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Vecchio 10-09-2009, 23.48.24   #1
dafne
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Stasera sono elucubrotica, questo post è altamente pessimista e deleterio per il buonumore..avvisati, mezzi salvati

Da qualche giorno una mamma con cui ho stretto amicizia (nel senso più ampio del termine) mi stà rovesciando addosso tutti i suoi problemi familiari.

All'inizio le stavo dietro; la sua situazione col figlio per certi frangenti assomigliava a quella che ho vissuto e stò vivendo con i miei, ho cercato di passarle quel briciolino di esperienza che ho fatto, ho cercato di farle vedere le cose da un'angolazione leggermente diversa..eh bon..già è stato brutto accorgersi che di quello che dicevo ascoltava solo un briciolino (la parte che la sosteneva nell'autoflagellarsi in pratica ) poi ho visto che voleva solo sfogare,arrivando al punto che la mia opionione non le interssava per niente, riprendendo il discorso dall'esatto preciso punto se l'interrompevo.

Ho visto una persona sofferente, massacrata dal dolore anche fisicamente. Ma non ha alcun desiderio di risolvere o cambiare, vuole solo sentirsi dire che ha ragione.



Io pure.
Lo schiaffo che ho preso guardandola, estraniandomi per un qualche minuto, osservandola come parlava e agiva col figlio.... ..ero lì e mi guardavo, mi vedevo in lei, riconoscevo alcuni atteggiamenti e la mia mente si è come scossa. Mi ha distratto, mi ha spostato. Anche ora se ci penso ho una sorta di repulsione, come il magnete messo al contrario, presente? Ecco, mi sbalza via.

Adesso ogni tanto mentre esplodo io me ne accorgo, penso a lei, all'effetto che ha fatto a me vederla arrabbiata, al suono delle parole che uscivano dalla sua bocca invece che dalla mia. Perchè io non mi sento mai?

E poi mi viene in mente l'anziano signore con cui ho parlato stasera, quello con cui starò tutto domani, alla fiumana di sensazioni che cercavano di salire, al desiderio folle di scappare via, di dire che avevo un impegno improvviso, che non ce la facevo.

Adesso comprendo la frase "procreiamo per la necessità di proseguire la specie", la capisco nel senso non di mantenere viva la specie ma noi stessi.
Guardavo quell'uomo e vedevo la vecchiaia, il decadimento, il poco tempo. E' terribile, ci specchiamo (plurale maiestatis ) negli occhi degli altri, e i suoi non li voglio guardare.

Meglio i bambini, il loro avere avanti tutta la vita m'illude di essere così. Di poter sfuggire alla morte.
Perchè il modo ingegnosamente logico che ha scovato la mente di fuggire alla morte è farci dormire... se non vedo non sento, se non sento non mi accorgo. Se arriva la morte e io non lo so non soffro.
Per quello forse si dice che un istante prima di morire si vede tutta la propria vita, per un istante viviamo, il tempo di accorgerci di non aver vissuto. Ecco l'inferno.

Sono depressa? Eh probabile, ma lo sono sempre stata adesso almeno inizio a vederla meglio e (non è una battuta) a non volerla intorno.

Ciliegina sulla torta oggi al lago abbiamo incontrato un uomo che è stato compagno di mia madre per qualche anno, non molto tempo fà.
Personaggio che, avuto il mio numero, mi aveva mandato un paio di messaggi equivoci, che io avevo stroncato sul nascere.
Di nuovo.
Anche li, predispozione, caratteristica modificabile o condanna? Riuscirò a colmare quella lacuna che mi porta costantemente vicino a certe energie o potrò solo imparare a gestirle?

per ora smetto, ma temo che una volta scoperchiato il vaso ne avrò per molto...


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Vecchio 21-09-2009, 00.09.58   #2
dafne
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Ciliegina sulla torta oggi al lago abbiamo incontrato un uomo che è stato compagno di mia madre per qualche anno, non molto tempo fà.
Personaggio che, avuto il mio numero, mi aveva mandato un paio di messaggi equivoci, che io avevo stroncato sul nascere.
Di nuovo.

