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Vecchio 22-08-2008, 17.07.38   #1
RedWitch
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Predefinito Carlos Castaneda - Gli insegnamenti di Don Juan

In questo periodo, ho ripreso in mano il primo libro che racconta l'esperienza "sul campo" di Carlos Castaneda con il suo Maestro, Don Juan Matus , che lo inizierà a quella che conosciamo come Tradizione Tolteca (c'è anche già un bel post qui che ne parla), nonostante Castaneda non fosse un indiano Yaqui. Quella che dapprima sembrava solo una ricerca per la sua tesi di laurea diventerà poi uno stile di vita, di più la sua stessa vita.

Quel che vi propongo, se vi va di farlo con me, è un esperimento. Leggendo tempo fa più di uno dei suoi libri, mi sono fatta l'idea in quei libri ci fosse moltissimo che riuscendo a comprenderli bene si possano trovare molte chiavi per la Ricerca, lì dentro c'è tutto ciò che è servito a Carlos Castaneda a diventare un Guerriero, un Uomo.
Poichè pero' è una Tradizione decisamente diversa da quelle a cui siamo abituati , per me spesso è stato difficoltoso, se non impossibile trovare una corrispondenza con le nostre terminologie (forse per alcune cose non ci sono proprio in effetti, ma chissà qualcosa che si avvicini per permetterci di comprendere..), sarebbe interessante, se vi va, provare a prendere un libro per volta (avevo addirittura pensato ad un capitolo per volta, ma non so forse è troppo..) e commentarlo insieme man mano , durante la lettura stessa , un po' come quando a scuola c'era l'ora di narrativa, si leggeva tutti una stessa parte e poi la si commentava insieme..

In questo modo , se avremo la costanza di proseguire ovviamente, alla fine credo che si potrebbe avere un buon quadro e se ci mettiamo ognuno qualcosa, una comprensione che sia la più ampia possibile..

proviamo?
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Vecchio 23-08-2008, 01.24.23   #2
Ray
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Io ci sto. Ma o ci dai del tempo... devo averlo da qualche parte... e/o ce lo racconti. Come famo?
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Vecchio 23-08-2008, 01.35.28   #3
Grey Owl
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Mi pare un bell'esperimento, devo averlo messo nello ripiano più in alto della libreria, decidiamo il capitolo?

PS: come prima cosa lo vado a prendere e pulire dalla polvere del tempo...
ok, eccolo qui, il titolo è:"A scuola dallo stregone -una vita yaqui alla conoscenza-".
Il libro è suddiviso in:
introduzione di W. Goldschmidt
introduzione
parte prima -gli insegnamenti- (suddivisi in 11 capitoli che corrispondono ad appunti di Castaneda)
parte seconda -un'analisi strutturale-
appendice A
appendice B

Ultima modifica di Grey Owl : 23-08-2008 alle ore 01.49.10.
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Vecchio 23-08-2008, 12.36.55   #4
RedWitch
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Io ci sto. Ma o ci dai del tempo... devo averlo da qualche parte... e/o ce lo racconti. Come famo?
Un riassuntino di volta in volta penso che si possa comunque mettere (almeno anche chi non ha il libro se vuole puo' partecipare), pensavo che pero' sarebbe bene che ci leggessimo tutti il libro, non c'è fretta, potremmo dividerlo come ha messo Grey, nemmeno io ho finito di leggerlo ancora, e quando abbiamo letto la parte, mettere un riassuntino e poi commentarlo.

Se avete altre idee, anche su come suddividere o altro..

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Vecchio 23-08-2008, 13.56.45   #5
jezebelius
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Posso dire una cosa?
Pensavo che forse, partendo che bisogna leggere il libro ovviamente, i commenti potessero essere fatti capitolo per capitolo, insomma come a scuola ( hai detto bene Red ).
Lo si legge e lo si commenta e vediamo cosa ne vien fuori.

Per altro se leggiamo il libro e lo commentiamo, secondo me va a finire che si perde qualcosa.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 23-08-2008, 16.14.21   #6
RedWitch
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Posso dire una cosa?
Pensavo che forse, partendo che bisogna leggere il libro ovviamente, i commenti potessero essere fatti capitolo per capitolo, insomma come a scuola ( hai detto bene Red ).
Lo si legge e lo si commenta e vediamo cosa ne vien fuori.

