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Vecchio 23-05-2011, 23.46.06   #1
diamantea
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Predefinito Il bivio

C'è una carta di un mazzo speciale di tarocchi che raffigura un uomo incastrato testa e piedi fra due pareti e sotto di lui il precipizio. Riflette se buttarsi con la testa o con i piedi, ma prima o poi dovrà cadere, e rompersi l'osso del collo aggiungo io. Che importa da che parte si butterà? Cadrà comunque.
Una premessa per cercare di introdurre un argomento per me difficile da affrontare in quanto non posso essere molto esplicita nei particolari di questo dilemma che mi tormenta da qualche tempo.
Mi trovo davanti ad una situazione in cui c'è A e B, ed io in assenza di C devo decidere a chi dare ragione, se ad A o a B, in quanto sia A che B rivendicano la loro verità e chiedono di essere creduti. Il punto è che sia A che B fanno parte dei miei affetti e di chiunque sia la colpa o la ragione è una situazione spiacevole e dolorosa da accettare in entrambi i casi anche se per ragioni opposte.
La verità è sempre la cosa migliore da sapere ma ciò non toglie il dispiacere o una realtà da dover affrontare comunque.
Lo sforzo difficile è rimanere testimone senza lasciarsi patteggiare per A o per B, senza giudizi perchè non si deve andare in tribunale in attesa di sentenza ma si deve restare tifosi per la liberazione attraverso la verità e poi la guarigione di entrambi le parti. La cosa può non riuscire ma bisogna provare, impegnarsi perchè l'impresa riesca. Il massimo sforzo per il massimo risultato anche se di fatto può essere un fallimento. E' la prima volta che guardo al bene superiore. Io comunque resto ciò che sono, potrebbe cambiare molto e potrebbe cambiare nulla, non lo posso sapere e fino a qualche giorno fa questo pensiero mi turbava molto, oggi sono più serena, più coraggiosa forse.

Ci sono casi in cui si vuole credere ad una verità che ci costa meno dolore accettarla, pendere dalla parte più facile e più comprensibile, che ci costa meno sforzo per affrontarla, meno fatica, meno conflitto, ma in entrambi i casi bisogna amare l'orco, il nero che si nasconde in ognuno di noi e si manifesta in molti modi, l'orco che si rifiuta in noi per non accettare quello degli altri, radice di quello nostro.

Paura di andare diretta... ci penso sempre Uno.
Oggi ho pensato che andare diretti dovrebbere essere qualità maschile, del maschile ben sviluppato in noi, quel maschile che ci fa percorrere la traversata notturna vincendo la paura. E' l'eroe che uccide il drago, vince la bestia. Mi pare che così ha descritto Nike in un post tempo fa.

Mi rendo conto che raccontata così forse non si capisce molto ma di più non mi è possibile dire, ma i fatti non renderebbero più chiara la questione, la cosa importante è come imparare ad affrontare il conflitto interiore quando ci si trova davanti ad un bivio e qualunque scelta comporta una perdita importante in ciò che si è creduto costruendo se stessi quando non si vorrebbe perdere nulla, per cui sono qua con voi sperando di fare maggiore chiarezza.
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Vecchio 24-05-2011, 00.29.22   #2
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Mi è venuto alla mente un racconto che lessi anni fa.

Un uomo scappa inseguito da una tigre, corre in fretta attraverso il bosco per evitare di essere sbranato dalla tigre. Ad un certo punto si trova davanti un baratro, un burrore profondo e sul fondo pietre appuntite. Sente avvicinarsi la tigre e lui decide ci calarsi giù dal burrone. Aiutandosi con una liana cerca di calarsi giù nella roccia ma la liana è troppo corta per giungere in fondo al burrone. La tigre giunge sul baratro e l'osserva con sguardo famelico e sul fondo le rocce appuntite non lasciano scampo nel caso cadesse. L'uomo sente la liana cedere sotto il suo peso e le braccia piano piano perdono forza. Ad un certo punto l'uomo non sa che fare, se risale l'aspetta la tigre affamata e rimanere appeso significa perdere la presa e precipitare sul fondo di rocce appuntite. L'uomo vede di fronte a se una pianta di fragola selvatica, con un'ultimo sforzo coglie il frutto maturo e lo mangia... ahhh,che buon sapore che ha!