Mi autocito per questa parte di incubi perchè va benissimo per introurre un problema che mi stà accompagnando da giorni, senza aprire un altro post.

L'argomento è già delicato di suo ma mi colpisce particolarmente a fondo e mi ha fatto tentennare molto, molto davvero rispetto al solito, prima di decidermi.

Cercherò di essere breve e voi cercate di non andarci giù pesante

Il fatto è questo: un anziano signore di quelli tuttofare si è offert di buttarmi nell'isola ecologica le tv rotte, parlando mi dice che senza problemi può tagliarmi anche dei ferri pericolosi che sporgono dal muro esterno in giardino. E' un signore simpatico, sempre gentile, che fa un sacco di lavoretti e si diverte a raccontare di quando era alpino.
Morale, entra in casa per vedere se i ferri esterni avevano lasciato danni venendo via, inizia a parlarmi dei suoi gusti sessuali e ci và poi giù un pò pesante raccontandomi alcuni particolari cerco di stare alla battuta, a quella che sembrava la mattana ormonale di un vecchio quando questo si fa troppo vicino e..mi piazza un bacio sulla fronte..e uno sulla bocca

Poi và fuori ma il senso di fastidio, di inadeguatezza, di schifo e anche di disagio non mi ha mollato per ore.

La cosa, a posteriori, che vedo che mi ha innervosito maggiormente è stata la mia assoluta incapacità a mandarlo afff...ehm..

Mi sono irrigidita molto poi nei giorni successivi (DOPO grrrr) se n'è accorto, fino a prendermi in disparte e dire che si gioca (ma attaccati..) quando ha visto che non lo assecondavo più mi fà per baciare e a me è uscito stò benedetto "no" e allora al suo siamo amici e alla guancia con "così và bene?" allora ho detto va bene e poi se n'è andato.

Ma la cosa m'impensierisce non poco, con in giro per il forum posto sul "cercarsela" mi sono ritrovata a chiedermi quanto di tutto ciò continuo a provocare,e a cosa, quindi, continuo a non dar peso...difficile credere alla pura sfortuna...e poi, una volta stabilito che "me la cerco" è una sorta di lezione che, una volta appresa, smette di generare il problema o è una predisposizione diciamo genetica per cui mi toccherà conviverci per tutta la vita?

Perchè io sarei stancuccia di nascondermi, perchè per la verità questo è il modo funzionale che ho trovato per evitare il problema.

Una riflessione che ho fatto è che nel momento in cui avrei dovuto far uscire un no secco e un atteggiamento deciso non ci sono riuscita, come se mi fosse impossibile, come se a dir di no capitasse il perdere qualcosa..lo so è allucinante ma stò cercando di sentire invece di pensare.

Una sorta di dipendenza che forse ha la sua origine (forse.. ..son pure ironica..) nella relazione della quindicenne con l'uomosecondopadreeamante...dire di no allora era perdere la mia dose di attenzione.

Un'altra cosa che ho notato è che il no verso persone aggressive o comunque convinte di ottere un si per risposta mi risulta quasi impossibile, mi sconvolge meno perchè in situazioni "normali" ma è altrettanto significativo penso.

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Vecchio 21-09-2009, 09.37.39   #3
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Mi autocito per questa parte di incubi perchè va benissimo per introurre un problema che mi stà accompagnando da giorni, senza aprire un altro post.

L'argomento è già delicato di suo ma mi colpisce particolarmente a fondo e mi ha fatto tentennare molto, molto davvero rispetto al solito, prima di decidermi.

Cercherò di essere breve e voi cercate di non andarci giù pesante

Il fatto è questo: un anziano signore di quelli tuttofare si è offert di buttarmi nell'isola ecologica le tv rotte, parlando mi dice che senza problemi può tagliarmi anche dei ferri pericolosi che sporgono dal muro esterno in giardino. E' un signore simpatico, sempre gentile, che fa un sacco di lavoretti e si diverte a raccontare di quando era alpino.
Morale, entra in casa per vedere se i ferri esterni avevano lasciato danni venendo via, inizia a parlarmi dei suoi gusti sessuali e ci và poi giù un pò pesante raccontandomi alcuni particolari cerco di stare alla battuta, a quella che sembrava la mattana ormonale di un vecchio quando questo si fa troppo vicino e..mi piazza un bacio sulla fronte..e uno sulla bocca

Poi và fuori ma il senso di fastidio, di inadeguatezza, di schifo e anche di disagio non mi ha mollato per ore.