Per altro se leggiamo il libro e lo commentiamo, secondo me va a finire che si perde qualcosa.
A me sta bene anche così, forse verrà un po' lunghetto.. ma non ci corre dietro nessuno ..

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Vecchio 23-08-2008, 21.50.07   #7
Era
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Chissà che ho combinato? oggi ho scritto e inviato un breve messaggio nel quale dicevo...citando Ray...che l' idea piaceva anche a me e che avrei cercato trovato e spolverato il libro in questione per poi iniziare a leggere...ora torno qui e il messaggio non c'è...Era..Era msa quando inchioderai sta testaccia sul collo? comunque nel caos degli ultimi tempi non l'ho trovato farò mente locale e se proprio non lo trovo lo ricomprerò...

Aggiungo...anche se non inerente al discorso...che quando cominciai a leggere Castaneda mi entusiasmai...poi qualcosa mi strideva e abbandonai tutti i suoi scritti....sono quindi curiosa di riprenderlo in mano...chissà che con il vostro aiuto non scopra qualcosa di interessante in me oltre che nei suoi libri...

Grazie Reddina
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Ultima modifica di Era : 23-08-2008 alle ore 21.52.23.
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Vecchio 23-08-2008, 22.56.16   #8
griselda
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In questo periodo, ho ripreso in mano il primo libro che racconta l'esperienza "sul campo" di Carlos Castaneda con il suo Maestro, Don Juan Matus , che lo inizierà a quella che conosciamo come Tradizione Tolteca (c'è anche già un bel post qui che ne parla), nonostante Castaneda non fosse un indiano Yaqui. Quella che dapprima sembrava solo una ricerca per la sua tesi di laurea diventerà poi uno stile di vita, di più la sua stessa vita.

Quel che vi propongo, se vi va di farlo con me, è un esperimento. Leggendo tempo fa più di uno dei suoi libri, mi sono fatta l'idea in quei libri ci fosse moltissimo che riuscendo a comprenderli bene si possano trovare molte chiavi per la Ricerca, lì dentro c'è tutto ciò che è servito a Carlos Castaneda a diventare un Guerriero, un Uomo.
Poichè pero' è una Tradizione decisamente diversa da quelle a cui siamo abituati , per me spesso è stato difficoltoso, se non impossibile trovare una corrispondenza con le nostre terminologie (forse per alcune cose non ci sono proprio in effetti, ma chissà qualcosa che si avvicini per permetterci di comprendere..), sarebbe interessante, se vi va, provare a prendere un libro per volta (avevo addirittura pensato ad un capitolo per volta, ma non so forse è troppo..) e commentarlo insieme man mano , durante la lettura stessa , un po' come quando a scuola c'era l'ora di narrativa, si leggeva tutti una stessa parte e poi la si commentava insieme..

In questo modo , se avremo la costanza di proseguire ovviamente, alla fine credo che si potrebbe avere un buon quadro e se ci mettiamo ognuno qualcosa, una comprensione che sia la più ampia possibile..

proviamo?
Non ho mai letto libri di Castaneda ma l'idea mi piace quindi mi procurerò il libro.
La trovo un'ottima idea Red perchè in effetti anche io sto rileggendo un altro autore e quello che parevano parole belle e basta oggi grazie ad Ermo riesco a trovarci gli stessi insegnamenti. (almeno quelli che fino ad oggi riesco a riconoscere)
Per quando riguarda i capitoli non so dipende dalla lunghezza e dal contenuto del capitolo a volte capita che ci siano un sacco di cose e in altri meno, magari vedremo come andrà mentre leggiamo?
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ORDINE RITMO ARMONIA
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Vecchio 24-08-2008, 11.59.36   #9
RedWitch
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.........

Aggiungo...anche se non inerente al discorso...che quando cominciai a leggere Castaneda mi entusiasmai...poi qualcosa mi strideva e abbandonai tutti i suoi scritti....sono quindi curiosa di riprenderlo in mano...chissà che con il vostro aiuto non scopra qualcosa di interessante in me oltre che nei suoi libri...