Magari questo racconto non ti dirà nulla o magari ti potrà essere d'ispirazione.
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Vecchio 24-05-2011, 09.18.39   #3
diamantea
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Grey se non ricordo male è una storiella zen, molto bella che ho letto anche io anni fa , non la ricordavo più, ha un significato profondo, grazie per averla riportata alla mia memoria
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Vecchio 24-05-2011, 16.55.42   #4
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C'è una carta di un mazzo speciale di tarocchi che raffigura un uomo incastrato testa e piedi fra due pareti e sotto di lui il precipizio. Riflette se buttarsi con la testa o con i piedi, ma prima o poi dovrà cadere, e rompersi l'osso del collo aggiungo io. Che importa da che parte si butterà? Cadrà comunque.

Paura di andare diretta... ci penso sempre Uno.
Oggi ho pensato che andare diretti dovrebbere essere qualità maschile, del maschile ben sviluppato in noi, quel maschile che ci fa percorrere la traversata notturna vincendo la paura. E' l'eroe che uccide il drago, vince la bestia. Mi pare che così ha descritto Nike in un post tempo fa.
Se vuoi essere aiutata da questo mito eterno allora va detto che il dubbio cioe' il bivio e' sempre da vedere come un percorso , una traversata notturna , un morire ad occidente per rinascere ad oriente rinnovati .
La vita ci pone le occasioni per occuparci di noi cioe' del conflitto tra la regressione verso una scelta comoda sicura e priva di sofferenza , simboleggiata dalla Madre che ti nutre e in cui ti perdi o con il drago che va sconfitto ed invece la progressione in avanti , la rinascita che deriva da una scelta secondo , come dicevi tu , valori piu' elevati .
In questo percorso o traversata notturna , la Madre appare come terrificante , che annienta e che provoca la paura di perdere qualcosa .
L'eroe che vince e' l'eroe che si e' ricurvato in se' stesso ( la bolla alchemica ) ed ha trovato in se stesso e nella propria coscienza integrata dai propri valori interiori e per questo sopraumani , la propria decisione che sposa anch'essa valori sopraindividuali .
In questo percorso l'eroe muore e rinasce ringiovanito , bambino ( come bambino dice Gesu' !!).
Altro simbolo di questo avvenimento di questa traversata e' Cristo che morendo sacrifica totalmente la propria parte umana per far vincere lo spirito dopo aver passato un certo periodo agli inferi cioe' in quel posto oscuro che e' la Madre , l'inconscio .
Per questo anche Cristo ha paura di morire perche' sa che in quanto uomo immerso nella materia deve affrontare questa traversata notturna che e' la morte di quanto ha di umano per uscirne solo spirito . .
Cristo e' l'archetipo del se' rinnovato che ha integrato coscienza e nero , superando entrambi in continuo percorso dall'uno all'altro fino alla loro sintesi .

Detto questo che non e' poco ma non e' nulla ancora perche' tra il dire ed il fare....... ne esce che il bivio ed il dubbio sono in realta ' per tutti noi delle occasioni anche se appaiono sempre come momenti di sofferenza .

Ultima modifica di nikelise : 24-05-2011 alle ore 17.51.35.
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Vecchio 25-05-2011, 10.07.43   #5
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Detto questo che non e' poco ma non e' nulla ancora perche' tra il dire ed il fare....... ne esce che il bivio ed il dubbio sono in realta ' per tutti noi delle occasioni anche se appaiono sempre come momenti di sofferenza .
Soprattutto vedo che il dubbio, il bivio, sono due opposti, è una dualità da cui non si esce se non vi è il terzo elemento che spinge in una o in altra direzione.
Ho letto il 3d "La legge del tre" in esoterismo interessante.
Mi piacerebbe portare qui il ragionamento.
Il conflitto viene risolto da una terza forza o elemento che si aggiunge a spingere in uno dei due lati sbloccando l'empasse del due.
Nella storiella zen di Grey la fragola diventa il terzo elemento, mangiare la fragola risolve il decidere sul come morire.