La cosa, a posteriori, che vedo che mi ha innervosito maggiormente è stata la mia assoluta incapacità a mandarlo afff...ehm..

Mi sono irrigidita molto poi nei giorni successivi (DOPO grrrr) se n'è accorto, fino a prendermi in disparte e dire che si gioca (ma attaccati..) quando ha visto che non lo assecondavo più mi fà per baciare e a me è uscito stò benedetto "no" e allora al suo siamo amici e alla guancia con "così và bene?" allora ho detto va bene e poi se n'è andato.

Ma la cosa m'impensierisce non poco, con in giro per il forum posto sul "cercarsela" mi sono ritrovata a chiedermi quanto di tutto ciò continuo a provocare,e a cosa, quindi, continuo a non dar peso...difficile credere alla pura sfortuna...e poi, una volta stabilito che "me la cerco" è una sorta di lezione che, una volta appresa, smette di generare il problema o è una predisposizione diciamo genetica per cui mi toccherà conviverci per tutta la vita?

Perchè io sarei stancuccia di nascondermi, perchè per la verità questo è il modo funzionale che ho trovato per evitare il problema.

Una riflessione che ho fatto è che nel momento in cui avrei dovuto far uscire un no secco e un atteggiamento deciso non ci sono riuscita, come se mi fosse impossibile, come se a dir di no capitasse il perdere qualcosa..lo so è allucinante ma stò cercando di sentire invece di pensare.

Una sorta di dipendenza che forse ha la sua origine (forse.. ..son pure ironica..) nella relazione della quindicenne con l'uomosecondopadreeamante...dire di no allora era perdere la mia dose di attenzione.

Un'altra cosa che ho notato è che il no verso persone aggressive o comunque convinte di ottere un si per risposta mi risulta quasi impossibile, mi sconvolge meno perchè in situazioni "normali" ma è altrettanto significativo penso.

Forse una sottospecie della sindrome di Stoccolma dove in questo caso l'ostaggio e' un ostaggio dal punto di vista psicologico della paura di perdere qualcosa ,che si e' perso chissa' quando , del mondo maschile .

La sindrome di Stoccolma e' quello strano fenomeno psicologico dell'attaccamento affettivo che ha l'ostaggio nei confronti del rapitore che ha in mano la sua vita ( capitato durante una rapina in banca a Stoccolma).
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Vecchio 21-09-2009, 09.59.05   #4
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Forse una sottospecie della sindrome di Stoccolma dove in questo caso l'ostaggio e' un ostaggio dal punto di vista psicologico della paura di perdere qualcosa ,che si e' perso chissa' quando , del mondo maschile .

La sindrome di Stoccolma e' quello strano fenomeno psicologico dell'attaccamento affettivo che ha l'ostaggio nei confronti del rapitore che ha in mano la sua vita ( capitato durante una rapina in banca a Stoccolma).

Ne avevo sentito parlare ma credevo si verificasse in presenza di una persona specifica, una persona che abbia in qualche modo fatto scattare il meccanismo perchè ha dato quel qualcosa..uhm

In realtà il fenomeno è più allargato, è un mix di incapacità di veicolare in modo appropriato l'aggressività latente (che poi esplode in tutt'altro), una sorta di autorepressione mista alla paura di non potercela fare e anche nascosto molto in fondo il desiderio di appagare l'altro, del sentirsi in debito

In questo momento mi ricorda molto la sensazione di volersi allontanare dai genitori, fare di testa propria ma sentire di non riuscirci, di rischiare poi di restare soli...suona proprio come un dipendenza, mi allontano ma sono tenuta per l'elastico del rapporto che si tende si tende e poi mi rimbalza indietro.