Grazie Reddina
Anche per me riprenderlo è stato diverso da quando l'ho letto per la prima volta: mi ero messa in testa di leggerli tuttiuno dietro l'altro. Alla fine del terzo non capivo più niente e non mi ricordavo quasi nulla degli altri due e non ho più letto niente di Castaneda ovviamente.. per cui adesso non mi sono proposta di leggerli tutti , vado con calma e dove arrivo arrivo..
Vediamo cosa scopriamo insieme

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....................
Per quando riguarda i capitoli non so dipende dalla lunghezza e dal contenuto del capitolo a volte capita che ci siano un sacco di cose e in altri meno, magari vedremo come andrà mentre leggiamo?
Sì io direi che si puo' vedere di volta in volta, vediamo come va, come ci viene.. tanto più organizziamo e meno sarà come lo immaginiamo .
Un capitolo poi potremo vederlo in uno o più post a testa.. a seconda di quel che esce credo.. proviamo e vediamo, alla fin fine la cosa importante è fare insieme..
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Vecchio 24-08-2008, 16.16.34   #10
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Per inquadrare il personaggio Castaneda si può dire che si tratta di un giovane antropologo dell'università di California a Los Angeles. Nell'estate del 1960, durante un viaggio nel sud-ovest conobbe un vecchio indiano dai capelli bianchi. Si trovava in una cittadina di confine in attesa di un autobus ed un amico di Carlos gli presentò questo indiano al quale domandò informazioni sulle piante medicinali, in particolare sul peyote (lophophora williamsii). Il nome di quell'indiano Yaqui di Sonora era don Juan, in seguito scoprì che si trattava di un brujo(un mago, uno stregone guaritore). Solo dopo un anno dal loro primo incontro in quella stazione di autobus iniziò per Carlos il suo noviziato, i primi appunti sono datati 23 giugno 1961. Nel settembre del 1965 smise volontariamente il noviziato che iniziò prima in Arizona e poi a Sonora. Nei primi anni di noviziato andava ogni tanto a fare visita per qualche giorno a don Juan per poi diventare sempre più frequenti e si protrassero più a lungo durante i mesi estivi.

Questo modo di procedere non consentì a Carlos di apprendere tutti gli insegnamenti di don Juan per diventare uno stregone ma potè ottenere un certo distacco che a detta di lui gli era necessario.
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Vecchio 24-08-2008, 17.02.36   #11
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Io invece l'ho regalato il libro, vedrò se posso seguire quello che scrivete
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Vecchio 24-08-2008, 23.46.30   #12
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Nel capitolo 1 del libro "a scuola dallo stregone" il giovane Castaneda racconta del suo primo insegnamento avuto da parte del Nagual Matus (don Juan). Il giovane antropologo insiste con il voler imparare le qualità del peyote. Don Juan chiama il cactus col nome di Mescalito e a tal riguardo avverte Carlos che "imparare a conoscere il Mescalito è una cosa molto seria".
Il venerdì del 23 giugno del 1961 Carlos rimase tutto il pomeriggio con don Juan, in quell'occasione Carlos non mancò di domandare a don Juan di insegnargli le qualità del peyote. Alla fine disse che una maniera c'era, si trattava di trovare un posto (sitio) sul pavimento del portico, un luogo in cui un uomo potesse sentirsi naturalmente a suo agio e forte. Si trattava di un'indovinello che Carlos doveva risolvere senza altre discussioni, in pratica un vero enigma. Don Juan aggiunse che esisteva un solo posto che era unico, un posto in cui Carlos poteva stare a suo agio e che lui sapeva dove fosse questo posto e quindi non poteva mentirgli, inoltre quella era la sola maniera in cui avrebbe accettato di insegnargli il Mescalito. Carlos poteva rinunciare agli insegnamenti del vecchio indiano andandosene oppure cercare in tutti i modi di trovare il suo posto ideale.
Don Juan disse che nel suo mondo non si regala nulla, che tutto ciò che si può imparare deve essere appreso con fatica.

