sto osservando in questi giorni su di me rispetto ad una persona che conosco e che improvvisamente ha avuto un mutamento di comportamento (da "bene" in "male") nei miei confronti.. è stato come ricevere un colpo a tradimento e in qualche modo stonato rispetto a come si mostra di solito e da quel momento sto sempre sul chi va là, come se da un momento all'altro mi aspettassi di rivedere quel lato che tiene in ombra di solito ..

Citazione:
Facciamo un esempio diverso. Ci facciamo male ad un braccio.
Quindi passiamo da una condizione di braccio normale ad una condizione di braccio malato, in mezzo c'è il trauma.
E' il trauma la parte più dolorosa, se escludiamo l'istante preciso in cui ci estraniamo dalla coscienza (come un relè di protezione) di cui abbiamo parlato altrove, il dolore parte e ci arriva nel momento del colpo.
Dopo sta già andando scemando anche se dovesse durare anni.
Quindi è nel movimento tra braccio sano e braccio malato che nasce il dolore e soffriamo realmente. E' il cambiamento....

Stiamo parlando di dolore perchè è il più facile da vedere, ma la stessa cosa vale con tutto.
Il trauma è il momento di passaggio? Il momento del cambiamento corrisponde al passaggio o il passaggio è più diluito nel tempo? (nel tuo esempio tutto il processo di guarigione affinchè il braccio malato torni sano?)
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Vecchio 22-01-2010, 16.47.22   #14
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l'aspettativa è sicuramente importante ed in sincerità tutti ammettono che se si è abituati ad esser trattati bene (in sostanza questo è) poi succede un casotto se ci trattano male, al contrario (non l'abbiamo detto, ma è così) se uno str... di natura, un giorno ci fa una gentilezza, si siamo contenti e sorpresi per un secondo, ma poi passa immediatamente e diventa una cosa normale, dovuta quasi.

Tra l'altro dobbiamo anche dire che questo non è poi un male, il male è lasciarsi scivolare addosso questi episodi senza prenderne coscienza.

In sostanza, conosciuto o no, associato o no, noi comunque in qualche modo subito inquadriamo le persone in un modo che direi innato in base a ciò che noi siamo in quel momento. Cioè detto in altre parole come lo percepiamo anche senza pensare.

Quando la persona che conosciamo come gentile ci fa qualcosa di strano, questa persona non è diventata cattiva, ma ha solo spostato momentaneamente la manifestazione del suo essere, ma quel movimento ci sconvolge quasi più che se questa persona sposti per sempre il suo modo di essere (la manifestazione).
Da quello che ho percepito leggendo questo post mi viene da pensare alla cristallizzazione che facciamo nel giudicare gli
altri, cerco di spiegarmi meglio...se ci creiamop un'idea di qualcuno la radichiamo talmente tanto che qualsiasi cosa faccia di diverso nel tempo, magari dimostrando di essere anche in altra maniera...nessuno è granitico nei suoi pregi e nei suoi difetti, non riiusciamo mai ad essere completamente scevri dal giudizio iniziale! E' come se ogni persona giocasse solo un ruolo e non altro, la difficoltà forse consiste proprio nel dover modificare dentro di noi l'opinione che ce ne siamo fatta, quasi comportasse una fatica da non poter sopportare o ammettere di essere di fronte alla possibilità che siamo esseri mutanti o variegati a seconda del vissuto. L'ammettere questa molteplicità dell'individuo ci destabilizza, ci fa venir meno delle certezze, certezze di cui siamo sempre all'affannosa ricerca. A scuola, nella seppur breve esperienza d'insegnante, notavo che il pericolo maggiore è quello di cristallizzare un primo giudizio sia in positivo che in negativo e farsi condizionare per sempre, perchè poi è tanto difficile accettare il cambiamento, la diversificazione di comportamenti.
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