Certo non mi è ben chiara da dove viene la forza o presa di coscienza che fa mangiare la fragola o che fa compiere la traversata.

Tornando alla mia questione, alla fine capire se ha ragione A o ha ragione B comunque mi riporta ad un altro problema o di A o di B.
E' vero che la verità spesso sta nel mezzo, nel senso A può esagerare su B ma ciò non toglie che B ha lavorato male con A inducendo B a mistificare la realtà. Quindi B può essere innocente per ciò che afferma A pur avendo molta responsabilità per la stessa affermazione non essendo stato un buon insegnante.
Il discorso torna allo sfondo del telo...
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Vecchio 25-05-2011, 10.31.00   #6
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Nella storiella zen di Grey la fragola diventa il terzo elemento, mangiare la fragola risolve il decidere sul come morire.

Certo non mi è ben chiara da dove viene la forza o presa di coscienza che fa mangiare la fragola o che fa compiere la traversata.
Come non ti è chiara?
La morale è che tanto se devi morire prendi più che puoi e vivi....
E' la vita, il desiderio di conoscere, sperimentare etc... che alla fine ti fa scegliere anche indirettamente
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Vecchio 25-05-2011, 13.31.31   #7
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Come non ti è chiara?
La morale è che tanto se devi morire prendi più che puoi e vivi....
E' la vita, il desiderio di conoscere, sperimentare etc... che alla fine ti fa scegliere anche indirettamente
Ma come , cosi' senza limiti e/o controindicazioni ?
Possibile che non gli hanno raccontato che casino e' successo piu' a occidente per un torsolo di mela ?
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Vecchio 25-05-2011, 14.03.58   #8
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Ma come , cosi' senza limiti e/o controindicazioni ?
Possibile che non gli hanno raccontato che casino e' successo piu' a occidente per un torsolo di mela ?
In effetti me lo chiedo anch'io..
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Vecchio 25-05-2011, 14.21.41   #9
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Ma come , cosi' senza limiti e/o controindicazioni ?
Possibile che non gli hanno raccontato che casino e' successo piu' a occidente per un torsolo di mela ?

Nike questa analogia con la mela non la comprendo bene. Non credo che mangiare la fragola abbia lo stesso significato di mangiare la mela. Non credo che Uno mi stia dicendo di mangiare la mela senza limiti e controindicazioni.
Io parlavo di presa di coscienza, di traversata non di istinti.
Nel messaggio di Uno vedo lo scegliere la vita anche davanti alla morte, quindi il superamento della paura di morire anche quando mi trovo davanti alla morte. Ma questo è consapevolezza non istinto.
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Vecchio 25-05-2011, 15.48.32   #10
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Nike questa analogia con la mela non la comprendo bene. Non credo che mangiare la fragola abbia lo stesso significato di mangiare la mela. Non credo che Uno mi stia dicendo di mangiare la mela senza limiti e controindicazioni.
Io parlavo di presa di coscienza, di traversata non di istinti.
Nel messaggio di Uno vedo lo scegliere la vita anche davanti alla morte, quindi il superamento della paura di morire anche quando mi trovo davanti alla morte. Ma questo è consapevolezza non istinto.
Tea la mela proviene dall'albero del bene e del male .
Mangiare la mela e' voler conoscere , sapere , essere simili a Dio .
Se mangiare la fragola significa prendere tutto quello che la vita ti puo' dare significa la stessa cosa , non necessariamente seguire gli istinti ma anche quello .
Anzi forse piu' quello che altro perche' in quel frangente estremo la vita si puo' affermare solo con la sua piu' semplice manifestazione , quella di un frutto da gustare ed in quel momento quel frutto gustoso e' il solo e massimo significato della vita .
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Vecchio 25-05-2011, 16.21.13   #11
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Io stavo parlando di quello specifico frangente.
Ho due possibilità, in una il leone mi mangia, nell'altra mi butto dal dirupo.
Quale che io scelga il risultato finale è lo stesso, quindi perchè non scegliere di mangiarmi la fragola e lasciare che sia il destino a scegliere come devo morire?