Dopo vari tentativi vani giunsero le due del mattino, erano sei ore che Carlos cercava il posto ma non era riuscito nel suo intento. A quel punto uscì don Juan e ridendo disse che non era la maniera giusta di agire. Non aveva usato gli occhi, si può sentire con gli occhi, il posto può essere trovato usando gli occhi. Nell'oscurità qualcosa cambiò nella vista di Carlos, l'area periferica del suo campo visivo prese una colorazione giallo verdastra omogenea e brillante. Improvvisamente vide al centro del pavimento vide modificarsi il colore in un rosso intenso, segnò quel punto con la sua giacca e si sedette sopra a quel punto. Dopo una quindicina di minuti cominciò a sentire mal di testa e un disgustoso sapore metallico in bocca e si alzò. Si rimise a terra e cercò un altro luogo e così vide che il verde pallido uniforme si trasformò in un punto ben preciso in un colore verderame intenso. Ritentò di sedersi nel luogo della giacca ma fù inutile, quel luogo gli singeva sullo stomaco e ne aveva repulsione. Ritornò sul secondo luogo e si sedette, infine si addormentò.
Il mattino seguente don Juan gli disse che era quello il suo posto ideale. Aggiunse che il posto buono era detto "il sitio" e quello cattivo "il nemico" e che questi due posti erano la chiave del benessere di un uomo che ricercava la conoscenza.

In seguito don Juan si convinse delle intenzioni di Carlos sul voler apprendere le qualità del Mescalito. Incontrerai Mescalito quando non avrai ombra di dubbio gli disse, Mescalito richiede un intento molto serio.
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Vecchio 31-08-2008, 12.36.21   #13
Sole
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Poichè pero' è una Tradizione decisamente diversa da quelle a cui siamo abituati , per me spesso è stato difficoltoso, se non impossibile trovare una corrispondenza con le nostre terminologie (forse per alcune cose non ci sono proprio in effetti, ma chissà qualcosa che si avvicini per permetterci di comprendere..), sarebbe interessante, se vi va, provare a prendere un libro per volta (avevo addirittura pensato ad un capitolo per volta, ma non so forse è troppo..) e commentarlo insieme man mano , durante la lettura stessa , un po' come quando a scuola c'era l'ora di narrativa, si leggeva tutti una stessa parte e poi la si commentava insieme..
Trovo l'idea bellissima, e voglio partecipare.
Volevo solo commentare la frase nerettata, che ho avuto modo già di discutere con Red altrove. Cercare delle corrispondenze -alias: nomi che definiscono una forma o un pensiero o una energia particolare o un concetto ecc ecc- è il modo che ha la mente per non abbandonare i suoi pilastri e le sue certezze. Per la mia esperienza, se quando leggo qualcosa di nuovo che usa parole nuove per definire energie o forze uguali mi trovo in automatico a cercare un nome a cui attaccarmi per avere la certezza di capire.. ma è la mente che deve capire in realtà non sto accogliendo e non sto sforzandomi di andare in "modalità immagine" e rimanerci fino a comprendere, credo che l'esercizio delle nuvole renda abbastanza bene quello che sto dicendo. Il rischio è che se troviamo una similitudine tra due cose poi fissiamo il concetto a fuoco dentro di noi e sarà difficile dopo scardinarlo. Le corrispondenze si possono fare, certo ma solo quando la comprensione ha preso tutto altrimenti rischio di corrispondere cose non attinenti o solo simili.

Don Juan stesso insegna ripetutamente questo a Casteneda ogni volta che Carlos chiede conferme e fa domande su dove è andato, se il suo corpo si è spostato, se ha volato davvero, ecc.. e Don Juan gli risponde sempre che lui non lo sa, se Carlos stesso non lo sa e che si, ha volato ma anche non lo ha fatto. La mente non capisce, ma è altro che si deve sviluppare per comprendere.
Io penso che quando si approccia ad una nuova tradizione e cultura ci si debba avvicinare senza appigli come se non si sapesse nulla e immaginare. Il resto verrà.
Un libro terrificante per la mente in questo senso è: "I racconti di Belzebù a suo nipote" di Gurdi, mi dava la nausa tanto mi impediva di appoggiarmi a qualcosa che conoscevo, faceva perdere i riferimeti, così dovremmo avere il coraggio di non classificare.