Nel caso più specifico delle avance sessuali direi che c'è una possibilità che una parte di quell'attirare personaggi di una certa età che richiedono certe particolari attenzioni dipenda anche da un mio latente atteggiamento infantile "protegginìmitipregovedraichesorpresachetifacc io"

Che fatica starci su stà cosa, intanto grazie per lo spunto Nike, la questione del prigioniero ha molti lati da esplorare.

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Vecchio 21-09-2009, 10.20.22   #5
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Cara Dafne, questi episodi accadono, purtroppo, a molte donne. Si ha la sventura di incontrare personaggi invadenti (sto edulcorando molto) che sconfinano senza pudore, senza rispetto, prendendosi delle libertà che nessuno ha concesso loro. Proprio l'altro giorno, ad esempio, mi è capitato che un tipo losco mi seguisse dopo che aveva invano cercato di attaccare bottone. In passato, un professore di cui avevo profonda stima ci ha provato in modo alquanto squallido; la lista è lunga....

Non credo francamente che noi donne ce le andiamo a cercare certe situazioni, altrimenti perchè le troveremmo così sgradevoli? Tuttavia ho notato che quanto più si è gentili, timide, remissive, tanto più certi soggetti ci prendono gusto. Ovviamente parlo di pochi uomini molesti, il mio discorso è e rimane circoscritto.

Forse dietro il tentennamento, dietro l'incapacità di dire un no secco e tagliente c'è si la paura, ma potrebbe darsi ci sia la paura di una reazione doppiamente "aggressiva" ed "invasiva".
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Vecchio 21-09-2009, 10.41.19   #6
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Cara Dafne, questi episodi accadono, purtroppo, a molte donne. Si ha la sventura di incontrare personaggi invadenti (sto edulcorando molto) che sconfinano senza pudore, senza rispetto, prendendosi delle libertà che nessuno ha concesso loro. Proprio l'altro giorno, ad esempio, mi è capitato che un tipo losco mi seguisse dopo che aveva invano cercato di attaccare bottone. In passato, un professore di cui avevo profonda stima ci ha provato in modo alquanto squallido; la lista è lunga....

Non credo francamente che noi donne ce le andiamo a cercare certe situazioni, altrimenti perchè le troveremmo così sgradevoli? Tuttavia ho notato che quanto più si è gentili, timide, remissive, tanto più certi soggetti ci prendono gusto. Ovviamente parlo di pochi uomini molesti, il mio discorso è e rimane circoscritto.

Forse dietro il tentennamento, dietro l'incapacità di dire un no secco e tagliente c'è si la paura, ma potrebbe darsi ci sia la paura di una reazione doppiamente "aggressiva" ed "invasiva".

In particolare nella frase che ho nerettato ci trovo una verità, anche se in realtà mi stride fortissimamente perchè io di remissivo e timido, in genere, ho ben poco

Ma è proprio l'atteggiamento che prendo inconsapevolmente, è una forma di asservilismo, di mortificazione ma nel senso peggiore del termine..quel metersi a schiavo di che mi fà pensare che Nike non ci sia andato troppo lontano e che mi fà sentire, lo ammentto, ancora più uno schifo.

Torna quel senso di "non posso dir di no, ribellarmi, non sono in grado" che, ripeto, fà un gran a botte con il mio spirito fumino...ammenochè quest'ultimo non sia davvero una sorta di compensazione...

grazie anche a te Logos
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Vecchio 21-09-2009, 22.44.01   #7
Sole
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Non è facile soddisfare la richiesta di andarci leggera, perchè come vuoi metterla è la situazione che è pesante.
Daf, lo hai già capito cosa succede, lo hai detto tra le righe. Lo riconosco perchè siamo state inconsciamente educate più o meno tutte così. Il sesso debole per mantenere il potere usa la sensualità, e se la sensualità è inconsapevole o incosciente cerca gratificazione nel tenere in potere qualsiasi situazione, anche lo sguardo di un bambino, mostrandosi femmina il più possibile. Razionale o meno gli ormoni viaggiano e i messaggi partono.
Il potere inteso come attenzioni, come ammirazioni che chiama gratificazione.
Aldila che sto signore non si doveva in nessuna maniera permettere una simile invadenza, in un ambiente di lavoro sarebbero molestie, dal tuo racconto tu non hai posto paletti quando il tizio ha iniziato a testare il terreno con i suoi avventurosi amori, anzi il tuo modo di fare lo ha inocoraggiato. Era li il momento del no, il momento del "non mi interessa, tenga per se". Al bacio non potevi più far niente aveva già completamente in-vaso il tuo spazio, eri già in difficoltà perchè non controllavi più, eri già confusa, sbaglio? .
Anche quando non vuoi, arrivati ad un certo punto non hai più potere, sei soggiogata o risucchiata o dominata sia dal tuo bisogno che dalla personalità invasiva dell'altro. Non che lui sia più forte ma solo i tuoi bisogni ti avevano indebolita al punto da non avere più la forza di essere presente. Metteci anche lo shock... che immagino.