Ma questo vale in questo specifico caso descritto senza pensare ad altri se e ma.

Però Nike adesso (se ti va) mi spieghi dove e come vedi degli istinti da seguire. Non c'è nessun istinto da seguire in questa storia, l'unico istinto possibile che vedo sarebbe quello di sopravvivenza che potrebbe magari farti provare a lottare con il leone: risultato moriresti lo stesso senza mangiare la fragola.
In questo specifico caso (ripeto, basta aggiungere una minuscola variabile per cambiare tutto) mangiar la fragola sarebbe la cosa più logica anche se a prima vista potrebbe sembrare un gesto irrazionale.

E intanto Tea non sa se dar ragione ad A o a B....

Intanto una cosa è lampante: se ti poni il problema, che sia pure 8 e 2 su 10, entrambi hanno un qualche perchè oppure tu non sai tutto quello che dovresti su questa cosa.
Io partirei da qui.
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Vecchio 25-05-2011, 16.42.18   #12
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In effetti me lo chiedo anch'io..
Solo per chiarire non mi riferivo al fatto che in questa favola zen vedo degli istinti o altro, scusate l'intromissione. Dopo aver letto quella frase di Nike il mio pensiero era volato altrove cioè sull'opposizione tra le favole zen dell'oriente, pregne di efficacia quanto di semplicità e le favole occidentali efficaci ma più complicate da comprendere. Fine intromissione
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Vecchio 25-05-2011, 16.56.41   #13
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Io stavo parlando di quello specifico frangente.
Ho due possibilità, in una il leone mi mangia, nell'altra mi butto dal dirupo.
Quale che io scelga il risultato finale è lo stesso, quindi perchè non scegliere di mangiarmi la fragola e lasciare che sia il destino a scegliere come devo morire?

Ma questo vale in questo specifico caso descritto senza pensare ad altri se e ma.

Però Nike adesso (se ti va) mi spieghi dove e come vedi degli istinti da seguire. Non c'è nessun istinto da seguire in questa storia, l'unico istinto possibile che vedo sarebbe quello di sopravvivenza che potrebbe magari farti provare a lottare con il leone: risultato moriresti lo stesso senza mangiare la fragola.
In questo specifico caso (ripeto, basta aggiungere una minuscola variabile per cambiare tutto) mangiar la fragola sarebbe la cosa più logica anche se a prima vista potrebbe sembrare un gesto irrazionale.

E intanto Tea non sa se dar ragione ad A o a B....

Intanto una cosa è lampante: se ti poni il problema, che sia pure 8 e 2 su 10, entrambi hanno un qualche perchè oppure tu non sai tutto quello che dovresti su questa cosa.
Io partirei da qui.
Certo che mi va di risponderti anche perche' in questo periodo , forse a causa di Dioniso ( che pero' ha una verita' piu' profonda da proporre ) mi si attribuisce una morale epicurea , edonistica che invece non credo di avere .
Poi ogni storia la si puo' leggere in molti modi e a me sembrava che tu nel post estendessi il significato di quell'agire all'intera vita al di la' del precipizio e del leone .
D'altra parte che senso avrebbe una storia che volesse soltanto dare un senso logico a degli avvenimenti :
certo che quel tipo non aveva null'altro da fare e quindi attendendo il fato poteva godersi la fragola .
Ma appare strano che uno in quel frangente pensi al frutto piuttosto che a come ha condotto la sua esistenza per esempio .
Forse piu' logico sarebbe stato preoccuparsi di questo , in ogni caso non avrebbe un gran significato una storia simile se rimanesse limitata in questo ambito .