E' chiaro che se per capire una cosa ci mettiamo dentro un'altra che conosciamo e qualcuno ci conferma allora abbiamo fatto bingo, dico che proprio partire con l'idea di fare raffronti chiude la mente. Ma nella ricerca e nello studio non do nessun metodo per assoluto.
Spero sia chiaro cosa intendo, non è che dico che dobbiamo dimenticarci quello che sappiamo ma solo cercare prima di immaginare il resto.


___________
I luoghi di potere sappiamo da diverse tradizioni, perchè ci appartengono da sempre, che sono punti straordinari della terra dove confluiscono diverse energie benefiche ma anche malefiche che interagiscono con noi. Le chiese venivano costruite proprio in quei luoghi, quello che mi colpisce qui però è che ne esiste uno per ognuno delle persone che esiste sulla terra, e tra due persone vicine il luogo può essere a un metro di distanza, questo ci dice tanto su come la struttura energetica e ricettiva di ognuno di noi sia diversa.Io attiro e respingo cose che magari per altri sono neutre. Gli animali ad esempio scelgono il loro posto nella casa, a volte lo cambiano come se cambiasse il loro bisogno ma scelgono dei posti particolari, luoghi dove dormire. Noi ci lasciamo sviare dalla vista e dal fatto che gli altri vicino a noi non sentono quello che sentiamo noi, ma è naturale che non lo sentono, noi siamo diversi.
Che ne pensate?


p.s. scusate la lunghezza
__________________
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Vecchio 31-08-2008, 23.38.18   #14
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............ Cercare delle corrispondenze -alias: nomi che definiscono una forma o un pensiero o una energia particolare o un concetto ecc ecc- è il modo che ha la mente per non abbandonare i suoi pilastri e le sue certezze. Per la mia esperienza, se quando leggo qualcosa di nuovo che usa parole nuove per definire energie o forze uguali mi trovo in automatico a cercare un nome a cui attaccarmi per avere la certezza di capire.. ma è la mente che deve capire in realtà non sto accogliendo e non sto sforzandomi di andare in "modalità immagine" e rimanerci fino a comprendere, credo che l'esercizio delle nuvole renda abbastanza bene quello che sto dicendo. Il rischio è che se troviamo una similitudine tra due cose poi fissiamo il concetto a fuoco dentro di noi e sarà difficile dopo scardinarlo. Le corrispondenze si possono fare, certo ma solo quando la comprensione ha preso tutto altrimenti rischio di corrispondere cose non attinenti o solo simili.
...........................
Sì è vero, cercare corrispondenze è in un certo senso per me voler rapportare tutto quanto alla mia esperienza personale o a quanto conosco per sentito dire, il vedere dei termini non corrispondenti alla mia realtà, o comunque alle cose già lette o sentite, fa in modo che la mente non abbia appigli e per questo renda difficile la comprensione di alcune cose, e per questo avevo pensato che ricercare una similitudine o una corrispondenza possa aiutare a tradurre .. ma non è quello il modo altrimenti non ha senso cercare di conoscere una Tradizione del tutto sconosciuta.. e se avessimo già preso tutto di una Tradizione immagino che non servirebbe altro.. non servirebbe sicuramente cercare corrispondenze

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___________
I luoghi di potere sappiamo da diverse tradizioni, perchè ci appartengono da sempre, che sono punti straordinari della terra dove confluiscono diverse energie benefiche ma anche malefiche che interagiscono con noi. Le chiese venivano costruite proprio in quei luoghi, quello che mi colpisce qui però è che ne esiste uno per ognuno delle persone che esiste sulla terra, e tra due persone vicine il luogo può essere a un metro di distanza, questo ci dice tanto su come la struttura energetica e ricettiva di ognuno di noi sia diversa.Io attiro e respingo cose che magari per altri sono neutre. Gli animali ad esempio scelgono il loro posto nella casa, a volte lo cambiano come se cambiasse il loro bisogno ma scelgono dei posti particolari, luoghi dove dormire. Noi ci lasciamo sviare dalla vista e dal fatto che gli altri vicino a noi non sentono quello che sentiamo noi, ma è naturale che non lo sentono, noi siamo diversi.
Che ne pensate?
Avevo sentito che le Chiese erano costruite in luoghi particolari, ma non sapevo che corrispondessero ai "luoghi di potere", anzi mi piacerebbe (magari altrove) conoscere qualcosa in più sul perchè i luoghi Sacri venissero (oggi non so se sia più così, ma credo che si sia persa un po' anche questa cosa) costruiti in determinati luoghi, ed in effetti ci sono alcune Chiese in cui si sente qualcosa che non riesco a definire bene a parole ma è come se ci fosse un collegamento con qualcosa di non terreno.. questo pero' mi sa che è un po' fuori tema..