Io cercherei il momento esatto in cui è iniziato il tuo disagio e come hai reagito.

Mi fermo qui, vah.

__________________
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Vecchio 07-10-2009, 15.12.12   #8
dafne
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Non è facile soddisfare la richiesta di andarci leggera, perchè come vuoi metterla è la situazione che è pesante.
Daf, lo hai già capito cosa succede, lo hai detto tra le righe. Lo riconosco perchè siamo state inconsciamente educate più o meno tutte così. Il sesso debole per mantenere il potere usa la sensualità, e se la sensualità è inconsapevole o incosciente cerca gratificazione nel tenere in potere qualsiasi situazione, anche lo sguardo di un bambino, mostrandosi femmina il più possibile. Razionale o meno gli ormoni viaggiano e i messaggi partono.
Il potere inteso come attenzioni, come ammirazioni che chiama gratificazione.
Aldila che sto signore non si doveva in nessuna maniera permettere una simile invadenza, in un ambiente di lavoro sarebbero molestie, dal tuo racconto tu non hai posto paletti quando il tizio ha iniziato a testare il terreno con i suoi avventurosi amori, anzi il tuo modo di fare lo ha inocoraggiato. Era li il momento del no, il momento del "non mi interessa, tenga per se". Al bacio non potevi più far niente aveva già completamente in-vaso il tuo spazio, eri già in difficoltà perchè non controllavi più, eri già confusa, sbaglio? .
Anche quando non vuoi, arrivati ad un certo punto non hai più potere, sei soggiogata o risucchiata o dominata sia dal tuo bisogno che dalla personalità invasiva dell'altro. Non che lui sia più forte ma solo i tuoi bisogni ti avevano indebolita al punto da non avere più la forza di essere presente. Metteci anche lo shock... che immagino.

Io cercherei il momento esatto in cui è iniziato il tuo disagio e come hai reagito.

Mi fermo qui, vah.


Digerito il post e alla luce delle ultime discussioni direi che questa è prostituzione bella e buona. Della peggior specie oltretutto perchè del tipo automatico.

Ho bisogno di assecondare, accontentare, adeguarmi all'altro quando ho bisogno di un qualsivoglia favore.
Poi voglio fare la disinibitona e la super sicura, cosa che non sono

Sete di potere, potere del tipo indiretto perchè in quanto donna (per retaggi familiari e di contorno direi) non mi posso permettere il ruolo di forza, quindi cerco la manipolazione finendo manipolata.

Il punto in cui ho avvertito fastido,a onor del vero, è piuttosto antecedente al fatto, quando si fermava a chiacchierare e mi raccontava di altre persone e altri fatti.

La percezione di star "sforando" in qualcosa di sbagliato l'ho avuta ma oramai ero già impotente di fronte .. a me stessa.

