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Vecchio 20-10-2010, 09.55.56   #1
Kael
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Predefinito U.G. - L'Inganno dell'Illuminazione

Finalmente ho letto questo libro (Compralo su Webster QUI e aiuterai Ermopoli) che si nomina spesso in forum (ce l'avevo già da un po' ma prima dovevo finirne altri)
L'ho intitolato così anche se non è espressamente di UG che voglio parlare, quanto dell'esperienza e del cammino che ha fatto.
Direi che ha percorso una via umida, anche se non preparato e non guidato da un Maestro, tanto che ha patito forti sofferenze per anni e anni prima di arrivare ad un cambiamento (che fra l'altro nemmeno si aspettava). Da famiglia benestante e ricco conferenfiere è finito a fare il barbone per tre anni a Londra, perdendo tutto.
Ha davvero perso tutto, quello che più mi ha colpito è che ha perso anche la volontà, le sue giornate erano vuote e non c'era una sola cosa che potesse interessarlo. Questo lo ripete per tutto il libro, era senza volontà, volontà di fare qualsiasi cosa, e credo sia questo il nocciolo di ogni via umida...
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Vecchio 25-10-2010, 00.27.14   #2
Kael
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Per chi non l'avesse letto (è comunque piccolino, si legge in un giorno o due) arriva un momento in cui UG non conosce più niente. Il "reset" che comporta il suo nuovo stato, lo stato naturale - così lo chiama - comprende ogni cosa. Vede un pomodoro, chiede cosa sia, passano due minuti e lo richiede ancora. Ha dimenticato tutto.

E' come se le cellule del suo corpo da specializzate fossero tornate ad uno stato totipotente, indifferenziato. Non c'era più niente all'interno del suo organismo che ricordasse o riconoscesse la figura del pomodoro. Questa cosa, probabilmente, è dovuta al fatto che non avendo ricevuto una preparazione adeguata non ha potuto crearsi una sorta di copia, un backup interno prima del cambiamento.

Poi, con il tempo, ha imparato a dirigere la volontà a comdando, sapendo riconoscere un pomodoro se necessario, ma per poi dimenticarlo un attimo dopo.

Noi, vivendo specializzati, ogni cellula del nostro corpo ha una sua data funzione, chi è preposta a ricordare la figura del pomodoro, chi a saper leggere l'ora, chi a ricordare la strada di casa, etc.. (ovviamente non è così "semplice", è una metafora per capire meglio). In pratica, dovendoci concentrare su un pomodoro, utilizziamo l'unica cellula specializzata in questo, per cui se abbiamo centinaia di miliardi di cellule ci concentriamo su un pomodoro usando l'uno per centomiliardesimi, ossia una percentuale prossima allo zero.

Viceversa UG, e chi come lui ha sperimentato un reset del genere, avendo cellule totipotenti può "attivarle" a volontà e concentrarsi su un pomodoro al 100%, per poi ritornarsene normalmente al loro stato indifferenziato. Lascio immaginare le potenzialità di un simile utilizzo del nostro corpo...

Ah, un'altra cosa. Vivendo in questo stato indifferenziato per UG ogni cosa era una scoperta, una continua sensazione nuova. Era capace di guardare per ore l'orologio senza smettere di sorprendersi, di guardarlo affascinato, di chiedersi cosa fosse. In un certo senso si potrebbe proprio dire che era "tornato piccolo come un bambino"...
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Vecchio 25-10-2010, 16.17.07   #3
Uno
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era senza volontà, volontà di fare qualsiasi cosa, e credo sia questo il nocciolo di ogni via umida...
Che intendi?
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Vecchio 25-10-2010, 19.57.57   #4
Kael
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Che intendi?
In un thread di tanto tempo fa avevi parlato del palloncino, farlo scoppiare nella via secca, e farlo sgonfiare fino a soffocarsi nella via umida.
Questo soffocamento, questo svuotarsi fino a non aver più energia o voglia di fare qualsiasi cosa mi ricorda molto la vita di UG.
Ma adesso che mi ci fai pensare non ne sono più tanto sicuro, anzi probabilmente la sua è stata una via secca, una vita in cui piano piano si è disincantato di tutto, tanto che alla fine non essendoci più niente che attirava il suo interesse dall'esterno, che gli faceva usare le sue energie nel mondo, è "scoppiato" dall'interno.
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Vecchio 12-12-2010, 19.27.16   #5
Sole
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Ho letto la prima parte del libro, quella in cui racconta come (non) è arrivato all'illuminazione.

Ci sono parecchie considerazioni che mi vengono da fare: o non sapeva cosa faceva ma faceva o non ha capito cosa faceva pur facendo o non ha senso davvero nulla, il che davvero non è il mio modo di pensare, o prendeva in giro tutti.

In ogni caso si può considerare la cosa interamente e dargli ragione anche quando dice che non serve fare proprio nulla se deve accadere accade e basta.
Lui in pratica ha studiato da quando aveva sette anni ogni giorni i Veda con il nonno, poi è stato nella Società Teosofica ceh ha abbandonato perchè non trovava mai quello che cercava, poi ha vagabondato in vari templi dove per sette anni ha praticato Yoga in isolamento. Ma poi sostiene che tutto questo non gli è servito a nulla come se tutto sarebbe accaduto nonostante tutto questo. Io non ci credo. L'idea che mi da legendolo è di un uomo che cercava moltissimo ma disperatamten di dare un senso alla vita di trovare quello che tutti gli vendevano per illuminazione ma di non aver mai incontrato un vero illuminato che gli mostrasse la via e non solo le parole.
Racconta soloun personaggio che va a trovare e che gli dice poche parole così (sintetizzo il senso del discorso):
UG: puoi darmi quello che hai tu che sei saggio ed illuminato?
Saggio: io posso dartelo e tu puoi riceverlo?

Lui qui viene scosso ma ancora non si sveglia secondo me perchè passeranno anni prima che possa cogliere l'attimo della trasformazione fisica.

L'idea che mi da è che era un uomo che cercava di capire, lui voleva risposte alle domande, voleva trovare risposte soddisfacenti. Ma nel frattempo che le cercava lavorava moltissimo con pratiche per ore e ore sempre alla ricerca di questo momento speciale. La sua aspettativa era altissima, talmente alta che non si è reso conto neppure dopo che tutto il lavoro fatto gli è servito per essere pronto.
Insomma il suo corpo era pronto nel momento giusto e la sua mente era pronta nel momento giusto per cui ha potuto accogliere.
Parla di enorme sofferenza perchè c'è una grande trasformazione del corpo a livello fisico.

Le conclusioni che ne traggo dal suo racconto fin'ora sono che la sua aspettativa gli impediva di vedere che tutto ciò che faceva lo avvicinava ma anche allontanava da se stesso e da ciò che cercava e che quando lo ha raggiunto ha negato che quel che ha fatto sia servito al fine di ciò che ha raggiunto. Se da una parte forse è vero che non serve per ottenere quel cambiamento dall'altra se non si è pronti non si supera l'esame.

Non so... ci sono cose di lui che mi lasciano un pò perplessa ma i discorsi sullo stato naturale e sulle chiandole che corrispondono ai centri energetici sono interessanti e ci vorrei tornare.

Sul discorso della volontà io credo che lui avesse perso interesse verso ogni cosa compreso se stesso.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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