Se invece si volesse trovare un qualche significato ulteriore da estendere a regola piu' generale si potrebbe pensare che come l'ultimo atto della vita in quel frangente acquista un enorme significato pur trattandosi della semplice soddisfazione di un senso :il gusto , cosi' si dovrebbe vivere ogni attimo della vita come fosse l'ultimo per quello che e' e nel modo piu' intenso .
Ogni atto sarebbe una manifestazione della vita e la vita avrebbe senso e sarebbe bella e varia attribuendo significato ad ogni sua manifestazione .
Gli istinti c'entrano come c'entra tutto quello che viviamo , la ragione , l'intuito ecc. ma allora che senso avrebbe porsi dei limiti al godimento delgli accadimenti della vita (invece ciascuno deve porre dei limiti per dare un senso alle cose) ?
Anzi dicevo che in quel momento a fronte diella certezza di perdere la vita anche un atto semplicissimo come mangiare la fragola acquista valore .

Qui Dioniso non c'entra affatto anzi c'entrerebbe il suo opposto che e' Apollo che rappresenta il mondo nelle sue svariate rappresentazioni esteriori .
Sarebbero gli apollinei puri quelli che vivono passando da un fatto esteriore all'altro senza curarsi del nascere e morire delle cose del loro essere effimere e dei problemi che questo comporta ad una coscienza un po' piu' evoluta ..
Ma la mia su Dioniso era solo una provocazione .
In verita' lo spunto a cercare un significato ulteriore me lo hai dato tu con la morale della storia : e' la vita che ti porta a conoscere e sperimentare , a provare sensazioni che non avresti mai provato .....in effetti quel gusto quella fragola non l'avrebbe mai avuto cosi' buono come in quel frangente , tutto cambia se cambia il contesto ..

Ultima modifica di nikelise : 25-05-2011 alle ore 17.05.12.
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Vecchio 25-05-2011, 16.59.46   #14
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Dopo aver letto quella frase di Nike il mio pensiero era volato altrove cioè sull'opposizione tra le favole zen dell'oriente, pregne di efficacia quanto di semplicità e le favole occidentali efficaci ma più complicate da comprendere.
In realtà le storielle orientali sono si semplici come forma ma questo per la mente occidentale è un problema. Si convince di aver compreso perchè è semplice e guarda il dito invece che la luna. E non è che la luna sia complicata... è tanto bella grande in cielo, ma dato che c'è un dito a portata di naso....
Le favole occidentali complicano il simbolismo per evitare alle menti superficiali di fermarsi dove non devono.
Quale approccio è migliore? Dipende.....

Fine O.T.
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Vecchio 25-05-2011, 17.06.44   #15
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Le favole occidentali complicano il simbolismo per evitare alle menti superficiali di fermarsi dove non devono.
Quale approccio è migliore? Dipende.....

Fine O.T.
Sì, per la mia mente credo il secondo, non avendo una mente allenata alla complessità semplice dell'oriente, ho bisogno di pippe mentali. Magari cambierebbe se riuscissi a svuotarla e ordinarla un po'.
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Vecchio 25-05-2011, 17.12.23   #16
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Tea la mela proviene dall'albero del bene e del male .
Si parlava di presa di coscienza e traversata, allora o io non ho capito cosa vuol dire prendere consapevolezza e sto sempre preda degli istinti, quindi è inutile che mi affanno nella ricerca spirituale, oppure quando riesco a capire che davanti alla morte mi godo l'attimo, sono riuscita a superare il conflitto fra bene e male, vita e morte.

Nello specifico ho necessità di capire come andare oltre il giudizio di bene e male davanti ad una situazione che richiede una scelta che porta cmq alla morte, non fisica ma il principio è lo stesso.
La mela l'ho mangiata ora voglio la fragola.

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E intanto Tea non sa se dar ragione ad A o a B....