Inizio a pensare che questa sensualità malata che mi trascino dietro debba essere o convogliata e direzionata per poi essere trasformata, il che è più facile a dirsi che a farsi...mi metterò a scrivere romanzi erotici

Scherzi a parte, se riuscissi a non giudicarmi pur mantenendo ben visibile questa pecca del mio comportamento, forse potrei cercare di evitarlo, ho la sensazione che questo acettare che "è mio" il problema, se da una parte fà male dall'altra mi permetta di cambiarlo davvero dandomi potere su esso..non so spiegare meglio. Uff
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Vecchio 07-10-2009, 15.38.27   #9
stefano
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in pratica il fastidio è nato quando faceva gossip...di bassa lega.
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Vecchio 07-10-2009, 15.57.07   #10
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se riuscissi a non giudicarmi pur mantenendo ben visibile questa pecca del mio comportamento, forse potrei cercare di evitarlo, ho la sensazione che questo acettare che "è mio" il problema, se da una parte fà male dall'altra mi permetta di cambiarlo davvero dandomi potere su esso..non so spiegare meglio. Uff
Si capisce ed è il primo passo corretto. Appena ho tempo approfondisco il resto, ma è bene che vedi da sola le cose

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in pratica il fastidio è nato quando faceva gossip...di bassa lega.
A prima vista ho l'impressione che hai toppato 3d
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Vecchio 07-10-2009, 16.52.01   #11
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no no.
avrei potuto aggiungere al termine "gossip di bassa lega" il finale "al fine di manipolare e forzare"
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Vecchio 07-10-2009, 17.01.35   #12
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no no.
avrei potuto aggiungere al termine "gossip di bassa lega" il finale "al fine di manipolare e forzare"
Va bene, allora sarò io che dormo. Mi dici per favore di che azzo di gossip stai parlando?
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Vecchio 07-10-2009, 17.07.36   #13
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Il punto in cui ho avvertito fastido,a onor del vero, è piuttosto antecedente al fatto, quando si fermava a chiacchierare e mi raccontava di altre persone e altri fatti.


questo gossip
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Vecchio 07-10-2009, 18.25.13   #14
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Il punto in cui ho avvertito fastido,a onor del vero, è piuttosto antecedente al fatto, quando si fermava a chiacchierare e mi raccontava di altre persone e altri fatti.


questo gossip
Ah ecco, grazie
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Vecchio 08-10-2009, 15.24.03   #15
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Dunque
Il fatto accaduto col vecchietto mi aveva preoccupato moltissimo, pensavo fosse dovuto al fatto che mi sono ritrovata per l'ennesima volta impelagata in qualcosa che non so gestire, la precisione e la riflessione mi hanno portato a pensare che mi sono resa conto di aver razionalizzato molto ma di non aver concluso (nel senso di cambiato) un tubo.

Emotivamente parlando sono al punto di prima anche se, per fortuna, perlomeno vedo ciò che accade e comincio a vedere i retroscena.
Questo sempre dopo, purtroppo.

Comunque, l'atteggiamento scatenante è mio, lasciando a parte il comportamento dell'altra parte che non è in mio potere cambiare (sgrunt), questo atteggiamento condiscendente e malizioso mi parte in automatico.
La sensazione sgradevolissima al momento del gossip (ahahah non l'avevo vista sotto questo aspetto) è probabilmente partita dal percepire che ci stavo cascando in pieno.

Ho riflettuto su due cose.

Una è che questo atteggiamento mi parte quando vado in cerca di approvazione, considerazione, calore, complimeti. Cioè, praticamente, sempre, che sia consapevole o meno.

Due che il ritenere che io lo ricerchi solo in persone che mi danno una certa emozione (persone col carattere molto forte ad esempio, o comunque con una forte sicurezza) è una bufala che mi sono raccontata.

La verità, per come la percepisco adesso è che ho un enorme sconfinato bisogno di considerazione e conferme (bisogno di esistere) e che come una drogata (non battuteggiate su questo perchè stò facendo fatichissima a tirar fuori sta cosa) che "annusa" la possibilità di una dose mi parte l'atteggiamento "gatta morta" (beh non proprio, non sempre, dipende dal soggetto dall'altra parte, ma rende l'idea) e cerco di acchiappare l'altro.

Il vecchietto in questione, per restare sull'esempio, mi stava facendo un favore ma senza chiedermi in cambio niente, eravamo già in buoni rapporti..voglio dire..non c'era alcun bisogno (posto che ce ne sia mai ma cmq..) di lasciarmi prendere all'amo (cioè di prendere all'amo lui ) ma il bisogno di considerazione ha fatto il suo percorso e io mi sono ritrovata in una sgradevolissima situazione con la sensazione di non poter più dir di no.
No che non proviene dalla situazione del passato, penso, ma piuttosto origina ancora prima, quando svendermi per ottenere consensi è diventato il mio comportamento più funzionale.

