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Vecchio 03-12-2008, 19.34.47   #1
jezebelius
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L'ho vissuto come un incubo e difatti qualcosa che me lo fa pensare, probabilmente, c'è!

Allora, ero nel salotto di casa mia col Maestro di Arti marziali ed un mio compagno.
Il Maestro mi porge un foglio - formato A4 più o meno - all'interno del quale è scritto qualcosa. Inizio a leggere e nel frattempo lui parla col mio amico. Una volta arrivato alla fine della lettura, le lettere delle due righe finali, come schiacciate nel foglio stesso si presentano come " bottoncini " ( di una camicia ma pieni ) di un colore che si avvicina al marrone, fino a diventare, via via che " percorrevo " con gli occhi appunto l'ultima riga, polvere.
Prendo con la mano destra quel che in pratica era divenuto polvere, guardo il maestro che, interrompendo il discorso col mio amico, mi guarda e mi dice: " mangia che questo è l'antidoto...".
Deglutisco senza masticare, ma non mi riesce a mandare giu questa specie di poltiglia e mi rimane " bloccata " in gola. Mi son trovato nella stessa situazione di quando, assunto un medicinale dal sapore brutto, lo si vuole espellere dalla bocca. A questo punto il maestro mi incita a " gettare giu" sta cosa.
Dopo di ciò mi sento pesante, quindi non solo alla gola e continuo quello che stavo facendo prima.

La cosa ancora più terrorizzante è che, essendo il salotto più o meno in ordine, mi avvicino alla mensola del mobile all'interno della quale, sento un po di puzza. Mi affaccio e vedo su di un giaciglio fatto di alghe ( almeno così mi è parso di vedere ) ormai in avanzato stato di decomposizione, tre gattini, di cui uno più grande degli altri due. Aspettavano che qualcuno li prendesse ed erano, oltre che sporchi, anche ammalati e, " ospintanti" - mi pare - delle tenie che levandosi dal pelo, quasi sembravano serpentelli tanto erano grandi, si cibavano tra di loro ( nel senso quelle che uscivano dal gatto più grande si cibava di " pezzi", anche se superficiali, degli altri due ). i gatti erano malaticci, deboli ma solo quello più grande un po più "in carne".

Ancora, mi ritrovo in auto con la mia ragazza e la strada che congiunge casa sua alal strada principale, risulta interrotta, transennata. Li vicino, sulla sinistra, un vigile che mi indica di svoltare a destra e percorrere - ancora un paio di metri - per ritrovarmi in strada. Faccio come dice, anche se un po incavolato per aver trovato la strada non agibile, ma a quel punto non siamo più in auto, benchè entrambi ancora insieme, poichè a piedi. L'auto, era parcheggiata lungo il marciapiede, non appena uscuti sulla strada principale.
Eravamo usciti per stare insieme ma alcuni amici che non vedevo da tempo mi fermano e mi chiedono qualcosa ( o solo volevano parlare ) per cui, a quel punto non stiamo insieme. Da ciò, poichè passato tanto tempo ed essendo quasi giorno, comunque chiedo alla mia ragazza di stare ancora con me ma, ancora, - poichè glie lo avevo chiesto davanti ad un portone dal quale stava uscendo il proprietario - ci allontaniamo insieme, questa volta verso casa sua.
Ci sono delle scale da percorerre in discesa e mentre lei scende scalino per scalino, io salto dal primo all'ultimo senza toccarne una.
Li in basso ci salutiamo....

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Al momento non so cosa voglia dire.
La certezza è che mi son svegliato con un grosso groppo in gola, come se qualcosa efefttivamente ci si sia fermata ed un gran mal di testa...
intanto l'ho messo qua....
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 04-12-2008, 15.10.00   #2
griselda
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Jez una cosa che mi salta agli occhi sono i gattini che ricorrono già in un altro tuo sogno che però non ricordo.

L'altra cosa è il Maestro ti fa mangiare qualcosa che a te risulta "amaro" da assaporare.

L'altra cosa è che quando io nei sogni scendo di solito, diciamo che è come se scendessi dentro il profondo di me stessa dove ci sono cose di cui non sono cosciente e non vedo, potrei pensare quindi all' inconscio, qualcosa, dato che poi ti svegli terrorizzato, che quindi fa paura.

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