Intanto una cosa è lampante: se ti poni il problema, che sia pure 8 e 2 su 10, entrambi hanno un qualche perchè oppure tu non sai tutto quello che dovresti su questa cosa.
Io partirei da qui.
Non so e non mi è dato di sapere tutto in quanto mancano altri parametri di confronto. Esiste solo A e B e quello che io posso conoscere attraverso la logica. Comunque stiano le cose esiste un problema che a seconda della verità però può essere risolto in un senso o in un altro.
E' una spaccatura che non so se si può e come si può sanare.
Fin ora mi sono preoccupata dell'impatto iniziale che ha avuto su di me, ed ho visto che potrebbe divorarmi e questo non lo voglio, ecco perchè voglio trovare una terza via che mi permetta di stare al di sopra, di non farmi coinvolgere malgrado il mio coinvolgimento è implicito, automatico in quanto si parla di parti comuni e la cosa mi tange.
Tra l'altro voglio evitare il giudizio e la condanna, come di primo istinto mi viene in automatico, sarebbe bene la guarigione ma tutte le parti dovrebbero averne la volontà, impegnarsi con la presa di coscienza, lavorare insieme. Se tutto questo non è possibile io voglio fare il mio percorso lo stesso, impegnarmi in tal senso e poi... non lo so.
Sto cercando una via che mi permetta di attraversare questo nero e superarlo nella compassione.
La mente interferisce continuamente. In qualche modo vuole sacrificare la parte che appare più debole e più problematica rinforzando quella da cui potrebbe attingere di più perchè fin ora si è costruito in tal senso. Insomma è molto difficile rimanere centrata al di sopra delle parti ed anche del coinvolgimento emotivo di me stessa, pensando al bene superiore.
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Vecchio 25-05-2011, 17.26.49   #17
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Certo che mi va di risponderti
[........]
, tutto cambia se cambia il contesto ..
Ok, ancora non è chiaro quello che volevo dire o ti stai arrampicando sugli specchi perchè avevi capito male

Lascia perdere la morte, il fatto che sia l'ultima azione etc...

Il senso è che anche se non hai scelta perchè comunque finisci allo stesso punto puoi prendere (quindi comunque fare la tua scelta) quella che ti da di più
Ok?

Il che è diverso dal cadere nelle fauci del leone perchè voglio assaggiare a tutti i costi una certa fragola in un certo momento.
(e prima che capisci male, sto parlando in generale, non mi riferisco a nessuno dei presenti)

In un senso più profondo volevo anche dire che a dispetto di quanto crediamo (Cento adesso aprirà l'occhietto sonnacchioso ) le nostre possibilità di scelta raramente ci permettono di andare veramente dove vogliamo (o pensiamo di volere), di solito ci si consuma nell'insistere a voler provare ad andare in una certa direzione quando invece seguendo la corrente ma incanalandosi nel giusto modo si gode ben di più (tanto per rimanere in termini epicurei, anche se avrei detto si vive al posto di si gode).

La vita in un certo senso è come uno di quei videogiochi dove ha la navicella che corre in avanti hai presente? Puoi accelerare, puoi rallentare, puoi sparare agli ostacoli o prender i punti etc... ma rimani e devi correre dentro lo schermo. La maggior parte delle persone mentre giocano una partita se vedono sullo schermo vicino che passano dei punti/premi provano a spostarsi. Se arrivano troppi asteroidi e sullo schermo vicino invece la situazione è tranquilla idem, cercano di spostarsi etc...
Alla fine dei giochi (nel vero senso della parola) hanno speso tutti i gettoni, non hanno fatto punteggio da nessuna parte e si sono stressati più di quello che calmo e tranquillo ha seguito un gioco per volta, l'unico che ha possibilità di arrivare fino in fondo di una partita.
Quel "devi rimanere a correre dentro lo schermo" spaventa, sembra di essere prigionieri quando in realtà se si esplorasse per bene (invece che desiderare gli altri schermi) ne avrebbe da offrire.....
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Vecchio 25-05-2011, 17.51.10   #18
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Se invece si volesse trovare un qualche significato ulteriore da estendere a regola piu' generale si potrebbe pensare che come l'ultimo atto della vita in quel frangente acquista un enorme significato pur trattandosi della semplice soddisfazione di un senso :il gusto , cosi' si dovrebbe vivere ogni attimo della vita come fosse l'ultimo per quello che e' e nel modo piu' intenso .
Ogni atto sarebbe una manifestazione della vita e la vita avrebbe senso e sarebbe bella e varia attribuendo significato ad ogni sua manifestazione .
Gli istinti c'entrano come c'entra tutto quello che viviamo , la ragione , l'intuito ecc. ma allora che senso avrebbe porsi dei limiti al godimento delgli accadimenti della vita (invece ciascuno deve porre dei limiti per dare un senso alle cose) ?
Anzi dicevo che in quel momento a fronte diella certezza di perdere la vita anche un atto semplicissimo come mangiare la fragola acquista valore .
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Ok, ancora non è chiaro quello che volevo dire o ti stai arrampicando sugli specchi perchè avevi capito male