Io non basto a me stessa, questo è gravissimo, questo mi spinge alla ricerca di altro e finisco obbligatoriamente tra le sgrinfie di un determinato tipo di persone perchè solo quel determinato tipo di persone si presterebbe a certi giochetti.
E sono diventata anche piuttosto bravuccia in questo lavoretto, tanto da riuscire ad andare sempre a colpo sicuro per quanto inconsapevolmente, tanto da non riuscire a considerare nel post dillà sulla prostituzione la possibilità del no

Bon, adesso ricomincio da me, inutile discutere su quanto sia brutto e sporco il mio animo, devo accettare il vuoto e iniziare a riempirlo con qualcosa che solo io posso darmi, la mia personale considerazione, smettendo la caccia all'altro, riscoprendo i miei interessi, le mie inclinazioni, i miei personalissimi desideri...è questo il sano egoismo penso (si, ancora lì stò )

Non abbasando la guardia però, anzi, perchè questo comportamento vegeta di più di benissimo sottobanco e ha una sua autonomia, tale che se ci casco posso solo cercare di osservare il dopo.

Mi preoccupa non poco che la questione non sia risolvibile razionalmente, l'avrei già fatto, ma regni piuttosto nell'emotività...qualche suggerimento? O correzione o spunto..grazie
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Vecchio 08-10-2009, 15.46.09   #16
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spunto:
come era tuo padre nei tuoi confronti?
penso si origini li.
insieme al "sono brutta, nessuno mi merita" ecc. ecc. che si porta dietro (e che in effetti non pensi realmente)
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Vecchio 08-10-2009, 16.29.41   #17
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spunto:
come era tuo padre nei tuoi confronti?
penso si origini li.
insieme al "sono brutta, nessuno mi merita" ecc. ecc. che si porta dietro (e che in effetti non pensi realmente)

Mio padre, finchè c'è stato, mi ha trattato come un piccolo genio, pur essendo un anaffettivo (fisicamente parlando)

In realtà la cosa non è legata al sono brutta nessuno mi merita (anche se di solito gira come "sono brutta non merito nessuno..ma bon) ma è più subdola, è piuttosto un "ti accontento così mi gratifichi"
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Vecchio 08-10-2009, 16.38.54   #18
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pensa a questa parola "anaffettivo" che hai usato.
penso che da li tu possa capire cosa non hai trovato in tuo padre e cerchi.. inconsciamente negli uomini (pure in quella situazione)

la frase che hai detto la girerei in "ti gratifico così mi dai un pò di affetto che mi è mancato" (surrogato di esso)

p.s. rettifico "così mi dai un pò di calore fisico che mi è mancato"

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Vecchio 12-10-2009, 11.03.12   #19
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Volevo ringraziare Dafne per questo post perchè io spesso mi sono trovata nella stessa identica situazione è un meccanismo molto difficile da tenere a bada, ci sto lavorando ma è dura..
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Vecchio 12-10-2009, 12.36.16   #20
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Volevo ringraziare Dafne per questo post perchè io spesso mi sono trovata nella stessa identica situazione è un meccanismo molto difficile da tenere a bada, ci sto lavorando ma è dura..
già, è dura.

Devo essere molto sincera, andare in chiesa o comunque permettere a questa parte di me di sciogliersi mi stà aiutando moltissimo.
Tra l'altro l'abbandono della chiesa è avvenuto pari pari alla separazione dei miei e al nostro trasferimento in città.
Farà pure "caso" ma tutto mi riporta lì, all'inizio, a quella prima fase di abbandono.

Stò sviscerando con cautela il mio senso della parola "peccato" e il mio modo di rapportarmi ad esso perchè credo giochi un ruolo da protagonista in molto di quanto mi è successo.