Per quel che riguarda il luogo di potere di ognuno di noi, ne esiste uno e solo uno? perchè allora sarebbe difficile per un uomo trovarlo (potrebbe anche essere a centinaia, migliaia di chilometri da dove vive la sua vita..). Eppure, in ogni luogo, che sia in casa o a scuola o sul lavoro, esistono dei posti in cui ci si trova particolarmente bene, ci si sente "accolti" e al sicuro, mentre altri da cui non si vede l'ora di andare via, in cui non ci si sente a proprio agio.
Vera la cosa che dicevi Sole degli animali, i gatti per esempio scelgono e cambiano posto dove dormire.. e se ci dormono significa che in qualche modo si sentono protetti, puo' essere che in determinati luoghi ci si ricarichi meglio che in altri?

ps: secondo voi, perchè era tanto importante che Carlos trovasse il suo luogo di potere davanti alla casa di Don Juan?

Ultima modifica di RedWitch : 31-08-2008 alle ore 23.40.48. Motivo: aggiunta
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Vecchio 01-09-2008, 00.47.47   #15
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ps: secondo voi, perchè era tanto importante che Carlos trovasse il suo luogo di potere davanti alla casa di Don Juan?
A me sembra (eventualmente cerco nel libro) da quel che ha detto Grey, che doveva cercare un luogo, non il luogo.
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Vecchio 01-09-2008, 01.58.55   #16
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Don Juan dice a Carlos di cercare un "posto" (sitio) sul pavimento dove potesse sedere senza fatica. Castaneda infatti era dolorante alla schiena, don Juan aggiunse che un posto significava un luogo in cui un uomo potesse sentirsi naturalmente a suo agio e forte.

Ritengo che non si trattò propriamente di un luogo di potere ma bensì di un particolare posto buono (sitio), in contrapposizione ad un posto cattivo (detto il nemico). Questi due posti sono la chiave del benessere di un uomo, specialmente per un uomo che ricerca la conoscenza. Molti posti nel mondo sono paragonabili a quelli sperimentati da Carlos e che possono essere trovati nello stesso modo sperimentato da lui.

Don Juan accenna al fatto che gli animali evitano accuratamente i posti cattivi perchè indeboliscono il fisico, infatti quando Carlos riprovò il posto cattivo ebbe un timore insolito e balzò in piedi in un solo movimento, gli si rizzarono i capelli sulla nuca, innarcò leggermente le gambe, il busto piegato in avanti, le braccia sporgenti e le dita contratte come artigli. Una reazione fisica inconsueta quasi a corporizzare una reazione istintiva animale.

Don Juan mise alla prova Carlos per vedere se aveva abbastanza spina dorsale per incontrare faccia a faccia Mescalito. Bisogna avere la padronanza di tutte le proprie risorse disse Don Juan e volevo essere certo che non saresti scappato alla prima difficoltà.

La ricerca del sitio è stata quindi la prova che serviva a don Juan per convincersi a prendere il desiderio di Carlos (di conoscere Mescalito) come una buona ragione per imparare.