Lascia perdere la morte, il fatto che sia l'ultima azione etc...

Il senso è che anche se non hai scelta perchè comunque finisci allo stesso punto puoi prendere (quindi comunque fare la tua scelta) quella che ti da di più
Ok?

Il che è diverso dal cadere nelle fauci del leone perchè voglio assaggiare a tutti i costi una certa fragola in un certo momento.
(e prima che capisci male, sto parlando in generale, non mi riferisco a nessuno dei presenti)

In un senso più profondo volevo anche dire che a dispetto di quanto crediamo (Cento adesso aprirà l'occhietto sonnacchioso ) le nostre possibilità di scelta raramente ci permettono di andare veramente dove vogliamo (o pensiamo di volere), di solito ci si consuma nell'insistere a voler provare ad andare in una certa direzione quando invece seguendo la corrente ma incanalandosi nel giusto modo si gode ben di più (tanto per rimanere in termini epicurei, anche se avrei detto si vive al posto di si gode).

La vita in un certo senso è come uno di quei videogiochi dove ha la navicella che corre in avanti hai presente? Puoi accelerare, puoi rallentare, puoi sparare agli ostacoli o prender i punti etc... ma rimani e devi correre dentro lo schermo. La maggior parte delle persone mentre giocano una partita se vedono sullo schermo vicino che passano dei punti/premi provano a spostarsi. Se arrivano troppi asteroidi e sullo schermo vicino invece la situazione è tranquilla idem, cercano di spostarsi etc...
Alla fine dei giochi (nel vero senso della parola) hanno speso tutti i gettoni, non hanno fatto punteggio da nessuna parte e si sono stressati più di quello che calmo e tranquillo ha seguito un gioco per volta, l'unico che ha possibilità di arrivare fino in fondo di una partita.
Quel "devi rimanere a correre dentro lo schermo" spaventa, sembra di essere prigionieri quando in realtà se si esplorasse per bene (invece che desiderare gli altri schermi) ne avrebbe da offrire.....
No non avevo capito quello che volevi dire cioe' che anche all'interno di scelte obbligate puoi trovare quella che piu' ti si addice e ti fa star bene .
Ma ho voluto darne una mia di interpretazione ( non avendo capito la tua ), tenendo conto che quello che arriva arriva e va preso dandogli il massimo del significato .
Tu dici di piu' perche' imponi di cercare quello che e' il meglio all'interno di situazioni immodificabili .

E questo potrebbe aiutare Tea nel senso che a volte si vuol fare molto e tanto ma spesso non si puo' e tocca accettare di fare quello che si puo' senza muovere troppo le cose .

Ultima modifica di nikelise : 25-05-2011 alle ore 17.54.43.
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Vecchio 25-05-2011, 18.42.29   #19
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No non avevo capito quello che volevi dire cioe' che anche all'interno di scelte obbligate puoi trovare quella che piu' ti si addice e ti fa star bene .
Ma ho voluto darne una mia di interpretazione ( non avendo capito la tua ), tenendo conto che quello che arriva arriva e va preso dandogli il massimo del significato .
Tu dici di piu' perche' imponi di cercare quello che e' il meglio all'interno di situazioni immodificabili .

E questo potrebbe aiutare Tea nel senso che a volte si vuol fare molto e tanto ma spesso non si puo' e tocca accettare di fare quello che si puo' senza muovere troppo le cose .