Appena ho le idee un pò più chiare lo scrivo.

se hai qualche osservazione da condividere ben venga, so che è difficilissimo da tirar fuori ma se ti và sono quà
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Vecchio 12-10-2009, 12.41.46   #21
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più o meno mi da questa idea:
abbandono della famiglia ... abbandono della chiesa e ribellione verso di essa (chiesa=famiglia)
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Vecchio 12-10-2009, 13.02.05   #22
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più o meno mi da questa idea:
abbandono della famiglia ... abbandono della chiesa e ribellione verso di essa (chiesa=famiglia)
Metti pure ribellino dalla chiesa e dalla famiglia.

Ci stà, anche se non ho ancora ben inquadrato come leghi questa cosa al bisogno di prostituirsi agli altri (se sono troppo diretta ditemelo, ma mi son stufata di girarci attorno)

Il mio psicologo li ha chiamati rapporti perversi, è un gentleman lui , ma alla fine di questo si tratta di umiliarsi.
E mentre una parte soffre dell'umiliazione un'altra ne gode.

Come legare il tutto?
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Vecchio 12-10-2009, 13.15.50   #23
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beh si chiesa e famiglia ma perchè le due cose si legano.
la chiesa è una famiglia (spirituale e non solo in teoria)
così come (dovrebbe esserlo) la famiglia.
la reazione alla chiesa va di pari passo con la reazione verso un qualcosa che ti ha causato dolore non digerito (la famiglia) e verso cui prima eri legata...
quel "bisogno di prostituirsi" a mio avviso (avevo cercato di spiegartelo prima) si lega al "calore umano" che senti esserti mancato da parte di tuo padre (e che non hai ancora recuperato non so se il termine è' adatto) e di cui pensi di "nutrirti" (inconsciamente) in quelle situazioni utilizzando un tuo lato per avvicinare a scapito di altro (insomma abbassi la tua vibrazione interiore .. ti "sminuisci" per farlo)
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Vecchio 12-10-2009, 13.24.47   #24
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beh si chiesa e famiglia ma perchè le due cose si legano.
la chiesa è una famiglia (spirituale e non solo in teoria)
così come (dovrebbe esserlo) la famiglia.
la reazione alla chiesa va di pari passo con la reazione verso un qualcosa che ti ha causato dolore non digerito (la famiglia) e verso cui prima eri legata...
quel "bisogno di prostituirsi" a mio avviso (avevo cercato di spiegartelo prima) si lega al "calore umano" che senti esserti mancato da parte di tuo padre (e che non hai ancora recuperato non so se il termine è' adatto) e di cui pensi di "nutrirti" (inconsciamente) in quelle situazioni utilizzando un tuo lato per avvicinare a scapito di altro (insomma abbassi la tua vibrazione interiore .. ti "sminuisci" per farlo)
Si, chiesa è famiglia, lo avevo sottolineato per quello.
Quindi tu riconduceresti il tutto al mancato affetto di mio padre?
Che poi avrei cercato e perduto anche nel Padre.

Potrebbe starci, alle volte le cose siamo noi a ingarbugliarle mentalmente.

Ci devo riflettere. La figura del padre è difficile da definire non avendone avuta una molto presente, coincide comunque con l'autorità..altro tasto dolente per me.

Intanto grazie, riprendo appena ci ho fatto un pò di più chiarezza.
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Vecchio 12-10-2009, 13.27.35   #25
stefano
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Dio=Padre pensaci.
già questo collegamento potrebbe farti comprendere un qualcosa a mio avviso.
Quando ti ribelli di fronte a Dio in un certo senso ti ribelli a tuo padre.
così ho osservato anch'io
nella mia vita quando mi sono allontanato dalla Chiesa se vado a guardare era anche dovuto al fatto che mi ero allontanato (interiormente soprattutto) da certi caratteri di mio padre e non li accettavo incolpando inconsciamente anche dio di tutto questo (lo faccio a volte anche tutt'ora)
L'autorità è appunto legata alla figura del padre.
quando non la reggi in un certo senso stai rifiutando un lato di tuo padre e pensando alla Chiesa un lato di Dio.
Insomma alla vita così come era dicevo no.
e dicevo no anche a Dio
Dio=vita anche no?

Ultima modifica di stefano : 12-10-2009 alle ore 13.30.50.
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