Ultima modifica di Grey Owl : 01-09-2008 alle ore 02.05.10.
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Vecchio 01-09-2008, 10.47.48   #17
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Il posto non è solo in un determinato luogo, anche in casa se facciamo attenzione troveremo un determinato luogo dove istintivamente riusciamo a leggere bene, un altro dove dormiamo tranquilli e tutti istintivamente senza farci caso.
Anche il feng shui spiega ed insegna questa cosa e si determina proprio su questo, mi piacerebbe capire meglio questo aspetto.
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.........
Dopo vari tentativi vani giunsero le due del mattino, erano sei ore che Carlos cercava il posto ma non era riuscito nel suo intento. A quel punto uscì don Juan e ridendo disse che non era la maniera giusta di agire. Non aveva usato gli occhi, si può sentire con gli occhi, il posto può essere trovato usando gli occhi. Nell'oscurità qualcosa cambiò nella vista di Carlos, l'area periferica del suo campo visivo prese una colorazione giallo verdastra omogenea e brillante. Improvvisamente vide al centro del pavimento vide modificarsi il colore in un rosso intenso, segnò quel punto con la sua giacca e si sedette sopra a quel punto.
Don Juan come tutti gli sciamani dell’antico Messico elabora così la vera stregoneria, ossia una vera e propria arte della manipolazione della percezione.
Nel corso delle generazioni, gli antichi stregoni diventarono sempre più esperti nel riconoscere gli infiniti volti delle cose percepite (il fenomeno) e giunsero ad un tipo di percezione oltre il quale non si può andare: la percezione del mondo come energia (il noumeno). Don Juan chiama questa straordinaria impresa il vedere.
Il vedere non inteso come guardare con gli occhi, ma come percezione totale da parte di tutto il proprio corpo energetico.
Infatti Don Juan lo esorta a "sentire con gli occhi", e usando in questo modo gli occhi Carlos percepisce il colore dell'energia e trova il punto esatto in cui si addormenta.
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Vecchio 01-09-2008, 15.10.17   #19
griselda
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Predefinito Prima parte: gli insegnamenti

Ho appena finito di leggerlo e devo dire che mi ci sono ritrovata, avete presente quando Uno ha detto di fare il T.A,? Ecco mi sono vista e rivita io che provo come Castaneda cercava rotolando per la veranda il Sitio. Una persona che rrealmente è interessata non molla mai anche se non riesce anche se la mente, come la mia mi dice di tutto per farmi desistere, io continuo imperterrita. Quindi credo l'importanza della determinazione e la costanza di provar sino a che arriviamo alla meta.

E' interessante il discorso dei colori che Castaneda dice di vedere ma dovrò rileggere perchè non ho ben capito come faccia a percepriili, ma sopratutto che quando è esausto si addormenta proprio nel Sitio il posto benefico che gli permette di ritemprarsi energeticamente. Ma anche quello che prova nel posto nemico come se il corpo intero percependone il pericolo lo trasmettesse a tutti i sensi facendolo entrare in allerta come gli animail davanti al pericolo, forse la nostra parte più antica che si attiva se siamo abbastanza attenti da individuarla e ascoltarla. ( questo tra l'altro mi porta a pensare ai bimbi che piangono in alcune situazioni senza una causa apparente.)

La prima cosa che mi è scattata è provo adesso ad individuare un Sitio in ogni stanza della mia casa.
Altra cosa, chissà se si tratta di quelle che ora chiamano griglie energetiche che si individuano anche in quel modo tipo con il bastoncino dei rabdomanti. Sarebbe bello riuscire a farlo in effetti il mio gatto cerca dei posti speciali per dormire, spesso quando sta male si ricovera in un vaso di fiori.

L'unica cosa che mi lascia perplessa di questa Tradizione è il Peyote o che Don Juan vuole che lo si chiami Mescalito, esso mi pare agisca sulla psiche. Ma non è patrimonio delle nostre parti e della nostra Tradizione, a parte questo l'Intento è quello che si trova in ognuna di Esse, ma anche la determinazione e la costanza.
Ah anche l'avere fiducia nel Maestro a non mollare, che non è cosa da poco quando non si hanno risultati perchè la mente ne spara di ogni davanti all'insicurezza del non capire di primo acchitto cerca di spegnere l'entusiamo per ritornare padrona della situazione e governare, quindi spinge verso il non fare e a mettere tutto in discussione. Come succede a Castanda che osservandosi ridicolo vorrebbe andarsene e mandare tutto al diavolo ma in lui c'è un fuoco che non gli permette di mollare.
Ma poi però c'è la "ricompensa di aver vissuto ciò che le parole non riusciranno mai a descrivere perfettamente come avviene invece vivendo un'esperienza essa diventa parte di noi. Per cui Castaneda quando trova il Sitio saprà riconoscerlo ovunque anche se razionalmente non ne è così sicuro, ma ciò che si è sentito dentro è come se fosse stato registrato e non andrà mai perso a differenza delle parole o della memoria tradizionale.
Altro per ora non mi viene.
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