Ok alla fine ci siamo capiti

Nella storiella poi il caso è finito e limitato al frangente, ma tenendo conto della catena di cause ed effetto possiamo anche dire che a volte la scelta che possiamo fare (tra quelle senza via di fuga) potrebbe non farci stare bene subito ( o arricchirci, definizione che preferisco, posso stare bene anche senza far nulla) ma creare una situazione che ci pagherà in un'altra scelta di un'altro bivio obbligato.
Questo però è difficile da pianificare, a volte si fa fatica a vedere bene il bivio del momento, figuriamoci quelli derivati. In realtà una regoletta ci potrebbe aiutare, potremmo comunque cercare nella situazione ciò che muove qualcosa nell'essere, piuttosto che nell'avere.
Questo qualcosa anche se di rilevanza poco percepibile, sicuramente genererà altro di sempre maggiore importanza nei prossimi bivi.

Sulla regoletta ci torno, perchè non sono sicuro che sia chiara, soprattutto non incita alla povertà ed è importante perchè si può applicare a tutto.
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Vecchio 25-05-2011, 21.05.25   #20
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In realtà una regoletta ci potrebbe aiutare, potremmo comunque cercare nella situazione ciò che muove qualcosa nell'essere, piuttosto che nell'avere.
Questo qualcosa anche se di rilevanza poco percepibile, sicuramente genererà altro di sempre maggiore importanza nei prossimi bivi.
Uno a cosa ti riferisci esattamente con "muove qualcosa nell'essere" poi diventa più importante nei prossimi bivi"?
Cos'è questo qualcosa da cui parte tutto l'altro sempre più importante per le volte successive.

Pensavo che se A dice la verità la situazione per B ha un peso più grave, tuttavia il danno sarebbe maggiormente arginabile e limitato. Se A non dice la verità, ha poco peso per B ma in futuro potrebbe ripresentare altri bivi generati dalla stessa radice che ha generato questo se non si risolve la causa che è strettamente correlata alla verità.
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Vecchio 25-05-2011, 23.27.39   #21
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La vita in un certo senso è come uno di quei videogiochi dove ha la navicella che corre in avanti hai presente? Puoi accelerare, puoi rallentare, puoi sparare agli ostacoli o prender i punti etc... ma rimani e devi correre dentro lo schermo. La maggior parte delle persone mentre giocano una partita se vedono sullo schermo vicino che passano dei punti/premi provano a spostarsi. Se arrivano troppi asteroidi e sullo schermo vicino invece la situazione è tranquilla idem, cercano di spostarsi etc...
Alla fine dei giochi (nel vero senso della parola) hanno speso tutti i gettoni, non hanno fatto punteggio da nessuna parte e si sono stressati più di quello che calmo e tranquillo ha seguito un gioco per volta, l'unico che ha possibilità di arrivare fino in fondo di una partita.
Quel "devi rimanere a correre dentro lo schermo" spaventa, sembra di essere prigionieri quando in realtà se si esplorasse per bene (invece che desiderare gli altri schermi) ne avrebbe da offrire.....
Mi interessa molto questo discorso.....
Mi capita di avere l'impressione di essere prigioniero, non sensazioni momentanee ma proprio strutturali, come se tutto avesse concorso da sempre per mettere le cose in un certo modo, spingermi lì con fornza, tipo la canzone Samarcanda, sulla quale Ray aveva aperto un bel 3d, corri corri ma tanto finisci proprio dove volevi evitare.

Negli ultimi periodi, parlo degli ultimi anni e soprattuto gli ultimi mesi, sto cercando di immergermi più che posso nella realtà che ho davanti, di accettarla finalmente, sapendo che dificilmente le cose sarebbero potutte essere diverse, qualcosda di quel che ho comunque cercato di fare forse un minimo è servito,( qualche scelta che smuova l'essere piuttosto ch el'avere ho provato a farla ogni tanto) però boh ancora non mi quadrano le cose, se dici che ogni "schermo" ha molto da offrire , un attimo mi ravvivo...ci spero...., in fondo è quel che spero da una vita, che in tutte le situaizoni ci sia la possibilità di trovare il punto di svolta, che chiarifica anche i momenti prima.
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